rivista anarchica
anno 39 n. 341
febbraio 2009


Trentasette
anni fa


 

a cura della redazione

 

 

A volte c’è un articolo che da il là ad un intero numero, che spicca per originalità. È il caso, nel decimo numero di “A” (febbraio 1972) de “La rivoluzione domani” firmato da Amedeo Bertolo (pseudonimo: A. Di Solata), tra i fondatori della rivista (e oggi, 37 anni dopo, tra i responsabili delle Edizioni Elèuthera e del Centro Studi Libertari di Milano). Siamo in piena campagna di mobilitazione sulla Strage di Stato (varie pagine di “A” se ne occupano) e, sul’onda lunga del ’68, la parola rivoluzione resta all’ordine del giorno. Da qui parte Bertolo per una critica durissima alla mistica della rivoluzione, quale era portata avanti soprattutto dai numerosi gruppi dell’estrema sinistra marxista, spesso ferocemente divisi tra di loro ma uniti della convinzione dell’ineluttabilità dello scontro finale borghesia/proletariato (e della necessaria vittoria di quest’ultimo). In un saggio di un certo respiro Bertolo contrappone al materialismo dialettico marxista il “tradizionale” volontarismo anarchico, inserito nella originale analisi socio-economica del ruolo svolto dalla nuova classe tecnoburocratica. Significativa la conclusione del suo scritto: Dovremo allora rinunciare alla strategia rivoluzionaria o rinviarla a tempi migliori? – si domanda Bertolo – No di certo. Proprio quando la situazione è oggettivamente e soggettivamente sfavorevole alla rivoluzione, il lavoro rivoluzionario è maggiormente necessario. Dovremo abbandonare – questo sì – il gioco degli slogan falsamente rivoluzionari, per guadagnare in serietà, efficacia e prestigio. Dovremo costruire la rivoluzione anarchica nelle coscienze e nelle cose, con modestia, con tenacia, senza illusioni.

Interessante anche “I nuovi padroni”, un’analisi del potere dei dirigenti nelle imprese multinazionali svolta da Luciano Lanza (pseudonimo: Emilio Cipriano), anche lui allora redattore di “A” (e oggi direttore della nostra rivista cugina “Libertaria”). Nei primi anni della nostra rivista Lanza ha avuto il merito di seguire con attenzione le vicende economico-finanziarie internazionali, argomento perlopiù assente nella pubblicistica anarchica.

Oltre due pagine sono dedicate al “leggendario Machno”, il guerrigliero anarchico ucraino che, alla testa di un esercito insurrezionale dal 1917 al 1921, difese la rivoluzione sovietica dagli attacchi delle truppe bianche reazionarie e al contempo dell’Armata Rossa normalizzatrice comandata da Lev Trotzky. Già abbiamo avuto modo di ricordare l’importanza data dalla redazione di “A” alla storia del movimento anarchico internazionale, una scoperta più che una rivisitazione dato il generale silenzio della storiografia ufficiale su quelle pagine libertarie. E ancora una volta va ricordato che la storiografia era allora, in Italia, sostanzialmente appannaggio della cultura marxista dominante nelle Università e nell’editoria – con poche, meritorie eccezioni.

Una piccola annotazione. Dopo dieci numeri, la redazione ringrazia Marcello Baraghini per aver assicurato per un anno la direzione responsabile di “A”, nonostante non fosse anarchico. Dal numero successivo sarà Gianni Bertolo, fratello di Amedeo e lui compagno nostro, ad assumerne la responsabilità legale. E il buon Marcello continua oggi anche lui, 37 anni dopo, con le edizioni di Stampa Alternativa a battere i sentieri dell’editoria alternativa e a tratti saldamente libertaria.