rivista anarchica
anno 41 n. 359
febbraio 2011


pacchi-bomba

a proposito
dei pacchi-bomba

 

Funzionali al potere

César, il ragazzo colpito dall'esplosione nell'ambasciata cilena il 23 dicembre, è un attivista di una ciclofficina popolare di Roma. I pacchi bomba nelle ambasciate invece sono stati rivendicati da una fantomatica sigla anarchica. Questo tipo di azioni non ha nulla a che fare con le idee e con le pratiche di tutti gli anarchici che conosciamo, quelli che operano a viso aperto (anche se a loro i media dedicano molta meno attenzione), e che credono che nessuna bandiera, nessuna divisa o ideologia danno ad alcuno il diritto di violare la vita di un'altra persona. Sottoscriviamo quanto dice il comunicato dei compagni di César, che riportiamo integralmente piu' sotto: chi ha mandato i pacchi esplosivi è "qualche “sciroccato” convinto di perseguire un ideale rivoluzionario o, come spesso accade, qualche pezzo di potere che intende reagire così alle mobilitazioni studentesche ed alla crisi del sistema politico. O forse tutte e due le cose." Aggiungiamo che questi attentati, chiunque ne sia il responsabile o ne manovri, tramite infiltrati, gli esecutori, si ripetono ogni volta che risultano funzionali alla costruzione di un utile spauracchio pubblico, indicandolo (come ai tempi di Sacco e Vanzetti, come ai tempi di Piazza Fontana, di Pinelli e di Valpreda, ma oggi anche nella versione "eco-anarchica") in un movimento, come quello anarchico e libertario, che ancora oggi rappresenta una delle poche idee di cambiamento radicale rimaste in piedi nel mondo.

Matteo Podrecca, Eduardo Olmi, Francesco Albino, Tommaso Regazzo
(Roma)

Un mondo nuovo
nonviolento e libero

Il ragazzo cileno ferito dal pacco-bomba è César. Un compagno ed un amico impegnato con passione nell’esperienza della Ciclofficina Popolare della Ex Lavanderia. L’abbiamo scoperto oggi. Di improvviso, per noi, la naturale compassione nei confronti di una persona ferita non è più temperata dall’anonimato. Dietro questa notizia di rilevanza nazionale c’è una persona di cui conosciamo il nome il volto e la voce. Adesso, César è in ospedale, con 2 dita di meno e noi siamo arrabbiati. Non sappiamo chi ha mandato i pacchi esplosivi nelle ambasciate della Svizzera e del Cile. Qualche “sciroccato” convinto di perseguire un ideale rivoluzionario o, come spesso accade, qualche pezzo di potere che intende reagire così alle mobilitazioni studentesche ed alla crisi del sistema politico. O forse tutte e due le cose. Fatto sta che chi vigliaccamente colpisce nel mucchio, per qualsiasi ragione lo faccia, colpisce spesso i “poveri cristi”, le persone che lavorano per sopravvivere magari in un paese che non è il proprio o che, come in questo caso, dedicano tempo e passione ad attività sociali per un mondo migliore. L’ Associazione Ex Lavanderia è oggi stretta intorno a César a cui auguriamo di tornare presto con noi e di affrontare con forza e con coraggio le lesioni subite. Ancora di più per affermare l’idea di un mondo nuovo nonviolento e libero veramente.

Associazione Ex Lavanderia

Contro gli atti
di violenza indiscriminata

Condivido pienamente l'idea che il movimento anarchico e libertario debba pronunciarsi in maniera forte contro gli atti di violenza indiscriminata verificatisi pochi giorni fa con l'invio di pacchi bomba.
Conosco direttamente una delle persone colpite, il ragazzo cileno César, che è un attivista della Ciclofficina popolare del Centro Sociale "Ex Lavanderia" di Roma.
César non è stato semplicemente "ferito" dal pacco bomba, come è stato scritto. César è stato mutilato.
L'ultima volta che l'ho incontrato in ciclofficina, mentre lavorava, stava ascoltando un brano di Victor Jara, il cantautore cileno a cui i militari golpisti del dittatore Pinochet inflissero torture e sevizie e, prima di ucciderlo, fracassarono le ossa di entrambe le mani.
Mi chiedo se chi ha colpito César conosce Victor Jara e la sua tragica fine. Mi chiedo quale sia la differenza tra mutilare delle mani in nome del fascismo e indossando una divisa e farlo invece usurpando il nome dell'anarchismo.
Mi è impossibile tacere: come compagno, come componente della redazione di Libertaria e come militante della Critical Mass di Roma. Da diverse individualità e da diverse realtà associative mi viene chiesto "Cosa dicono gli anarchici di quello che è successo?"
Personalmente condivido sia il comunicato dell'Associazione "Ex Lavanderia" sia le riflessioni (che riporto di seguito) che altri compagni hanno proposto per un possibile nostro comunicato. E invito tutti a sottoscriverle o ad esprimersi in merito.
Un abbraccio libertario.

Pietro Masiello
(Roma)

p.s.: una delle ultime iniziative della Ciclofficina di César, svoltasi il 17 ottobre scorso, è stato un raduno ciclistico a Roma Nord, in occasione del lancio della campagna sul "consumo zero di suolo" a Roma. Sapete da dove si è voluto, simbolicamente, far partire il percorso? Dalla casa di Errico Malatesta a Piazzale degli Eroi.