Rivista Anarchica Online
Napoli: L.C. e i disoccupati
Cari compagni,
sono un militante di L.C. ed ho letto il vostro ultimo numero di "A", interessante il servizio sulla
Spagna, non altrettanto quello sui disoccupati.... Nell'intervista ai disoccupati organizzati di Napoli,
avete chiesto ad uno di loro se è vero che i gruppi (L.C., PdUP, AO) vogliono fare incetta di militanti
tra i disoccupati?!! Risponde alla domanda il compagno Donato dicendo che "il tentativo non è quello
di creare simpatizzanti, bensì di gestire una fetta di movimento e dire: siamo presenti nel movimento".
Più avanti sostiene che in una manifestazione prima di Natale, sotto al municipio c'erano compagni
di L.C. che gridavano "viva il sindaco" (sic!). A questo punto compagni vi chiedo se L.C. da quando
è nata vive fra le masse per diventare un grande partito oppure per farle lottare e vincere sui vari
obiettivi del proletariato? Accetto l'incazzatura del compagno Donato; ma quando mai i compagni di
L.C. (proprio di Napoli poi...) hanno gridato in piazza "viva il sindaco"? Conosco la forza del mio
partito fra i disoccupati napoletani e non posso credere che l'interesse di L.C. sia quello di lavorare
con loro solo per ingrossare la schiera dei suoi militanti.
Si aggiunge poi l'intervento di Felice che dice: "l'atteggiamento dei disoccupati nei confronti dei
militanti dei gruppi extraparlamentari si sta chiarendo negli ultimi tempi, per esempio ad una delle ultime
assemblee al Politecnico i leaders dei gruppi venuti a fare le 'dive' sono stati letteralmente cacciati via
dal palco".
E no, caro compagno! Questo sarà il tuo atteggiamento e non quello dei disoccupati organizzati di
Napoli. Tieni presente che i "gruppi" hanno impegnato (in particolar modo in questi ultimi tempi) tutti
i loro sforzi proprio tra i disoccupati. Per la cronaca, nella manifestazione del 10 aprile indetta da
L.C. a Roma la presenza dei disoccupati napoletani era fortemente maggioritaria rispetto ad altre
delegazioni venute da tutta Italia. Quindi, compagno Felice, incazzati pure, lotta, organizzati insieme
agli altri, ma attento a non confondere i compagni con i padroni!!!
Saluti comunisti
Cesare R. (Milano)
Rispondono i compagni del Centro Redazionale della provincia di Napoli.
Noi pensiamo che L.C. viva effettivamente tra le masse sia per diventare un grande partito, sia per farle
lottare e vincere sui vari obiettivi che L.C. ritiene siano del proletariato. Del resto questo è nella logica
di qualsiasi organizzazione basata su principi marxisti-leninisti che prevedono una avanguardia guida e
una retroguardia (ben più numerosa) guidata.
Però talvolta pur di mostrare a tutti i costi l'esistenza di questa retroguardia (perché una avanguardia
senza masse non avrebbe senso) si rischia di incorrere in inconvenienti del tipo di quelli che lamenta il
compagno e cioè può capitare che durante una manifestazione, alla presenza del Sindaco di Napoli (il
comunista Valenzi), alcuni "retrogradi", avendo frainteso le indicazioni che il partito guida aveva fornito
alle elezioni quando aveva invitato le masse a votare per il P.C.I., si siano messi a gridare "viva il
sindaco", facendo grande sfoggio delle bandiere di L.C.
Noi non diciamo che L.C. assume posizioni politicamente incoerenti (specialmente a Napoli) riportiamo
solo la testimonianza di un disoccupato che ha visto alcuni dimostranti con le bandiere di L.C. gridare
"viva il sindaco"; di un altro disoccupato che ha visto cacciar via alcuni leaders dei gruppi intervenuti
ad un'assemblea di disoccupati, perché si erano presentati come leaders per guidare il movimento e non
come disoccupati tra i disoccupati.
E infine noi siamo perfettamente d'accordo col compagno Cesare R. quando dice che "i gruppi hanno
impegnato tutti i loro sforzi proprio tra i disoccupati". Non è una novità: è stato così per le lotte
studentesche, per l'autoriduzione delle bollette, per le battaglie dei disoccupati, ed ora anche per le
elezioni; salvo poi abbandonare tutto non appena si presenta una opportunità migliore per il partito, non
necessariamente per il proletariato.
Per concludere, forse vale la pena precisare che pur avendo avuto la possibilità di intervistare dei
compagni anarchici, abbiamo preferito rivolgerci a disoccupati non anarchici per cercare di essere il più
obiettivi possibile, non è colpa nostra se quello che hanno detto provoca dispiacere a qualche militante
di L.C.
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