Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 6 nr. 48
maggio 1976


Rivista Anarchica Online

Libertà per l'anarchico Carballo
a cura della Redazione

Fernando Carballo Blanco, anarchico, 52 anni di cui 26, esattamente la metà, passati in galera. È oggi il detenuto politico con maggiore "anzianità" di carcere. Il comitato nazionale per le vittime politiche della C.N.T. di Spagna ha lanciato una campagna per la sua liberazione. "Perché questa campagna?", abbiamo chiesto ad un compagno del Comitato Spagna Libertaria di Milano.

In primo luogo perché Fernando è giunto al limite della sofferenza umana sopportabile, ha pagato come pochi altri la sua militanza antifascista ed ha quindi diritto ad uno sforzo di solidarietà da parte del movimento. In secondo luogo il suo caso è stato scelto come caso esemplare della repressione franchista e post-franchista e la campagna per la sua liberazione sarà anche una campagna di denuncia e di agitazione per tutti i prigionieri politico-sociali.

Per quel poco che sappiamo, non solo la situazione presente per Caraballo, ma tutta la sua vita è esemplare, terribilmente esemplare, del martirio del popolo spagnolo.

Esattamente. La vita di Fernando Caraballo è stata la vita di un proletario ribelle. Nel '36 era un ragazzino ed il golpe militare lo trova a Vallabolid, in zona fascista con il padre e due fratelli. La madre è a Madrid, in visita a parenti, e non la rivedrà fino al termine della guerra civile. Il padre, ferroviere e noto militante della C.N.T., viene assassinato dai fascisti poco tempo dopo e Fernando viene messo all'ospizio municipale per i poveri, dove rimane fino al '39, quando si ricongiunge con la madre, a Valenza. La madre si risposa con un vedovo e la nuova famiglia (cinque figli) vive in una casa semidiroccata dai bombardamenti. Il nuovo padre rimane presto vittima di un incidente sul lavoro che lo lascia invalido. Devono mantenere la famiglia la madre, che lavora da lavandaia, la sorella maggiore, che fa la domestica, e Fernando, che raccoglie carta e stracci e recupera dalle macerie mattoni e piastrelle... Nel giugno del '40 viene arrestato perché, per sfamarsi, ha "rubato" una manciata di noccioline americane da un carico ammucchiato sotto una tettoia nel porto.

Una manciata di noccioline! Sembra un romanzo d'appendice del secolo scorso...

La vita supera spesso il romanzo. Senti il resto. Viene portato al commissariato, dove gli chiedono del padre. Risponde che è stato assassinato. Il commissario gli sferra un pugno che lo fa svenire e gli lacera una guancia con un grosso anello d'oro. Poi lo fa schedare come delinquente e lo fa rinchiudere nel carcere Modelo (!). Lì rimane fino a Natale e Fernando se lo ricorda come uno dei periodi più belli della sua vita, è in cella con sedici operai e intellettuali antifascisti che lo trattano come un figlio ed incarnano, per lui, la figura del padre. Quando esce di galera, va a lavorare come bracciante nelle risaie, dove prende la malaria e, per la lunga permanenza in acqua, deve essere operato alla gamba destra. Fa anche un po' di borsa nera, per arrotondare il salario miserabile. Nel giugno del '46, vicino a Tarragona, una guardia notturna lo sorprende con mezzo quintale di olio e, per fermarlo, gli spara addosso. Viene arrestato Fernando, ferito, e non la guardia. Naturalmente. Nel carcere di Tarragona viene messo con gli altri 150-170 prigionieri in uno stanzone lungo 25-30 metri, largo 8-9 ed alto poco più di un metro e mezzo. Per dormire, della paglia ed una coperta. Un anno e mezzo rimane tra sporcizia, fame, pidocchi, insieme a prigionieri politici e a ladruncoli. Quando esce, il suo pensiero principale è aiutare i suoi ex-compagni di carcere: per oltre un anno porta loro cibo e denaro, finché la polizia non lo arresta di nuovo, questa volta con l'accusa di appartenere al Soccorso Rosso Internazionale. Poiché Fernando, che in realtà aiutava spontaneamente i prigionieri sia politici sia comuni ("sono tutti figli del popolo", diceva), si rifiutava di "confessare", dopo quindici giorni di detenzione si vede cambiare l'imputazione in "furto"! Benché l'unico testimone del furto non lo riconosca e benché Fernando possa dimostrare che quel giorno si trovava a duecento chilometri di distanza dal luogo del furto, il processo-farsa si conclude con una condanna a tredici anni.

Sembra una storia inverosimili!

Eppure è tutta documentata. Ma non è ancora tutto. Nel giugno del '49 lo trasferiscono al famigerato "Penal" di Puerto de Santa Maria, un carcere di punizione sia per carcerati sia per i carcerieri, chiamato l'anticamera della tubercolosi e della morte. Dopo meno di un anno Fernando, che pesava 64 chili, è ridotto a 43. Nell'aprile del '50 viene trasferito, con quattrocento altri prigionieri, al riformatorio di Ocaña. Nel vederli, il direttore, che pure non era certo un'animuccia sensibile, chiede al comandante della scorta: che cosa mi avete portato, uomini o cadaveri? Quello risponde: consegno ciò che mi hanno dato.

Macabro umorismo burocratico da lager nazista.

In effetti le galere franchiste di quel periodo non avevano molto da invidiare ai lager nazisti e staliniani. Quanto ad "umorismo" burocratico, pensa che quando Fernando chiede, in quegli anni, l'indulto per i prigionieri politici gli rispondono che non è un "politico" e quando chiede l'indulto per prigionieri comuni gli rispondono che non è un "comune". Esce, comunque, in libertà vigilata nel '55 e si mette a lavorare come carpentiere edile. Nel '56 si sposa e va ad abitare, a Madrid, in un "appartamento" di una stanza di tre metri e venti per due e quaranta più una cucina di due metri e quaranta per uno e sessanta, senza gabinetto. Quasi una galera. Nel '57 nasce un figlio e la casa si fa ancora più stretta, anche perché Fernando lavora di sera come sarto, per guadagnare qualche soldo in più.

Tra il '55 ed il '64 milita nella C.N.T. clandestina. Nel '64 viene arrestato per l'ultima volta: il "delitto" è quello di aver ospitato un giovane anarchico scozzese, Stuart Christie, trovato in possesso di una certa quantità di esplosivo. L'accusa è "terrorismo", la condanna è a trent'anni. Christie, come sai, venne condannato a 20 anni (neppure a lui viene attribuito un qualche attentato, ma solo l'intenzione di farne e si lascia intendere che l'obiettivo era Franco), ma fortunatamente, grazie a pressioni dell'opinione pubblica inglese sul governo inglese e di questo su quello spagnolo, venne liberato dopo quattro anni. Fernando rimane a Burgos fino al '71, poi in giro per varie galere e di nuovo a Burgos nel '75. Qui partecipa allo sciopero della fame per le condanne a morte dello scorso autunno e per punizione (lui solo!) viene trasferito all'altro capo della Spagna, ad Alicante. Qui si trova adesso, unico prigioniero politico di quella galera.

Non ti sembra una storia esemplare? Non ti sembra che Fernando meriti la solidarietà dei compagni anche a livello internazionale?