rivista anarchica
anno 41 n. 364
estate 2011


antifascismo

La resistenza anarchica a Milano
Testo e foto di Andrea Perin e Dino Taddei

I libri di storia li scrivono i vincitori.

 
Pietro Bruzzi
 
Errico Malatesta

La memoria di una città, non diversamente, è scolpita a cura della sua classe dirigente nelle targhe di vie e piazze e soprattutto nelle lapidi e nei monumenti: testimonianze istituzionali, memoria filtrata e approvata da chi detiene il potere.
Milano, sebbene sia “medaglia d'oro” della Resistenza, ha visto negli ultimi anni la polvere della dimenticanza posarsi sempre più spessa sulle sue targhe e i suoi monumenti, snobbati con metodo e pervicacia dalla nuova classe dirigente di centro-destra, non di rado caratterizzata da dichiarate nostalgie fasciste. Ma anche la memoria spicciola, popolare, si è sempre più diluita tenendo mantenendo viva solo la cerimonia laica del 25 aprile, con tutta la superficialità che spesso caratterizza ogni ritualità.
Né dalle targhe né dalla memoria ufficiale è mai stato mai preso in considerazione il contributo degli anarchici alla Resistenza, come se non fosse mai esistito, tanto da non essere considerato neanche dalla memoria più popolare: non è raro, anche nell'ambito di ambienti di “sinistra”, sentire negare la partecipazione dei militanti anarchici a questa lotta.
Nessuno vorrebbe colmare queste lacune con altre pietre incise, inseguendo le stesse dinamiche del potere, ma la memoria è un bene prezioso e la conoscenza della storia della propria città è un'esperienza da coltivare.
Conoscere gli avvenimenti e legarli ai luoghi dove sono avvenuti aiuta a rendere questi eventi meno astratti e lontani, li riporta a una fisicità che si collega al nostro quotidiano; e i luoghi stessi possono risultare meno anonimi, assumere un ruolo che prima era schiacciato dalla vita quotidiana.
La città è molto cambiata in questi quasi settant'anni di storia, ma in questa sequenza di foto e relativo commento, tratte da una serata organizzata nel circolo Scighera di Milano e dedicata ai luoghi della Resistenza, si possono conoscere alcuni dei luoghi che videro la lotta degli anarchici al nazifascismo. Per non attraversare la città e ignorare cosa ci ha preceduto.

Osvaldo Brioschi compie la prima azione rilevante della
resistenza milanese: il primo ottobre 1943 fa saltare in aria
un deposito di munizioni di una batteria antiaerea
dislocata ai bordi del piazzale. Brioschi è il mito costitutivo
delle Bruzzi-Malatesta. Operaio negli stabilimenti della
Caproni, partecipò alla difesa armata della fabbrica
nei giorni seguenti all'armistizio, disarmò e mandò via
nudo un soldato tedesco presso lo stabilimento Montecatini;
dopo l'azione di Piazza Ovidio si trasferì in Valcuvia
dove prese parte alla battaglia del Monte San Martino
nella quale cadde fucilato il 18 novembre 1943.
Quel che resta dell'azienda farmaceutica 'Carlo Erba',
strategica base d'appoggio logistico per le formazioni
anarchiche. Essa fu una costante risorsa di mezzi e
materiali, in particolare l'utilizzo delle sostanze chimiche
per creare esplosivi. Lo stesso direttore dello stabilimento
Franco Valsecchi entrò nelle formazioni anarchiche
(temendo più per l'integrità dell'impianto che
per le implicazioni ideologiche di tale scelta).
All'avvicinarsi dell'insurrezione, gli operai approntarono
una mensa per 2000 persone e un ospedale clandestino
per 200 feriti. I chimici della Erba si misero a produrre gas
asfissianti per difendere la fabbrica
da eventuali attacchi tedeschi.

 

All'interno dello stabile era presente l'officina meccanica
dei fratelli Gola, nella quale, già dal 1934 Antonio
Pietropaolo (futuro comandante della II Malatesta),
finita la libertà vigilata, trovò lavoro. Durante
la resistenza divenne luogo clandestino di riunioni,
deposito di armi e centro di smistamento dei disertori.
Giampietro Rossi, figlio del portinaio, mise a disposizione
la cantina del caseggiato per installare un laboratorio
per la fabbricazione di esplosivi. Le materie prime
provenivano in grande quantità dalla 'Carlo Erba'
a tal punto che fu possibile soddisfare i bisogni
di altre formazioni partigiane.

