rivista anarchica
anno 37 n. 331
dicembre 2007 - gennaio 2008


lettere

 

A proposito di Camillo Berneri

Ho letto con vivissimo interesse gli atti sul convegno di Reggio Emilia sulla personalità del compagno Camillo Berneri.
Questa volta l’autopsia del Nostro è stata più attenta e completa, si è addentrata più compiutamente e finalmente sulla originalità del suo pensiero di anarchico.
Il linguaggio mi sembra comunque assai elaborato e tale da riservarsi ad un pubblico più abituato al linguaggio filosofico (e questo soprattutto per quanto riguarda l’ottimo lavoro di Adamo!), così richiederà un ulteriore sforzo che ne faciliti finalmente una divulgazione necessaria !
Camillo Berneri era un anarchico relativista, come lui stesso preferisce inquadrare l’anarchismo, ed era anche un anarchico agnostico, ovverosia un anarchico che non si lasciava impressionare né da ideologie né tanto meno da principi. Il fatto che considerasse poi gli anarchici quali Liberali all’interno della Internazionale, già questo dovrebbe aprire gli occhi sulla sua iconoclastia.
La polemica con Max Sartin lo pose di fronte ad un ateo, che col suo dogmatismo non riuscì mai a capire la differenza tra un principio ed una opinione, contribuendo in tal modo a proseguire in quell’opera di oscurantismo nei confronti dell’anarchismo e che porterà l’anarchismo stesso fuori dalla società, fuori dal confronto, nel più allarmante isolazionismo ed emarginazione. Il Sartin, come la maggior parte dei compagni, purtroppo non si rese neppure conto del fatto che lo Stato si stava sempre più connotando come una realtà amministrativa, più che politica e che quindi il principio caro all’anarchismo “ateo” dello Stato nemico a tutti i costi ed anche in quanto tale, era ormai un principio da sottoporre, anche questo al vaglio di nuove esperienze .
Se questa giornata di studi sul pensiero del nostro compagno CB non avrà una ricaduta sulla individuazione di mezzi adeguati alla realtà odierna e tali da considerare le elezioni comunali come uno strumento amministrativo delle nostre vite e delle nostre necessità, significherà che questa autopsia si concluderà ancora con una nuova sepoltura, una nuova censura sul suo pensiero, relegando l’anarchismo ancora una volta nel ridotto di stantii celebrazionismi ed autoreferenzialita’, in compagnia del fuso e dell’arcolaio.

Alfredo Mazzucchelli
(Carrara)

Abbiamo chiesto al nostro collaboratore Massimo Ortalli di replicare ad Alfredo Mazzucchelli.

Che la struttura sociale, nel suo insieme, si sia evoluta, è un dato incontestabile. Come è incontestabile che anche le “forme” dello Stato abbiano subito mutazioni idonee a modificarne la percezione e, di conseguenza, la sua capacità impositiva. Ma, secondo noi, si tratta solo di forme. E non di sostanza, che è quella di sempre, quella che combattiamo da sempre e che anche Berneri, con l’intelligenza dell’eresia, ha sempre combattuto. Come in Spagna, del resto, quando cercò di contrastare, nei limiti del possibile, quelle che considerava le “tresche” degli anarchici con le istituzioni governative.
Indubbiamente una delle grandi lezioni di Berneri, che Alfredo Mazzucchelli ha colto pienamente, è stata quella di non cedere alle tentazioni di una ortodossia che è stata spesso mal digerita proprio dai suoi più tenaci propugnatori. La lezione contro il “cretinismo” anarchico, come qualche volta ebbe a definirlo, è sicuramente ancora uno dei suoi lasciti più preziosi e importanti.
Questo però non deve impedirci di cogliere la sostanziale differenza che, ancora oggi, e sempre più a maggior ragione, corre fra la tattica, intesa come il momento del confronto con la realtà immediata e quindi adattabile e malleabile, e la strategia, intesa come il rapporto, ultimo e necessario, fra mezzi da usare e fine proposto. E come tale, inevitabilmente rinchiusa in ambiti che non possono essere sorpassati.
Qui risiede, a nostro parere, la sostanza dell’anarchismo che continuiamo a propugnare, convinti che se dovessimo cedere sul piano della coerenza fra mezzi e fini, non solo faremmo torto a quello che Malatesta ha dimostrato essere la nostra maggiore forza, ma anche alla lezione dello stesso Camillo Berneri. Oggi, lo vediamo quotidianamente, la coerenza in ambito sociale è solo merce di scambio, oltretutto di scarsissimo valore. Uno straccio che vola fra i tanti.
Potrebbe sembrare, a volte, che essere coerenti fino in fondo possa costituire un limite. Ma se anche lo fosse, sarebbe il limite che ci permette di continuare con le nostre proposte e le nostre idee.

