Rivista Anarchica Online
Lisbona - Festa libertaria
a cura della Redazione
La settimana di presenza libertaria tenutasi a Lisbona dal 2 all'8 luglio - come annunciato sullo
scorso numero - è stata un momento di verifica dell'attuale situazione del movimento libertario in
Portogallo ad oltre 4 anni dalla rivoluzione/golpe dei militari democratici. Nonostante l'impegno
dei compagni organizzatori, la partecipazione alle varie iniziative (conferenze, dibattiti, pic-nic,
ecc.) succedutesi a Lisbona e nei dintorni è stata molto ridotta: in media, dalle 100 alle 200
persone. Il paragone con le giornate libertarie internazionali, indette l'anno scorso (sempre in
luglio) a Barcellona dal sindacato dello spettacolo della C.N.T., è praticamente impossibile.
Ad Aurora, una delle due compagne della nostra redazione presenti a Lisbona, poniamo qualche
domanda.
Che cosa ti ha colpito di più del Portogallo?
La miseria, la disoccupazione, l'estrema povertà della gente e dei compagni. A Lisbona, se
appena ti allontani dal centro e dai vialoni, ti ritrovi in quartieri poverissimi, con tanti bambini
scalzi, tanta gente che chiede la carità. Poi parli con la gente e ti si conferma l'impressione che
il Portogallo di oggi sembra proprio l'Italia dell'immediato dopoguerra.
La settimana di presenza libertaria può essere valutata positivamente o no?
La partecipazione della gente è stata scarsissima, quasi nulla: eppure l'iniziativa, preparata da
mesi, era stata propagandata (anche all'estero). Un giudizio sulla settimana non può che essere
negativo, anche se è necessario comprenderne le ragioni. La principale è legata alla generale
situazione politica portoghese ed in particolare a quella del movimento rivoluzionario -
realisticamente presentata dal compagno Julio Figueras nel suo articolo sul numero di aprile di
"A".
Parlando con i compagni, con i giovani, che impressione hai ricavato?
Positiva. C'è molta vivacità, voglia di conoscere, di lottare. Molti hanno voluto cercare di capire
il "fenomeno italiano", la lotta armata, il "movimento" ed anche la situazione specifica del
movimento anarchico in Italia.
Molti giovani partecipano a collettivi di lotta, soprattutto di quartiere, fanno giornaletti, tentano
di organizzarsi e di estendere le lotte. Ma la situazione generale non permette grandi illusioni,
dopo che quelle dell'immediato post-25 aprile '74 sono state stroncate dalla progressiva
involuzione del Portogallo.
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