Rivista Anarchica Online
Cronache sovversive a cura della Redazione
Idiozia galoppante
"Non è il Movimento Studentesco che influenza le masse popolari, è il pensiero di
Mao che per la
particolare storia del nostro paese è penetrato nel Movimento Studentesco e attraverso le
iniziative
politiche del Movimento Studentesco influenza le masse popolari". Così è scritto nel
numero uno di
"Movimento Studentesco - Milano", organo dell'omonimo gruppo stalinista milanese. No comment.
A scuola non si legge
Trieste. Uno studente dell'Istituto professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato è stato
sospeso da
scuola perché "sorpreso con libretti e riviste non pertinenti la scuola". Il professore s'è
anche riservato di
"prendere ulteriori provvedimenti in base all'articolo 4 del regolamento scolastico". Traffico di stampa
pornografica? NO! Lo studente è stato "sorpreso" sulle scale (neppure in classe) con il
settimanale
anarchico "UMANITÀ NOVA", con l'opuscolo "L'ANARCHIA" di Errico Malatesta e con la
rivista
marxista "L'inchiesta", in tasca!
Franco Trincale denunciato
Il noto cantautore popolare Franco Trincale è stato denunciato alla magistratura di Livorno
per il reato
di "vilipendio alle forze armate". La denuncia si riferisce ad una o più canzoni del repertorio
dell'ex-cantastorie siciliano, che negli ultimi anni si è venuto sempre più politicizzando,
a diretto contatto con le
lotte degli sfruttati; questo fatto non è certamente gradito alle autorità, che già
più volte hanno cercato
di intimidirlo. Durante il festival-pop di Palermo, per esempio, alcuni poliziotti bloccarono l'impianto
microfonico, impedendo così ai 10.000 giovani convenuti di ascoltare le ballate politiche di
Trincale, e
"sequestrarono" il cantautore preannunciandogli una denuncia per il suo "Lamento per la morte di
Giuseppe Pinelli" e per la sua ballata "L'orologio del dott. Guida", diretta contro l'allora questore di
Milano, diretto complice nell'assassinio di Pinelli.
Proteste dell'Eurovisione per i silenzi della TV su
Reggio
ROMA. Per i suoi ostinati, metodici silenzi sui fatti di Reggio Calabria, la RAI-TV non solo ha
deluso
e scontentato tutti gli utenti italiani, ma rischia di dover pagare penali molto forti alle altre reti europee
con cui è collegata. L'Eurovisione, infatti, non ha ricevuto un solo metro dei chilometri di
pellicola girati
in otto mesi dai migliori operatori italiani. Così le stazioni televisive straniere sono state costrette
a inviare
in Calabria le proprie "troupes" affrontando spese, ritardi e disagi che verranno messi in conto al nostro
ente radio-televisivo, colpevole di inadempienza contrattuale verso i consociati. Un'inadempienza che,
peraltro, non è riuscita a impedire l'"esportazione dello scandalo reggino", visto che i telecronisti
olandesi,
tedeschi, norvegesi e francesi hanno raccolto per loro conto un'ampia e minuziosa documentazione degli
incidenti e messo in onda servizi molto scottanti. La sola TV francese, per esempio, ha trasmesso in tre
puntate un documentario di tre ore da cavare il fiato.
Cile: gli indiani Auracani rivogliono le loro terre
Nella regione di Temuco (vicino a Caragua) un gruppo di indiani Auracani, spogliati nel secolo
scorso
delle loro terre, hanno deciso di riprenderne possesso. Naturalmente questa azione diretta non è
stata
gradita dai grandi proprietari terrieri che si sono uniti formando dei gruppi armati e hanno assassinati in
tutta semplicità i contadini.
