Rivista Anarchica Online
Marini semi/libero
a cura della Redazione
Con un telegramma pubblicato su Umanità Nova del 14 maggio, il compagno Giovanni
Marini ha informato di esser stato ammesso al regime di semi-libertà: di giorno lavora in
una fabbrica come operaio, di notte è costretto a tornare in carcere.
Giovanni, come tutti ricorderanno, è stato condannato a 9 anni di carcere per omicidio
preterintenzionale, in seguito ai fatti di via Velia, a Salerno, il 7 luglio 1972, quando il
fascista Carlo Falvella rimase vittima della violenza che la sua stessa squadraccia aveva
scatenato contro alcuni compagni.
Giovanni è dunque rimasto in carcere 5 anni e 9 mesi e per oltre 3 anni dovrà rimanere in
semi-libertà. Siamo venuti a trovarlo, sta abbastanza bene: lo abbracciamo con
commozione. Seguiamo il suo caso dal luglio del '72, con i numerosi processi, le
ingiustizie, le provocazioni e le violenze di cui è stato vittima: basti citare il famigerato
"letto di contenzione" al quale i carcerieri di Caltanissetta lo tennero legato per 40 giorni
nell'agosto del 1973.
Innanzitutto - dice subito Giovanni - voglio ringraziare i compagni per le lotte sostenute:
anzi, penso che potrò ringraziarvi tutti solo quando potrò riprendere il mio posto
attivamente fra di voi.
E con gli altri processi, in che situazione ti trovi?
Ne ho in corso due, per episodi di violenza di cui sono rimasto vittima nelle carceri di
Salerno e di Potenza.
Giovanni ha tante cose da dire, ma per ora preferisce limitarsi a quella che più gli sta a
cuore. Ci tengo a far sapere a tutti i compagni - dice - che la dura esperienza attraverso
la quale sono passato e che certo non è ancora finita, non ha mutato né i miei sentimenti
né le mie opinioni. E spero proprio di poterlo dimostrare al più presto a tutti i compagni,
che dalle colonne di A Rivista Anarchica saluto affettuosamente.
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