rivista anarchica
anno 31 n. 273
giugno 2001


ai lettori

Anti G8

 

Questo numero esce a 44 pagine, 8 in meno di quella che ormai è diventata da lungo tempo la foliazione-base di "A". In compenso, il prossimo numero (che coprirà l'intero periodo estivo) avrà una particolare consistenza.

Dibattito G8. Anche in vista della grossa mobilitazione internazionale contro il G8 a Genova, il prossimo mese di luglio, prosegue la pubblicazioni di materiali inerenti sia la protesta contro i potenti della Terra sia le tematiche connesse.
Com'è ormai nostra consuetudine da lungo tempo, la rivista ritiene suo compito principale quello di ospitare opinioni, testimonianze, riflessioni di segno diverso, senza alcuna volontà di "dare la linea". Il nostro obiettivo è quello di stimolare un dibattito, che vada aldilà degli slogan e delle stantie ripetizioni di luoghi comuni.
Tra questi luoghi comuni, ce n'è uno che merita, a nostro avviso, un'attenzione particolare. Ed è quello secondo cui alla radicalità di una contrapposizione (in questo caso, contro i potenti della Terra) deve necessariamente corrispondere una visibile "durezza" dello scontro con le forze dell'ordine. Noi non vediamo questo nesso, anzi. Riteniamo che tanto più le nostre manifestazioni sono dichiaratamente nonviolente, quindi off limits per violenti e provocatori di ogni risma, tanto maggiore può essere il tasso di partecipazione e la comprensibilità della nostra opposizione.
Di fronte ad un Potere che ha dimostrato di non amare particolarmente le mobilitazioni del "popolo di Seattle", la nostra risposta deve programmaticamente escludere la stupidità di cadere nella logica "militare", del voler "conquistare" la piazza a tutti i costi, della "copertura" verso quei gruppi o individui che si fanno forti della massiccia presenza popolare per dar sfogo alla propria "rabbia". Non è assaltando i McDonald's o gli altri edifici simboli di un sistema che non ci piace, che convinceremo qualcuno ad avvicinarsi alle nostre posizioni.
La violenza non fa parte del nostro DNA ne del nostro orizzonte. Noi vogliamo partecipare a manifestazioni in cui possano essere presenti anche bambini, vecchi, handicappati, persone che non sono preparate allo "scontro" e che – quando questo si scatena – ne sono inevitabilmente le prime vittime. Sulla "cattiveria" delle forze dell'ordine non abbiamo dubbi: sappiamo che, obbedendo agli ordini dei loro superiori, sono pronte – come a Napoli – a scatenare una violenza indiscriminata (e proprio sui fatti di Napoli pubblichiamo la presa di posizione di Amnesty International). Ma altrettanto ci è chiaro il ruolo di chi (anche a Napoli, come testimoniava sullo scorso numero Alessandro Bresolin) si è fatto scudo delle presenza popolare per fornire pretesti alla violenza delle forze dell'ordine.
Non facciamo della nonviolenza una religione e sappiamo che in determinate situazioni il ricorso alla violenza può essere l'unica "via di fuga". Ma noi di "A" – e non solo noi – da molto tempo andiamo sottolineando i grossi pericoli che il movimento – quello anarchico come quello più generale di contestazione anti-G8 – corre, se non saprà far piazza pulita di posizioni e comportamenti "estremisti" e violenti che, decisi ed attuati da pochi, finiscono per coinvolgere tutti. Già visto e già dato, grazie.

Volantone anti-G8. Con gli occhi puntati su Genova, ma anche oltre, pubblicheremo sul prossimo numero, nelle pagine centrali di "A", un volantone di 16 pagine curato da Zelinda Carloni e Adriano Paolella. Tirato in almeno 10.000 copie (oltre a quelle comprese in "A"), sarà distribuito a partire dall'appuntamento genovese di luglio. Una caratteristica di questo volantone è quella di essere integralmente bilingue (italiano ed inglese), in modo da poter essere compreso (e, forse, utilizzato) anche dalle migliaia di "stranieri" che verranno a Genova e, più in generale, dal "popolo di Seattle". In altre parole, si tratta di un'iniziativa editoriale contro la globalizzazione che cerca di rendersi globalmente comprensibile. Modalità e prezzi per ordinarlo saranno indicati sul prossimo numero.

Questionario. È il 30 giugno l'ultimo giorno utile per inviare il questionario pubblicato sullo scorso numero. Ricordiamo che ne esiste anche una versione virtuale, consultabile e scaricabile sul sito del Centro studi libertari www.anarca-bolo.ch/csl. Il curatore del questionario, Domenico "Mimmo" Pucciarelli, informa che nella versione virtuale sono state aggiunte alcune richieste di informazioni "dimenticate" nella versione cartacea. Chi avesse modo e voglia di integrare l'eventuale questionario già inviato, è pregato di farlo.