La Citroën all'avanguardia della repressione
Nella prevenzione e nell'organizzazione della politica repressiva contro le lotte operaie, la
Citroën sembra
essere all'avanguardia in Europa. I metodi che utilizza si distinguono per essere particolarmente
carogneschi, perfino secondo gli standard borghesi. In Bretagna, i nuovi stabilimenti Citroën
vengono creati in zone depresse, a basso salario ed alta
disoccupazione. Nello stesso tempo la direzione rifiuta di assumere le mogli dei lavoratori noti come
militanti, o semplicemente iscritti al sindacato, mentre il costo della vita è tale che una famiglia
ha bisogno
di due salari per vivere. I lavoratori perdono 3 o 4 ore al giorno per i trasferimenti tra casa e lavoro. In
queste condizioni di esaurimento fisico e mentale i lavoratori non possono pensare troppo. Nei
grandi concentramenti operai delle città, la tattica è diversa: agli stabilimenti della
Citroën a Bruxelles,
700 operai delle linee di montaggio, quasi tutti immigrati italiani, spagnoli, algerini, portoghesi, turchi,
sono stati in lotta per oltre un anno per la riduzione dei ritmi di lavoro. La burocrazia sindacale ha in
pratica rifiutato ogni aiuto non volendo occuparsi degli immigrati. Alle agitazioni organizzate dalla
base, la direzione ha risposto con una tattica "scientifica": i militanti più
attivi sono stati licenziati, la polizia invitata a disperdere brutalmente i picchetti e dalla Francia sono stati
importati altri operai per sostituire i licenziati. Molti di questi erano poliziotti, presto smascherati per la
totale ignoranza delle cose di fabbrica che dimostravano. L'aspetto nuovo e più bieco è
il fatto che sono
state proposte trattative singole con diversi gruppi nazionali: se i greci cedono, solo i turchi verranno
colpiti, ecc. Si tratta di un esempio illuminante della nuova veste che la repressione sta assumendo
nella sua forma
più aggiornata, programmata, scientifica e funzionale. Il frazionamento delle forze operaie viene
mantenuto sia mescolando le lingue (ciò che rende difficile l'organizzazione) sia suscitando
fermenti di
nazionalismo e razzismo con contrattazioni separate. Ricordiamo che dallo scorso anno, la FIAT
è proprietaria di quasi la metà delle azioni della Citroën.
Colombia: dirigenti rivoluzionari repressivi
Secondo la stampa di Bogotà, in seno all'esercito di liberazione popolare (E.L.N.) vi sarebbe
vivo
malcontento a causa dei metodi usati dai dirigenti, i quali avrebbero fatto fucilare numerosi guerriglieri
per "mancanze disciplinari" e altri simili motivi. Fabio Vasquez, uno dei capi dell'ELN, sarebbe stato a
sua volta ucciso da guerriglieri che in seguito sarebbero stati costretti ad arrendersi all'esercito. Il
giornale "El tiempo" riporta che nel corso del 1970 sarebbero stati uccisi 134 guerriglieri appartenenti
a differenti gruppi e ne sarebbero stati arrestati 201. Inoltre tra il 12 e il 14 gennaio scorso, i servizi
segreti
avrebbero intercettato e neutralizzato una rete di guerriglia urbana, sequestrato una grossa
quantità di
armi. Si sono avuti anche una ventina di arresti tra studenti universitari e professionisti.
Popolorum Oppressio
Tre sottotenenti portoghesi, disertori e rifugiati in Belgio, hanno denunciato ultimamente la
complicità
della Chiesa cattolica portoghese nell'oppressione delle colonie africane. Secondo la loro testimonianza,
i preti giungono a minacciare la dannazione eterna agli abitanti dei villaggi che si rifiutano di votare per
il governo centrale. Rivolgendosi alle unità militari portoghesi anti-guerriglia, impegnate nella
repressione
delle lotte popolari, i medesimi preti le hanno invitate a proseguire la loro "santa crociata contro la
barbarie". Così, in nome di Cristo, continuano i bombardamenti al napalm sui villaggi delle
foreste
angolane, opera dei soldati imperialisti ed anche di alcuni preti arruolatisi volontari per difendere la
civiltà
occidentale ed il cattolicesimo.
