rivista anarchica
anno 30 n.266
ottobre 2000


 

Un libro sul futuro dell'energia

Mai come in questi giorni stiamo avvertendo in tutta la sua impellenza la necessità di ripensare le scelte energetiche della nostra società, nel senso di costruire da subito un'alternativa fondata sulle energie rinnovabili, le uniche in grado di garantire uno sviluppo anche alle generazioni future.
Gli ultimi decenni della civiltà capitalista, infatti, si sono contraddistinti per un insensato sperpero delle risorse. Dal 1950 al 1990 i consumi sono quasi quintuplicati. Se la crescita manterrà questo ritmo, in una cinquantina d'anni si esauriranno tutte le riserve di uranio, petrolio e gas. Questo tipo di evoluzione sta provocando inevitabili cambiamenti climatici, gravi forme di inquinamento e infine gravi conflitti tra Stati per appropriarsi delle ultime riserve di combustibili fossili. Le nostre società si ritroveranno presto con le spalle al muro e dovranno cambiare radicalmente il loro modo di vita e il cambiamento sarà tanto più doloroso quanto meno sarà stato preparato.
L'ultimo libro edito dalla Biblioteca Franco Serantini, curato dall'associazione svizzera ADER (Association pour le dévelopement des énergies renouvelables), L'energia al futuro. Il Sole e le altre fonti rinnovabili: un'alternativa di sviluppo sostenibile per il XXI secolo (pp. 248, ill., L. 30.000), con l'introduzione di Giorgio Nebbia, esamina con metodo e rigore scientifico quali potranno essere le conseguenze a lungo termine dello sviluppo economico del neoliberismo e della globalizzazione, e in particolare dell'espansione economica sfrenata e del degrado delle condizioni di vita sul pianeta.
Il libro mostra, altresì, come una politica energetica fondata sull'impiego delle energie rinnovabili sia compatibile con la sopravvivenza di una società "tecnologica" a dimensione umana, a condizione però di agire da subito puntando sulla funzionalità e soprattutto sulla decentralizzazione.
Purtroppo, nonostante questa alternativa sia materialmente disponibile, molte sono le resistenze - politiche e culturali - alla sua applicazione.
È evidente lo stallo decisionale, sulle tematiche ambientali e non solo, degli esecutivi "verdi" e anche dei "progressisti" che governano attualmente i paesi industrialmente avanzati sia in Europa che negli Stati Uniti. Le relazioni sempre più forti e intricate tra l'economia, la finanza e la politica fanno sì che nessun cambiamento coraggioso possa scaturire da questi ambiti.
Rimane solo la società, o meglio noi stessi, che attraverso le nostre scelte quotidiane possiamo essere in grado di condizionare e mettere in crisi tutto l'apparato teorico e strutturale del neoliberismo. Se, infatti, le scelte ambientali si decidono nell'ambiente fisico, sociale e culturale, non ci si possono aspettare decisioni che siano avulse dalla consapevolezza delle popolazioni, dallo loro conoscenza dei problemi e delle possibilità concrete di soluzione.
Una tale politica implica indubbiamente una svolta verso modelli comportamentali più sobri e anche l'abbandono di certi prodotti e servizi di utilità marginale ma apre, altresì, nuove prospettive che gli schemi di pensiero centralizzatore e statalista che hanno accompagnato lo sviluppo delle energie non rinnovabili ci avevano nascosto.
ADER (Association pour le Dévelopement des Énergies Renouvelables), L'energia al futuro. Il Sole e le altre fonti rinnovabili: un'alternativa di sviluppo sostenibile per il XXI secolo, introduzione di Giorgio Nebbia, pp. 248, ill., L. 30.000)

BFS

 

