Il volto pensieroso di un operaio, una tabellina con l’indice del costo della vita e la scritta “+ 40% in due anni... e non è finita”. Questo in copertina. Sul retro di copertina, una donna (una casalinga, pare) con il pugno levato e la scritta “Azione diretta contro il carovita”.
Chi ha sostenuto negli anni – e ce ne sono stati – che la nostra rivista fosse un po’ “interclassista”, attenta alla cultura libertaria ma distaccata dalle lotte del movimento operaio e dei nuovi soggetti, dia un’occhiata anche superficiale al n. 33 di “A”, datato “novembre 1974”. Alla copertina e alla controcopertina descritte, fanno riferimento all’interno anche articoli di attualità economica e sociale. Evidenziamo l’anche perché anche questo numero è caratterizzato dalla contemporanea presenza di articoli di vario taglio e argomento. Ne segnaliamo alcuni.
Amedeo Bertolo si occupa delle vicende politiche, caratterizzate dalla 37a crisi di governo. Bruno Rizzi affronta la questione dell’inflazione in un saggio dal titolo “Il suicidio del capitalismo”. Roberto Ambrosoli (R. Brosio) analizza la situazione dell’agricoltura, con un occhio di riguardo per i coltivatori diretti.
In “Foto di gruppo con Sindona” Luciano Lanza (Emilio Cipriano) si occupa delle ultime vicende politico-giudiziarie del regime, incentrate sul “banchiere del Vaticano”. Con Nico Berti (Mirko Roberti) si entra nel campo della riflessione teorica: il suo “La funzione ideologica della scienza” contiene elementi di storia del pensiero anarchico e di riflessione sulla natura del potere. Interessante e utilissimo da (ri)leggersi anche oggi. Paolo Finzi si occupa dell’azione diretta, cioè dei numerosi episodi di lotta sociale promossi e realizzati aldifuori del raggio d’azione dei sindacati “ufficiali”, i quali tempestivamente li hanno condannati e li vedono come fumo negli occhi.
Ci sono poi le consuete recensioni di libri, segnalazioni di periodici, altri articoli, lettere. Tra queste ultime ci piace segnalare, firmata con la sigla F., riconoscibilissima per l’indicazione del luogo (Ghiare di Berceto, in provincia di Parma), la prima lettera inviata ad “A” da Fausto Saglia, allora nei suoi primi approcci al movimento anarchico. Da allora il buon Faustone, un mito ancora oggi nella Val di Taro, si è caratterizzato per essere – alparidel compianto Franco Pasello (ricordato da numerose testimonianze sullo scorso numero – il più grande diffusore della nostra rivista (e di Umanità Nova e di altre testate e libri vari). Centinaia gli abbonamenti da lui fatti o fatti fare, nel corso di decenni. Costante la presenza della stampa anarchica non solo in quella valle, ma in tutte le località in ci il suo lavoro lo ha portato. Un esempio di lavoratore, sindacalmente impegnato (nel sindacalismo alternativo, si intende), che ha funzionato (e tuttora funziona) come una specie di edicola vivente.
Ci piace chiudere la segnalazione di questo vecchio numero di “A” mandando un saluto a Fausto e a quelli che come lui si sono impegnati e tuttora si impegnano, perché questo mensile messaggio cartaceo raggiungesse e raggiunga ancora il maggior numero di persone possibile. Senza di loro “A” non esisterebbe o comunque avrebbe una vita grama.