Un pessimo servizio a Pino Pinelli
Sabato 6 marzo scorso Dario Fo giunge a Castelfranco Veneto, al termine di una serie di
rappresentazioni
di "Morte accidentale di un anarchico" tenute dalla compagnia teatrale "La comune" in varie sale delle
Tre Venezie. Alcuni compagni (del gruppo "Pinelli" di Treviso) entrano senza pagare il biglietto e
la tessera Arci ed
iniziano la distribuzione di volantini in cui si parla chiaramente dell'omicidio di Pinelli e soprattutto di
come la "sinistra" (PCI, Sindacati, ecc.) ha strumentalizzato per i suoi fini l'assassinio di Pinelli, di cui
in
realtà e politicamente corresponsabile. Ad un certo punto entrano in funzione i gorilla del
servizio d'ordine dell'Arci (funzionari del PCI locale)
che agguantano i compagni e, dopo aver loro strappato di mano i volantini, li portano di peso fuori dalla
sala, tacciandoli da "provocatori fascisti che si nascondono sotto l'emblema dell'anarchia". Dario Fo in
persona apostrofa uno dei compagni dicendogli che in quel modo "stava facendo un pessimo servizio
al
nome di Pinelli e dell'anarchia" ed afferma, in sede di presentazione dello spettacolo, "che erano stati
individuati e cacciati dalla sala alcuni provocatori fascisti che, camuffati da anarchici, ecc...." Qui
vorremmo sottoporre una domanda a Dario Fo: vuoi o non vuoi fare del teatro rivoluzionario
popolare? Perché i fatti sono due: o vai nelle fabbriche occupate, scendi nelle piazze, cerchi di
metterti
alla portata dei proletari, dei lavoratori, o fai del teatro con tema rivoluzionario, un bel teatro,
all'avanguardia con tutti gli stratagemmi (ARCI) per evitare denunce e noie del genere. Puoi scegliere.
Tu hai scelto la seconda strada. Il risultato: tratti temi che interessano i proletari, gli sfruttati, reciti bene,
trascini la platea... solo che in questa platea i proletari non ci sono o ci sono in infima minoranza. La
conclusione, fin troppo ovvia, è che tu non fai del teatro rivoluzionario (malgrado la tua aureola
di
"cacciato" dalla Televisione, dal PCI, dai sindacati). Pertanto, in attesa di una tua risposta, lascia che
ti diciamo che se tu che fai un pessimo servizio a Pino
Pinelli.
NOTA PER I COMPAGNI - I compagni nelle cui città è prevista la
rappresentazione di Dario Fo
"Morte accidentale di un anarchico" sono invitati ad entrare e a far entrare gratis i proletari, a distribuire
volantini, a provocare, sì, a provocare i fascisti camuffati da "militanti di sinistra" che di solito
assistano
agli spettacoli di Dario Fo.
Organizzazione anarchica veneta
Sui soldi dei fascisti (l'ENI non finanzia solo "Il
Giorno")
MILANO. Pubblichiamo il testo di una dichiarazione firmata e depositata, relativa ai finanziamenti
delle
organizzazioni neofasciste e anche al caso del direttore di Candido, Giorgio Pisanò. "Il
giorno 25 gennaio 1969, sabato, accompagnai il signor Giorgio Pisanò nell'ufficio dell'on.
Giorgio
Almirante, allora capo del gruppo parlamentare del M.S.I. a Montecitorio. "Io e il signor
Pisanò ci eravamo recati a Roma per svolgere delle indagini giornalistiche inerenti alla
vicenda Ghiani Sacchi. "L'on.Almirante ci ricevette poco dopo le 10, 30. Poiché era in
compagnia del Pisanò, che è un noto
missino, l'on.Almirante credette che anch'io fossi un 'camerata' del M.S.I.: infatti, senza dimostrare la
minima diffidenza, parlò liberamente di argomenti delicati riguardanti problemi di direzione del
suo
partito. "Proprio in quei giorni negli ambienti politici si discuteva della grave malattia che aveva
colpito l'on.