Massimo Ortalli


Quel dossier su Cuba

Caro Paolo,
sono bellissimi i due articoli che, sullo scorso numero, tu e Luciano avete dedicato a Pinelli.
Il dossier su Cuba, è interessante, ma lacunoso. Accanto alle pecche – imperdonabili – del regime, perché non collocare il problema nel contesto geopolitico, perché non dire che è stato il blocco imposto dall’imperialismo yankee che ha obbligato Fidel a rivolgersi all’Urss con la conseguenza di trasformare la prima esperienza libertaria nelle Americhe in una caricatura del totalitarismo staliniano; ma perché non accennare anche a tutte le conquiste portate da Fidel: tasso di mortalità infantile più basso del mondo (mentre nel resto dell’America latina è tra i più alti); tasso di alfabetizzazione più alto del mondo (mentre in America Latina come in Africa, è il più basso); speranza di vita, anche quello altissimo; ogni giovane cubano può aspirare a qualsiasi carriera, l’università è gratuita, i fitti delle case sono bassissimi, i prodotti di prima necessità (acqua, ecc.) sono quasi gratis.
Nel corso delle mie due visite a Cuba (1969, in qualità di delegato del PSIUP al congresso Culturale dell’Havana, e trent’anni dopo, nel 1999) non ho incontrato un solo bambino che non fosse ben nutrito, ben vestito e che non andasse a scuola. Sono poverissimi, è vero, ma l’isola non ha nessuna ricchezza naturale, salvo il sole e il mare, ma non ci sono differenze apprezzabili nel tenore di vita, non esiste una casta di burocrati arricchitasi a spese della popolazione.
Fidel non ha nessun conto bancario all’estero e nessuna fortuna personale. In breve, non c’è nulla di gratis in questo mondo, anche questi benefici si pagano. In quanto alla libertà di viaggiare, teoricamente è sacra, ma perché il popolo cubano dovrebbe spendere un patrimonio per portare alla laurea i suoi giovani per poi, vederseli scappare dal nemico ereditario perché lì la paga è più alta.
Morale, prima di condannare un regime in toto, ci si prenda la briga di studiare il contesto nel quale questo regime è costretto a sopravvivere.
Un affettuoso saluto anarchico.

Arturo Schwarz
(Milano)

Arturo Schwarz è un grande amico della nostra rivista, da sempre. Tra i primi ad aver sottoscritto un abbonamento sostenitore ad “A” prima ancora dell’uscita del primo numero, ci ha sempre seguito con simpatia, manifestandoci la sua stima e – in qualche occasione – il suo dissenso.
Questa volta siamo noi a dissentire da lui. Certo, l’ostilità e poi il pluridecennale embargo promosso dagli USA non hanno favorito un’evoluzione “liberal” della situazione politico-sociale a Cuba. Certo, l’analfabetismo è stato da tempo cancellato e sono state assicurate condizioni di vita generalizzate ben migliori di quelle di gran parte dei Paesi dell’America Centrale. Certo...
Ma il regime comunista, con l’essenziale contorno di Partito Unico, Lider Maximo, libertà d’opinione zero, carceri piene, omosessuali perseguitati ecc. ecc. è appunto un regime comunista, marxista, anche se nella variante castrista.
Che non ci sia una casta di burocrati distaccata dal popolo ci sembra poi un’affermazione difficilmente dimostrabile
Il regime che tiranneggia a Cuba è appunto un regime. Nega la libertà e ne perseguita gli amanti. Noi stiamo con questi ultimi. E a Fidel e alla sua dittatura comunista non possiamo né vogliamo fare sconti.

Paolo Finzi

Sono d’accordo con te quando segnali tutti i lati negativi del regime, che sono reali e senz’altro condannabili. Ma torno alla mia amara constatazione: “Non c’è nulla di gratis in questo mondo”.

Arturo Schwarz

 

 

 

I nostri fondi neri

Sottoscrizioni.
Pino Fabiano (Cotronei – Kr) 10,00; Aurora e Paolo (Milano) ricordando Giampaolo Verdecchia, 500,00; Erika Tutzschky (Bruxelles – Belgio) 10,00: Rinaldo Boggiani (Rovigo) 50,00; Alberto Ciampi (San Casciano Val di Pesa – Fi) ricordando Gianni Furlotti, 30,00; Enore Fiorentini Raffuzzi (Imola – Bo) 100,00; da eredità Eugenia Bassani (Milano) 5.000,00; Gianni Pasqualotto (Crespano del Grappa – Vi) 85,20; Francesca Pistoletti (Pisa), 3,00; Enzo Boeri (Vignate – Mi) 40,00; Paolo Tiezzi (Lecco) 100,00; Emanuela, Alessio e Rocco Tannoia (Settimo Milanese – Mi) 20,00; Giampaolo Pastore (Milano) 20,00. Totale euro 5.968,20.

Abbonamenti sostenitori.
(quando non altrimenti specificato, trattasi di 100,00 euro). Roberto Pietrella (Roma); Enore Fiorentini Raffuzzi (Imola); Gianni Pasqualotto (Crespano del Grappa – Vi); Patrizio Quadernucci (Bobbio – Pc); Alessio Sanna (Sassari). Totale euro 500,00.