Rom. Nella circolare di presentazione del 2Dvd+libretto “A forza di essere vento. Lo sterminio nazista degli Zingari” parlammo di “flop annunciato”. Pensavamo davvero che dato lo scarso interesse in genere dimostrato per i Rom e i Sinti, per la loro storia e anche – in questi tempi – per gli stermini operati dai nazisti, l’accoglienza sarebbe stata a dir poco tiepida.
Ci siamo sbagliati e ne siamo contenti.
A parte i dati di vendita (aldisopra delle più rosee aspettative), registriamo un forte apprezzamento e una grande attenzione. Numerose le recensioni finora apparse su riviste e giornali (anche in rete), sempre più frequenti le richieste di presentazioni un po' in tutt'Italia. Una positiva novità per noi sono le numerose richieste di acquisto da parte di insegnanti e a volte di direttori didattici (i vecchi “prèsidi”), di Università e di scuole medie e superiori, che segnalano un uso “didattico” del nostro lavoro. Numerosi Comuni (e una Provincia) ne hanno acquistato copie da distribuire alle “loro” scuole. Istituti storici della Resistenza, circoli ARCI, ambienti partigiani e di ex deportati ci hanno contattato.
È tutto un ribollire di contatti, conoscenze, acquisti. E da fine gennaio il Dvd, oltre che in molte librerie, botteghe, centri sociali, ecc. sparsi qua e là, è reperibile anche nella rete dei punti-vendita Ricordi e Feltrinelli. Ne riparleremo.
Monte. Nel fervore degli anni Settanta, più o meno alla metà di quel decennio nato nel ’68, a Milano costituimmo il Comitato Stampa Libertaria: un coordinamento informale decisamente trasversale, perché alle sue riunioni partecipavano decine di persone – anarchici e libertari di ogni tipo e tendenza – variamente impegnate nel mondo dei media. Da compagni tipo noi impegnati volontaristicamente nella produzione di giornali del movimento anarchico (“Umanità Nova”, “A”) a giornalisti, grafici, magazzinieri di diverse case editrici. Nomi famosi e sconosciuti. Giornalisti di “Panorama” e di “Topolino”, della Fratelli Fabbri e della Rizzoli.
Fu in quel contesto, vivace e spumeggiante, che facemmo la conoscenza di Umberto Montefameglio, uomo curioso e creativo, che subito ci propose sue idee originali e spesso (secondo noi) troppo ardite per rilanciare la stampa anarchica, per abbattere quel muro invisibile che la teneva (e la tiene) rinchiusa nel “solito giro”. Umberto aveva grandi idee, ma anche un biglietto da visita quale “Il club della pipa” – la rivista da lui fondata che vendeva soprattutto in abbonamento migliaia di copie e si reggeva alla grande.
D’altra parte Umberto, nato a Metz (Francia) nel 1935, aveva iniziato l'attività giornalistica a 17 anni come aiutante del corrispondente da Torino della “Gazzetta dello sport” allora diretta da Gianni Brera. A soli 22 anni divenne giornalista professionista, restando per anni il più giovane giornalista italiano. E poi via ad una lunga serie di collaborazioni, spesso affiancando al lavoro in redazione quello in testate da lui fondate.
Personalità eclettica e anticonformista, sempre attento a tutte le innovazioni, è stato uno dei primi a credere nella diffusione e forza del web, creando uno dei portali dedicati alla letteratura agli albori di Internet e arrivando a vincere ben due premi indetti dal Sole 24ore nel 1996... Era direttore responsabile della rivista da lui fondata «Il Club degli autori» e presidente dell’omonima associazione, che ha istituito con lo scopo di promuovere gli autori esordienti ed emergenti, creatore e webmaster del network culturale http://www.club.it.
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Umberto Montefameglio |
Ma a noi piace ricordarlo per ciò che – insieme con le sue figlie – gli era più caro, cioè l’'Ideale anarchico. Il suo motto era Mia patria è il mondo intero, mia legge la libertà. In maniera carsica, comparendo e scomparendo, ci è stato vicino in questi decenni. Proprio negli ultimi mesi stava collaborando intensamente con la casa editrice libertaria Elèuthera.
Umberto è morto il 26 gennaio scorso. Tre giorni dopo, alle sue esequie, rigorosamente in forma civile, davanti al Municipio di Melegnano, a sud di Milano, c’erano tante persone: hanno parlato il sindaco, per ricordare il suo impegno per la comunità locale, e Aurora Failla (di “A”) e Massimo Varengo (della Federazione Anarchica Italiana).
Intorno c’era un gruppetto di motociclisti, tra cui un sidecar. Nonostante la non più giovane età, infatti, Umberto era un appassionato motociclista, conosciuto nell’ambiente come “nonno biker”. Aveva ideato il sito http://www.bikersclub.it.
Che tipo, l’Umberto. Noi lo chiamavamo il Monte. Ci mancherà.
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