Arturo Michelini, segretario del MSI, per cui all'interno del movimento neofascista l'argomento
più
discusso era la successione alla segreteria del partito nel caso in cui Michelini fosse venuto
meno. "Alla domanda del Pisanò su chi poteva succedere all'on. Michelini, Almirante rispose
che era difficile
fare pronostici in quanto i problemi finanziari del partito complicavano enormemente la
questione. "Ecco, comunque, come si espresse in proposito l'on. Almirante: 'Fino a pochi mesi fa
il M.S.I. contava
su due entrate fisse, permanenti. La prima era di provenienza Assolombarda-Montedison e passava per
le mani dell'on. Michelini. La seconda, di provenienza ENI-Cefis, passava per le mani del sen. Nencioni.
Ora la prima entrata per le note vicende (Almirante si riferiva ovviamente alla 'scalata' dell'ENI alla
Montedison dell'ottobre precedente: n.d.a.) è venuta meno. Resta in piedi soltanto il
finanziamento
dell'ENI che però, come ho detto, è controllato dal sen. Nencioni. E dato che, come
diceva Machiavelli,
chi ha la chiave del forziere ha la chiave del regno, non è da escludere che Nencioni, forte della
sua
posizione di arbitro finanziario del partito, possa porre la sua candidatura alla
segreteria. "Com'è noto l'on.Michelini registrò poi un lieve miglioramento per morire
nel giugno seguente. Dopo il
suo decesso l'on. Almirante e il sen. Nencioni giunsero a stabilire un 'modus vivendi' in base al quale la
carica di segretario politico veniva assunta da Almirante mentre al sen. Nencioni restava affidata la guida
del gruppo missino al Senato. "Tutto quanto è sopra detto rispecchia fedelmente la
verità dei fatti e, pertanto, sono pronto a testimoniare
in merito sia davanti all'Autorità Giudiziaria sia davanti a un eventuale Commissione
Parlamentare
incaricata di indagare sui finanziamenti alle organizzazioni neofasciste".
Insurrezione contadina in Libano
Proseguono le agitazioni nel nord del Libano e la cosa lascerebbe pensare ad una vera e propria
rivolta
contadina e difatti i recenti avvenimenti provano che i tumulti contadini nella piana di Akkar prendono
un certo sviluppo. I grossi proprietari terrieri si sono già organizzati in gruppi armati. Lo
stato, invece, ha spiegato ingenti forze che si sono premurate di sparare durante una rivolta nel
villaggio di Massoudieh uccidendo 27 persone. La situazione in questa regione, che è una delle
più
abbandonate di tutto il Libano, potrebbe evolversi rapidamente in senso rivoluzionario.
Lotta anti-militarista negli U.S.A.
A Madison, Wisconsin, negli Stati Uniti, è iniziato a metà febbraio il processo
a tre soldati accusati di aver
compiuto attentati nella base di Camp McCoy, nello stesso stato del Wisconsin, il 26 luglio dello scorso
anno, in occasione del 17° anniversario dell'inizio della rivoluzione cubana (26 luglio 1953, attacco alla
caserma Moncada). Furono danneggiate la centrale elettrica, una cabina dei trasformatori e gli impianti
idrici; i telefoni, inoltre, restarono fermi un mese. I tre sono: Dennie Kreps, Steven Gedden (reduce dal
Vietnam) e Thomas Chase, tutti e tre dell'organizzazione di lotta ASU (American Servicemen's Union).
La condanna, se il processo va male, può essere molto pesante: fino a 35 anni di galera e 30.000
dollari
di multa.
