rivista anarchica
anno 30 n.265
estate 2000


clericalismo

L'ordine naturale
di Cristina Gramolini

La Chiesa e la destra ancora in sintonia sull'omosessualità.

Claudie Lesselier, una studiosa degli Archivi Lesbici di Parigi, ha evidenziato nelle sue ricerche la solidarietà dei punti di vista di Chiesa cattolica e di destra populista a proposito dell’ordine dei sessi.
Tanto per la Chiesa cattolica quanto per la destra populista l’ordine socio-sessuale emerge dalla Natura e su di essa si fonda, almeno fino a che non intervengano processi degenerativi a determinare assetti antinaturali portatori di decadenza. Per gli integralisti la Natura è prescrittiva in quanto creazione divina ma anche le correnti pagane dell’estrema destra concordano sul carattere paradigmatico della Natura: in nessun modo si ipotizza che la Natura possa essere una costruzione ideologica e storica, ci si attiene invece a un presunto carattere oggettivo e autoevidente del suo ordine. La Natura per la Chiesa e per la destra populista, tradizionalista o pagana, indica chiaramente che i sessi biologici sono due, originariamente differenti e complementari, pertanto finalizzati a distinti compiti sessuali e sociali, pur nella pari dignità. Tale dignità permane se si osserva il proprio destino, viceversa viene meno e lascia il posto alla degradazione. La Chiesa è molto chiara in proposito: “Qualsiasi cosa violi la complementarietà della donna e dell’uomo, qualsiasi cosa impedisca la reale comunione di persone secondo la complementarietà dei sessi offende sia la dignità della donna che dell’uomo” ha detto Woitila ai vescovi statunitensi in visita ad limina nel 1988. Il Catechismo della Chiesa cattolica, promulgato dallo stesso Giovanni Paolo II nel 12, recita alla n. 2357: “gli atti omosessuali sono intrisecamente disordinati. Sono infatti contrari alla legge naturale, precludono all’atto sessuale il dono della vita e non sono frutto di vera complementarietà affettiva e sessuale. Non possono essere approvati in nessun caso.”


Il linguaggio della Chiesa

Sembra che questa intransigenza dottrinale fornisca alle destre la giustificazione ideologica dei programmi di restaurazione della società dei valori. Le destre paventano che la confusione tra i sessi e tra le funzioni dei sessi origini la decadenza della civiltà: è l’Occidente cristiano che tramonta spiritualmente e storicamente affossato dall’omosessualità e dalla sterilità del nuovo ordine dei sessi mentre incombono la bomba demografica del Terzo Mondo e l’invasione straniera. Lesselier, nel suo L’extreme droite et les femmes (Golias 1997), scrive: “L’evoluzione demografica è un campo favorito da questo catastrofismo, anche se ciò non vale solo per l’estrema destra. L’omosessualità, se autorizzata a manifestarsi pubblicamente, va a generalizzarsi e dare luogo alla fine del mondo. Il lavoro delle donne all’esterno della famiglia causa il crollo della famiglia, la delinquenza e l’uso della droga” e cita Le Pen: “Immigrazione, droga, prostituzione, omosessualità, AIDS. Il cerchio infernale è completo. Con la benedizione di un apparato politico la cui sola missione sembra essere quella di accelerare il degrado morale e fisico della Francia e il suicidio dell’Occidente”.
La Salvezza, cioè l’ordine morale politico cominciano dalla vera famiglia, quella in cui si viene educati dalla madre sotto la guida del padre, in cui cioè si viene nutriti dalla tradizione, nella fedeltà al sangue e alla terra.
Lesselier richiama l’attenzione sul linguaggio utilizzato dalla Chiesa e dai cattolici intransigenti il quale, mentre pretende di fissare i comportamenti umani, simula senso civico e umanesimo: si vedano le parole d’ordine della “difesa della differenza femminile” o della “lotta contro eugenismo e genocidio” rappresentati dalla pratica dell’aborto. Lesselier segnala che la campagna contro l’interruzione volontaria di gravidanza nasconde un certo antisemitismo in quanto, presentando l’aborto come il più importante genocidio, o il solo vero, si avvicina sempre più al negazionismo.
Tornando al tema dell’omosessualità, e in generale dell’anticonformismo di genere, la Chiesa respinge come odiosa calunnia l’accusa di avere intenti discriminatori e, maestra di autoassoluzioni, prefigura come libera la vita delle persone omosessuali che vivono nascoste. Nelle Applicazioni per la cura pastorale delle persone omosessuali del 1993 si legge: “La tendenza sessuale di un individuo non è in genere nota ad altri a meno che egli identifichi pubblicamente se stesso come avente questa tendenza o almeno qualche comportamento esterno lo manifesti. Di regola la maggioranza delle persone a tendenza omosessuale che cercano di condurre una vita casta non rende pubblica la sua tendenza sessuale. Di conseguenza il problema della discriminazione in termini di impiego, alloggio, eccetera, normalmente non si pone. E ancora “la tendenza sessuale non costituisce una qualità paragonabile alla razza, all’origine etnica, etc, rispetto alla non-discriminazione. Diversamente da queste la tendenza omosessuale è un disordine oggettivo e richiama una preoccupazione morale.