Settembre per sempre

Sia chiaro: questo ( Settembre per sempre, di Gianfranco Pugni) non è un libro semplice, nel senso di una lettura agile e scorrevole, anzi: è diviso in tanti piccoli capitoli a tratti quasi monografici. Una sorta di accurata dissezione di quel fine luglio milanese del '43, che permetterà poi a Gianfranco riflessioni di più ampio respiro nella seconda parte concernenti l'intero panorama italico. Una miriade di nomi, osservazioni, dati, fatti che richiedono al lettore una certa concentrazione. Asserzioni che porteranno alla definizione di un Settembre per sempre, cioè di una stagione che avrebbe potuto cambiare tutto, e che invece alla resa dei conti ha cambiato veramente poco. Gianfranco parte da quel 25 luglio 1943, in cui Badoglio in combutta col re Vittorio Emanuele terzo si libererà di Mussolini e governerà il paese per 45 giorni, il tempo necessario per preparare la fuga (più di 40 vagoni ricolmi di ogni ben di dio della casa reale "evaporarono" in Svizzera).
Pietro Pugni, muratore anarchico e nonno di Gianfranco, partecipa alla rivolta di San Vittore, esplosa non appena cominciò a circolare la voce che il duce si era dimesso. Finirà la sua vita con un colpo di pistola alla testa sparato a bruciapelo, senza essere stato giudicato da nessuno. Furono tre giorni infuocati in cui il regio esercito pensò bene di giocare al tiro a segno coi detenuti per un paio di giorni, e concluse la vicenda producendo ben sette cadaveri, tra fucilazioni e "morti per causa imprecisata". Settembre per sempre contiene la ricostruzione minuziosa di quegli eventi, pur effettuata tra mille difficoltà ed imprecisioni documentali, ma già di per sé molto significativa, per non dire simbolica. Il fascismo non si era certo concluso, sebbene tornassero di moda le uniformi dell'esercito regio: la cosiddetta "circolare Roatta", che disciplinerà il mantenimento dell'ordine durante quei giorni, non farà altro che inasprire in termini militari le possibilità di reazione nei confronti di chi del fascismo non ne poteva più. Ma Gianfranco Pugni non si ferma certo qui: ne approfitta per descrivere la Milano di quei tempi, le contraddizioni sociali e la miseria che la caratterizzavano.
E soprattutto sente il bisogno di parlare di S. Vittore e delle rivolte susseguitesi nel carcere milanese, perché una città si descrive innanzi tutto parlando delle sue carceri e del loro "scomodo" contenuto... Nel caso specifico, la rivolta avveniva in un carcere in cui la presenza operaia ed antifascista era divenuta massiccia: vi erano stati gli scioperi del marzo '43 che avevano sorpreso le autorità, e nella primavera di quello stesso anno i detenuti politici erano arrivati ad essere quasi la metà dei reclusi.
Attenzione: questo libro vi farà incazzare. Non perché il suo autore sia particolarmente infervorato nel denunciare i misfatti di quel periodo, anzi. Il tono narrativo è assolutamente pacato, forse non " scientifico" ma sicuramente molto descrittivo, sostanzialmente neutro. Lo si nota anche nei toni usati per il movimento resistenziale, mai glorificanti e retorici. Descrive la guerra per quello che è, un evento crudo in cui tanti figli di puttana (fascisti...) si arricchiscono a più non posso, in cui talvolta una rabbia cieca esplode anche da parte di coloro che hanno combattuto per la giustizia. Basta dire la verità per suscitare un moto di indignazione in una persona, tutto qui. Ed è un po' raggelante la sua tesi riguardante il continuismo caratterizzante la recente storia d'Italia, ma è sostanzialmente condivisibile. Dopotutto il fascismo non aveva fatto altro che inasprire la repressione che già il governo regio esercitava in Italia. L'impianto burocratico-legislativo preesistente fu in realtà assimilato senza problemi da Mussolini, il quale non fece altro che raffinare i già numerosi strumenti che la reazione aveva a sua disposizione. Ed a sua volta anche la cosiddetta "prima repubblica" fagocitò progressivamente tutto ciò che di fascista era possibile ingurgitare, complice la famigerata amnistia del guardasigilli Togliatti, un provvedimento sicuramente avventato, o quantomeno da promulgare con maggiore cautela...
Di questo parla la seconda parte del libro. Di tutti quei fottuti riciclati che si sono ripresi il potere. È centrale nella narrazione la testimonianza del Dott. Sofo Borghese, giudice del tribunale territoriale di Milano nei 45 giorni di Badoglio, coinvolto quindi nella presentazione all'obitorio dei cadaveri crivellati dei detenuti di San Vittore il 28-07-1943. La sua carriera è esemplare, e Gianfranco lo definisce "un autentico viaggiatore dei tempi italiani" : ex avvocato militare nel regno dei Galla e Sidano durante l'occupazione coloniale fascista dell'Africa Orientale Italiana; ex capitano giudice militare del Regio Esercito Italiano operante nei Balcani e zone limitrofe nel Tribunale di Guerra dell' XI Armata; ex giudice di sorveglianza militare del tribunale militare di Milano dal 1° Ottobre 1941 fino al 30 Settembre 1943; ex giudice del tribunale militare di Milano nel periodo della repubblica sociale con il grado di Capitano prima e di Maggiore poi; ex giudice di tribunale nel secondo dopoguerra; ex funzionario nel ministero di grazia e giustizia negli anni dell'affermarsi della supremazia politica democristiana (Capo Segreteria Direzione Generale per gli Istituti di Prevenzione e di Pena); ex Magistrato della corte d'Appello di Roma (I sez. civile); Ex Magistrato della II sez. penale della Corte di Cassazione italiana proprio nel periodo dell'apogeo democristiano (una legge del 1963 elevò il numero dei consiglieri di cassazione da 352 a 579 ...); concluderà la carriera alla fine degli anni '80 con la presidenza di sezione della stessa suprema corte.
Nel corso della sua carriera il Borghese scriverà molto, rilasciando qua e là autentiche testimonianze da "manuale di sopravvivenza" valido per tutte le stagioni. In sostanza era convinto che il nuovo ordinamento, una volta consolidatosi, dovesse operare in guisa tale da far rientrare nei propri ranghi gli elementi del tramontato assetto politico. E questo è successo nella formazione della cosiddetta "prima Repubblica". Ed è da rimarcare che la seconda Repubblica non è ancora nata, almeno da un punto di vista legislativo: sta ancora finendo di digerire la prima...
Tutto questo è Settembre per sempre, un libro sulla complessità del potere e della sopravvivenza, un crudo sguardo disincantato su una stagione destinata davvero a durare fino ai giorni nostri. E probabilmente anche per il futuro...