Primula Rossa e Mestatori Neri
SONDRIO. Carlo Fumagalli, la cosiddetta "primula rossa" della Valtellina, ufficialmente latitante
ricercato ma che, di fatto, nessuno cerca, dopo un lungo soggiorno a Monaco si è rifatto vivo
a Milano,
a Sondrio e dintorni, riconoscibilissimo nonostante i ritocchi ai connotati. La sua presenza è da
porre in
relazione alla ripresa dell'attività politica del MAR che opera in collegamento con gli altri gruppi
della
destra estrema coagulati attorno allo MSI. Qui, nel quadro dei loro programmi eversivi, questi gruppi
hanno assunto come motivo agitatorio di massa il problema della "Statale 36", una via di comunicazione
essenziale per l'economia della Valtellina e della Val Chiavenna.
Lo "Specchio" indica i bersagli ai mazzieri
ROMA. Lo Specchio, il settimanale fascista-americano di Nelson Page, ha completato nel numero
del
7 marzo, dedicato ai "terroristi conciliari" la pubblicazione dei gruppi della sinistra extraparlamentare
"responsabili della rivolta alle autorità religiose, di sobbillazione contro le forze armate e di
incitamento
alla violenza negli atenei e nelle fabbriche". Regione per regione, città per città, vengono
indicati gli
indirizzi delle sedi dei vari movimenti e dei diversi centri culturali insieme con gli indirizzi di molti
dirigenti. Gli elenchi hanno tutta l'aria di una lista di obiettivi additati ai mazzieri e ai dinamitardi fascisti
per le loro scorrerie notturne.
Libri all'indice in Cecoslovacchia
"Epurazioni", "Pressioni", "Repressioni": tutto questo continua ed è sempre più duro.
Ormai su ordine
del ministro ceco della cultura, ogni biblioteca dovrà disporre di una cassaforte nella quale
saranno
rinchiuse tutte le opere "politicamente errate" o "che possono esercitare un'influenza antisociale".
È già
stata stabilita una prima lista degli autori e delle opere messe all'indice. D'altronde, non solo non saranno
ammessi alla lettura di queste opere "individui politicamente sicuri" e "muti come una tomba", ma il
bibliotecario dovrà inoltre "operare una selezione severissima a fra i lettori".
Meningite al CAR di Bari
Al C.A.R. (Centro Addestramento Reclute) di Bari si è registrato un caso di meningite.
Isolamento per
tutta la compagnia, teoricamente chiusa giorno e notte nelle camerate per non diffondere l'infezione (in
pratica uno che aveva da fare in un ufficio è stato trovato subito influenzato ed è stato
trasferito in
infermeria, così può lavorare). Disinfezione delle camerate (dopo quattro giorni) e due
pillole al giorno
di sulfamidici più due di vitamina C, sono tutti i provvedimenti igienici presi. A chi gli chiede
quanto durerà questa situazione assurda il capitano risponde cambiando il discorso. Come
sta quello ricoverati in ospedale che ha originato il caso? Boh, non si può sapere, anche qui
deviano il discorso, non sanno, è in osservazione. L'anno scorso, al C.A.R. di Casale, una
recluta è morta per meningite.
