rivista anarchica
anno 30 n.268
dicembre 2000 - gennaio 2001


narrativa

Dio la benedica dott. Kevorkian
di Kurt Vonnegut

Con questo titolo esce in queste settimane nelle librerie l'ultimo libro di Vonnegut. Proprio l'ultimo.

 

Dopo aver dichiarato che, dopo Cronosisma, non avrebbe più scritto, ecco invece che Vonnegut ritorna con queste "conversazioni terminali" (Kurt Vonnegut, Dio la benedica dott. Kevorkian, 80 pagine, 10.000 lire). E torna in modo singolare, da par suo solo, riuscendo a fare della morte una qualità, un luogo, una situazione. In questo volumetto, insieme divertente e amaro, Vonnegut è un inviato radiofonico dall'incerta soglia della vita, su cui scivola avanti e indietro grazie a un uso letterario della macchina per l'eutanasia del famoso "dott. Morte". Di lì intervista, con l'umorismo nero che gli è congeniale, una ventina di personaggi defunti ma rigorosamente vissuti e un personaggio vivo ma rigorosamente inventato. I brani che seguono riportano le interviste post mortem all'avvocato Clarence Darrow e all'attivista Vivian Hallinan.

Clarence Darrow

Il dottor Jack Kevorkian mi ha di nuovo slegato da quella che è diventata la mia lettiga personale, qui nella cella per le iniezioni letali del carcere di Huntsville, Texas. Jack ha diretto le quindici esperienze di quasi morte controllata che ho fatto finora. Ehi, Jack, vai così! Durante il viaggio di questa mattina lungo il tunnel celeste che conduce alle porte del paradiso è venuto a cercarmi Clarence Darrow, il grande avvocato difensore americano morto da sessant'anni, ormai. Voleva che gli ascoltatori della WNYC sentissero la sua opinione sulle riprese televisive nelle aule dei tribunali. "Per me sono le benvenute" ha detto, se ci potete credere. Quest'uomo, con la reputazione di un gigante, veniva da una povera cittadina agricola dell'Ohio.
"La presenza di quelle telecamere è l'ammissione definitiva" mi ha detto, "che i sistemi giudiziari di ogni tempo e di ogni luogo non si sono mai preoccupati se si faceva o non si faceva giustizia. Come i giochi dei Romani, i sistemi giudiziari sono i mezzi con cui i governi iniqui – e non esiste altra forma di governo – intrattengono la gente con vere vite in palio".
Ho ringraziato l'avvocato Darrow per aver reso la storia americana più umana di quanto sarebbe stata senza di lui, con la sua eloquente difesa in tribunale dei primi organizzatori dei sindacati operai, degli insegnanti di verità scientifiche impopolari, e per il suo violento disprezzo per il razzismo, e per il suo disgusto per la pena di morte. E il defunto, il grande avvocato Clarence Darrow, mi ha detto solo questo: "Ho fatto del mio meglio per intrattenere".
Ora stacco e vi saluto. Ehi, Jack, che ne diresti se andassimo in città a mangiare un boccone in un buon ristorante messicano?

 

Vivian Hallinan

Jack Kevorkian e io credevamo di conoscere tutti i rischi che correvo durante le esperienze di quasi morte controllata che mi ha fatto fare. Oggi, invece, mi sono innamorato di una donna morta! Il suo nome è Vivian Hallinan.
Quella che mi ha fatto venir voglia di conoscerla è stata una parola nel titolo del suo necrologio sul "New York Times": "Vivian Hallinan, 88 anni, decana di una colorita famiglia della Costa Occidentale". Cos'era a rendere "colorita" una persona o addirittura un'intera famiglia? Nell'aldilà avevo intervistato persone che erano state brillanti, influenti, coraggiose, carismatiche o quant'altro. Ma che diavolo significava "colorito"? Mi vennero in mente due sinonimi possibili: "stravagante" o "pittoresco".
Finalmente ho decifrato il codice. "Colorito" – sul "New York Times" – significa incredibilmente bello, elegante e ricco, ma socialista.
Volete che vi faccia un discorsetto "colorito"? Il defunto marito di Vivian, l'avvocato Vincent Hallinan, pieno di soldi fatti trafficando in beni immobili, nel 1952 si candidò alla presidenza degli Stati Uniti per la lista progressista! Fino a che punto si può essere pittoreschi e stravaganti, persino in California?
Ve lo dico io. Vincent fece sei mesi di carcere per la sua clamorosa difesa del leader sindacale Harry Bridges, accusato di essere comunista negli anni del maccartismo. Vivian passò trenta giorni in gattabuia per condotta indegna da parte di una signora durante una dimostrazione per i diritti civili nel 1964.
E sentite questa: i suoi cinque figli maschi erano tutti alla dimostrazione insieme a lei, e uno di essi, Terrence, oggi è procuratore distrettuale a San Francisco!
In paradiso si può avere l'età che si vuole. Mio padre ha appena nove anni. Vivian Hallinan ha scelto di averne per sempre ventiquattro, ed è un pezzo di ragazza che ti lascia senza fiato! Le ho chiesto se le piaceva che la definissero "colorita".
Mi ha detto che avrebbe preferito essere chiamata nello stesso modo in cui Franklin D. Roosevelt era chiamato dai suoi nemici: "Un traditore della sua classe".

Kurt Vonnegut