L’espulsione dei devianti

Vi sono ambiti nei quali non è ingiusta discriminazione tener conto della tendenza sessuale; per esempio nella collocazione di bambini in adozione o in affido, nell’assunzione di insegnanti o allenatori sportivi, nel servizio militare. La Lettera del 1986 della Congregazione della Dottrina della Fede ai Vescovi sulla cura pastorale delle persone omosessuali diceva “la doverosa reazione alle ingiustizie commesse contro le persone omosessuali non può portare in nessun modo a ritenere che la condizione omosessuale non sia disordinata. Se poi tale valutazione viene accolta e di conseguenza l’attività omosessuale viene accettata come buona, oppure se viene introdotta una legislazione civile che protegga un comportamento al quale nessuno può rivendicare un qualsiasi diritto, allora né la Chiesa né la società nel suo complesso dovrebbero poi sorprendersi se anche altre opinioni e pratiche perverse guadagnano terreno e se i comportamenti irrazionali e violenti aumentano”. Eloquentemente il 16 maggio1999 il vescovo di Como, Alessandro Maggiolini, ha scritto su La Provincia “Arriviamo agli omosessuali. Sono diseguali rispetto a una qualche generalità delle persone umane a loro stessa ammissione. Non a caso si dichiarano talvolta rabbiosamente - diversi - e rivendicano i diritti di tutti. Ebbene anche gli omosessuali hanno pieno diritto di essere rispettati, pur nel riconoscimento di una loro anomalia. Sarebbe come disprezzare uno perché è guercio, zoppo, gobbo. Semmai si può, e forse si deve, riconoscere l’esigenza di una terapia che porti a una qualche normalità”.
La sintonia fra l’ideale ecclesiastico e i valori della destra trova applicazione concretissima nella polemica chiassosa aizzata a proposito della manifestazione dell’orgoglio omosessuale dell’8 luglio 2000: una staffetta mirabile si è verificata tra le dichiarazioni vaticane e quelle di Alleanza Nazionale, a conferma del ruolo irriducibilmente regressivo della Chiesa cattolica ufficiale.
Attualmente né la Chiesa nè le destre propongono persecuzioni o repressioni tuttavia esigono l’espulsione dei devianti dalla scena pubblica, culturale e legislativa, per scongiurare l’emulazione e il contagio. La rivendicazione gay e lesbica del riconoscimento delle coppie omosessuali, di per sé integrazionista e moderata, acquista radicalità e dirompenza relativamente all’anatema ecclesiastico-reazionario: l’ordine dei sessi non è più univoco se la legge si fa garante di una pluralità di scelte familiari.

Cristina Gramolini
(ArciLesbica)

 

Per un Manifesto Lesbista nell’anno del giubileo 2000

La Chiesa cattolica considera destabilizzante l’attivismo del movimento omosessuale perché spezza la morale unica, e noi, anziché smentire, siamo consapevoli che tradurre politicamente l’omosessualità è dirompente, in quanto annulla la pretesa universalità dei principi cattolici. Noi lesbiche non vogliamo tacere che le donne, i laici, la stessa democrazia hanno molto da rimproverare alla Chiesa cattolica.
Il divieto all’uso di anticoncezionali è ostinatamente confermato, in spregio alla mortalità infantile, nelle zone non sviluppate del mondo. La condanna dell’omosessualità determina in molti gay e in molte lesbiche il disprezzo di sé, mentre costituisce una giustificazione per coloro che offendono le persone omosessuali. Il veto contro l’aborto determina molte morti fra le donne che non possono pagarsi medici preparati.
Tutte le associazioni religiose devono essere libere ma senza determinare lutti, mutilazioni, né umiliazioni della persona umana.
Ogni progresso del vivere associato nel segno della libertà di pensiero e di stile di vita si è affermato in Italia malgrado le opposizioni e le condanne della Chiesa. Anche in questo passaggio, nonostante il giubileo, vogliamo andare avanti a modificare la convivenza civile.
ArciLesbica promuove un Manifesto Lesbista per il World Pride, aperto alle adesioni di donne e uomini che vorranno sottoscriverlo in difesa del pluralismo, della democrazia e della libertà di scelta.

L’8 Luglio 2000 manifestiamo a Roma
CONTRO la sovranità dimezzata dello Stato italiano, dovuta all’interferenza della giurisdizione ecclesiastica
PER l’abolizione del Concordato craxiano, erede dell’accordo tra fascismo e santa sede
CONTRO l’obbligo a essere credenti
PER la legittimità intellettuale e morale dell’ateismo
CONTRO i finanziamenti alla scuola privata, confessionale e aziendale
PER una scuola pluralista e critica
CONTRO la gravidanza coatta e contro l’eterosessualità obbligatoria
PER l’autodeterminazione delle donne in materia di sessualità, maternità, stile di vita
CONTRO le violenze dell’integralismo, della superstizione e dell’ignoranza
PER una società garante della libertà di esprimere le individuali convinzioni morali e culturali
CONTRO il modello unico di famiglia
PER il riconoscimento giuridico delle unioni fra persone dello stesso sesso
CONTRO i sessisti, gli omofobi e i razzisti
PER l’uguaglianza fra i cittadini, senza distinzione di sesso, di orientamento sessuale, di razza
CONTRO il sacrificio di vite umane in nome dei dogmi sulla Vita
PER la difesa degli esseri viventi, per il metodo della riduzione del danno
PER ADESIONI: FAX 02.55210359    E-MAIL zabia@tiscalinet.it

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