Il petrolio e il Vietnam
"Va cercata nel petrolio la ragione dell'invasione della Cambogia e del Laos?". Questa domanda,
ripetuta
in 8.600 lettere spedite alla commissione esteri del Senato americano dalle aderenti al gruppo pacifista
californiano "Un'altra madre per la pace", ha spinto il senatore William Fulbright, presidente della
commissione, a chiedere spiegazioni al dipartimento di Stato sui rapporti fra petrolio e guerra americana
in Indocina. Dato che la risposta si è rivelata "insoddisfacente", Fulbright ha scritto una seconda
lettera
al segretario di Stato William Rogers. È probabile che la seconda risposta non sarà
più soddisfacente. Ma
ormai la macchia di petrolio lungo le coste dell'Indocina è diventata troppo larga perché
bastino le cortine
fumogene del dipartimento di Stato a nasconderla. Il 1° dicembre scorso è stata promulgata
a Saigon la legge numero 011/70 intitolata "esplorazione e
sfruttamento del petrolio e relativo regime giuridico e fiscale". Contemporaneamente, è stato
istituito un
comitato per il petrolio in seno al ministero dell'Economia nazionale. Entro la fine di marzo, il governo
del Sud-Vietnam bandirà un'asta internazionale per la concessione dei diritti di ricerca e
sfruttamento del
petrolio su 18 lotti nella piattaforma continentale del golfo del Siam e del mar cinese meridionale, a
sud-est di Saigon. Ventidue società petrolifere, americane (17), giapponesi e canadesi si
contenderanno le
concessioni la cui assegnazione è prevista per la seconda metà del
1971. "Può verificarsi uno sviluppo molto, molto grosso", disse l'ambasciatore americano
in Thailandia Leonard
Unger testimoniando di fronte a una commissione parlamentare di Washington l'11 novembre 1969. "Si
tratta delle esplorazioni petrolifere in corso nel golfo del Siam. Se ci sarà questo sviluppo, si
creeranno
le condizioni per enormi investimenti nel Paese". Non sono mai stati resi noti ufficialmente i risultati
delle esplorazioni condotte dagli americani negli ultimi
due anni, sotto gli auspici della commissione economica per l'Asia e l'Estremo Oriente delle Nazioni
Unite, non solo nel golfo del Siam ma anche nel delta del Mekong (Sudan-Vietnam) e nelle pianure
alluvionali della Thailandia. Ma David Rockefeller, presidente della Chase Manhattan Bank e legato a
doppio filo con la Standard Oil (ESSO) del New Jersey, doveva saperne qualcosa se nel maggio 1970,
in un discorso a Singapore, previde che le società petrolifere americane avrebbe reinvestito 35
miliardi
di dollari in Asia e nel Pacifico occidentale nei prossimi 12 anni. Alla fine di quello stesso maggio 1970
scattò l'invasione americana nella Cambogia. E il regime del generale Lon Nol, che aveva
destituito dal
potere il principe Sihanouk nel marzo precedente, stava intrecciando strette relazioni economiche con
la
Tailandia: uno dei principali accordi raggiunti riguarda un programma comune di esplorazioni petrolifere
nel golfo del Siam su cui si affacciano entrambi i Paesi. Pochi mesi dopo (il 22 novembre) il quotidiano
finanziario "The Wall Street Journal" riferì "una voce" secondo cui la ESSO aveva scoperto un
giacimento petrolifero al largo della costa della Malaysia, in una sua concessione confinante con i lotti
che stanno per essere messi all'asta dal governo di Saigon. La ESSO non diramò alcun
comunicato,
probabilmente per non influire sull'andamento dell'imminente asta vietnamita. Ma il 19 febbraio 1971
ha
inaugurato a Singapore una nuova raffineria. È possibile che le società petrolifere
americane rischino milioni di dollari, forse miliardi, in una zona dove
i Vietcong hanno 30 anni di esperienze di guerriglia e sabotaggi, senza ottenere garanzie dal governo di
Washington? È ovvio che le garanzie del presidente sudvietnamita Nguyen Van Thieu e del suo
vice Cao
Ky non sono sufficienti. Di certo ci sono soltanto le trattative in corso fra le società che
intendono
partecipare all'asta sudvietnamita e la Overseas Private Investment Corporation (OPIC), un ente
semipubblico che assicura gli investimenti privati americani all'estero contro i rischi di esproprio e contro
i danni provocati da forze ostili. "Non abbiamo pregiudizi, né in un senso né nell'altro,
sul problema di
assicurare gli investimenti petroliferi nel Sud-Vietnam". Ha detto recentemente un funzionario dell'OPIC
confermando l'esistenza delle trattative. Ci sarà un giudizio puramente tecnico, insomma.