 

In questa via aveva sede una caserma della X MAS,
la mattina del 26 aprile 1945, il distaccamento
'Nando Favilla' guidato dal tenente Quaroni (unità
clandestina infiltrata tra le fila fasciste), disarmò
gli ufficiali e costrinse alla resa la truppa.
25 aprile 1945: gli operai della 'Carlo Erba' rinforzati dal
distaccamento di Affori, occupano le scuole elementari,
trasformando l'edificio nel comando avanzato dal quale
partono le azioni che investono i quartieri nord-ovest di
Milano e bloccano l'importante arteria Comasina,
disarmando una colonna di trecento tedeschi in fuga.

 

25 aprile 1945, i partigiani anarchici occupano il gruppo
rionale fascista (sulla destra), e prendono il controllo della
centrale elettrica (sulla sinistra) garantendo la distribuzione
di energia. A difesa dell'edificio viene posizionato in mezzo
alla via un carro armato strappato ai tedeschi.
Nell'immediato dopoguerra, l'ex casa del fascio, ospiterà
una delle sedi della Federazione Comunista Libertaria.
In questo caseggiato popolare era situata
la base del distaccamento di quartiere. (Insieme a questo,
esistevano nuclei territoriali ad Affori, Chiesa Rossa,
Taliedo, Porta Romana, San Cristoforo, Pero).
Comando clandestino strategico delle Bruzzi-Malatesta.
L'appartamento presente in questo stabile fu utilizzato
per tutta la resistenza. Nei giorni insurrezionali divenne
il centro di coordinamento di tutte le brigate Bruzzi-Malatesta.
Il 25 aprile, in piena fase operativa, accadde
un incidente imprevisto. Un giovane partigiano inesperto,
lasciò partire involontariamente un colpo di mitra che ferì
ai glutei il comandante Germinale Concordia e ad una
gamba il commissario politico Mario Mantovani.

 

La resistenza anarchica in Lombardia

Le Brigate 'Bruzzi-Malatesta' prendono il nome dal rivoluzionario Errico Malatesta e da Pietro Bruzzi, nato nella provincia di Milano nel 1888, con una solidissima esperienza di militanza politica alle spalle, braccato per mezza Europa, fu uno dei fondatori delle formazioni anarchiche milanesi. Arrestato per detenzione di stampa clandestina, nel febbraio 1945 venne fucilato a San Vittore Olona, per rappresaglia da parte dei tedeschi.
Le 'Bruzzi-Malatesta' furono organizzate in quattro brigate (I e II Malatesta, I e II Bruzzi). Pur con significative differenze di effettivi (la II Bruzzi non superò mai i quaranta partigiani), possiamo stimare in 665 tra combattenti e fiancheggiatori la forza complessiva alla vigilia della Liberazione. Le azioni di guerriglia si svolsero a Milano e provincia (I Malatesta e I Bruzzi), nellle province di Pavia e di Lodi (II Malatesta forte di 343 effettivi), nella provincia di Brescia e nelle Alpi venete (II Bruzzi). Ai primi d'aprile del 1945 le formazioni entrarono nelle Brigate Matteotti d'ispirazione socialista, pur mantenendo la loro autonomia politico-operativa e, nel caso della II Malatesta, rimanendo inquadrata nella I Divisione Garibaldi SAP Pavese. In quell'occasione si decise un organigramma con Mario Perelli comandante generale, 'Michele' Germinale Concordia e 'Luciano' Antonio Pietropaolo comandanti militari, Mario Mantovani commissario politico. Il Comunista Libertario fu il loro giornale clandestino. Nella lotta caddero una decina di partigiani.
Di notevole rilievo fu anche la formazione 'Amilcare Cipriani' guidata dall'anarchico Tarcisio Robbiati che operò nel triangolo lariano. Naturalmente non tutti i combattenti di queste formazioni erano anarchici (la II Malatesta annovera anche un prete), così come non tutti gli anarchici presero parte alla resistenza nelle brigate anarchiche. Molti aderirono individualmente alle Matteotti (per esempio la giovane staffetta Giuseppe Pinelli) o nelle formazioni Giustizia e Libertà, meno nelle Garibaldi di matrice comunista. I bresciani Ettore Bonometti e Bortolo Ballarini aderirono a una brigata mista GL-Garibaldi. Caso particolare fu quello delle Brigate Mazzini d'ispirazione repubblicana che a Milano ebbero un certo peso. Nella XXI Brigata Mazzini si creò una vera e propria corrente anarcosindacalista che ebbe in D'Annunzio D'Ascola una delle figure di spicco.

Ricordando i partigiani delle brigate “Bruzzi-Malatesta”
caduti durante la Resistenza

– 1943 –
Brioschi Osvaldo

– 1944 –
Angeli Ugo
Bernini Piero
Favilla Nando
Filini Battista

– 1945 –
Bruzzi Pietro
Camussoni Angelo
Galliani Renato
Imperatrice Amleto
Sbrana Giovanni
Sposini Carlo