Mario Bossi

Il libro "Settembre per sempre" è disponibile nelle librerie di Milano (Calusca, Feltrinelli, Utopia e poche altre) al prezzo di Lire 22.000.
I lettori di "A Rivista Anarchica" lo potranno richiedere all'USI Sanità - Viale Bligny, 22 - 20136 Milano. Tel e fax 02/58 30 49 40 - al prezzo di Lire 15.000 con spese di spedizione a carico del destinatario.

 

RIVISTA STORICA DELL'ANARCHISMO
Semestrale di storia e cultura libertaria
A. 7, n. 1 (13) Gennaio-giugno 2000
pp. 144, ill. L. 30.000
Abbonamento annuale L. 50.000
Sommario:
Maurizio ANTONIOLI, Arthur Lehning e le carte della rivoluzione.
Ettore CINNELLA, Machno nella rivoluzione ucraina del 1917-1921.
Mark BEVIR, La nascita dell'anarchismo etico in Gran Bretagna 1885-1900.
Roberto BERNARDI, Sindacalismo rivoluzionario e fascismo.
Charles JACQUIER, Jean Bernier lettore di Ante Ciliga.
Roberto GIULIANELLI, L'Anarchia nelle enciclopedie e nei dizionari italiani.
Note sulla storia di un lemma.


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