Nessuna
conferma, invece, sue eventuali assicurazioni politiche e militari che solo il governo di Washington
potrebbe dare. Negli ambienti petroliferi di New York circolano solo voci: "si dice che altissimi esponenti
dell'amministrazione Nixon avrebbero assunto l'anno scorso un impegno preciso nei confronti dei
petrolieri. Tale impegno non potrebbe essere altro che la continua presenza di truppe americane nel
Vietnam".
Fascisti silenziosi
Una manifestazione "silenziosa anticomunista" a Milano ce la dovevamo aspettare, prima o poi. Una
vera
manifestazione fascista, anche se sotto mentite spoglie, e per nulla silenziosa. Una regia centralizzata,
perfetta; striscioni tutti eguali, tricolori a profusione, i giovani picchiatori in testa alla sfilata con moto
rombanti e magnifici caschi. Nei giorni precedenti la città era stata invasa da migliaia di manifesti
e da
decine di migliaia di manifestini, gettati con noncuranza a mucchi dalle automobili anche nelle zone
solitamente trascurate dalla propaganda politica. I soldi devono essere molti. Lo scenario: una stretta ma
lunga ala di borghesi plaudenti, troppo vili per "esporsi" direttamente. Fra i partecipanti, coloro che non
potevano mancare: le signore modernamente impellicciate, gli austeri signori con baffi bianchi e l'aria del
giudice istruttore a un processo politico. Molti hanno sorriso, fra i compagni che guardavano passare
il corteo, molti si sono scordati che il
fascismo è questo, non sono gli squadristi, che si limitano ad esserne gli strumenti iniziali. Il
fascismo è
la "sacra unione" fra sfruttatori, relitti del passato patriottardo e militaresco e marionette col manganello
o la cartella del primo ministro. Queste squallide parate servono a chi di dovere per il complesso gioco
di equilibri di uno stato borghese. È un sostegno per colpire a sinistra dopo aver "colpito" a destra
(paragonare le 14.000 denunce dell'autunno caldo con quelle contro i "congiurati" di Borghese o anche
contro tutti fascisti in 26 anni di "antifascismo"). Al tempo stesso però è l'indice della
radicalizzazione in atto di una società in crisi; e, in certa misura, la
conseguenza della lotta politica condotta da certe "sinistre": una lotta fatta molto più di
manifestazioni
"unitarie" che non di sostegni a chi combatte la destra economica nelle fabbriche e nelle campagne, con
meno rumore e con più efficacia.
Dopo Burgos
Ora che il processo di Burgos è finito, i sedici processati devono affrontare la loro
nuova situazione,
quella cioè di uomini condannati. Le loro nuove dimore sono già state preparate per loro
dalla Direzione
delle Prigioni, che in questa occasione si è comportata in modo diverso dal solito. Generalmente
i
prigionieri vengono mandati a Segovia, e le prigioniere ad Alcala de Henares; questa volta invece sono
stati sparpagliati in diverse carceri spagnole. Questa è la lista: Victor Arana Bilbao - Prison
Central de Puerto de Santa Maria Jose Maria Dorrensoro - Prison Central de Puerto de Santa
Maria Mario Onaindia - Prison Central de Caceres Jesus Abriskets - Prison Central de
Caceres Gregorio Lopez Irasuegui - Prison Central de Cordoba Francisco Izco - Prison Central
de Cordoba Yokin Gorostidi - Prison Central de Cartagena Eduardo Uriarte - Prison Central
de Alicante Xabier Larena - Prison Central de Alicante Julen Kalzada - Prison Central de
Zamora Jon Etxabe - Prison Central de Zamora Antonio Karrera - Prison Central de
Burgos Enrique Guesalaga - Prison Central de Burgos Itziar Aizpurua - Prison de Mujeres de
Madrid Jone Dorronsoro - Prison de Mujeres de Madrid Arantza Arruti - Prison de Mujeres
de Madrid
La Redazione
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