Di
sicuro ci sarà chi storcerà il naso, o peggio,
nel vedere che un numero di una seria rivista anarchica è
dedicato per più di metà a una sola persona,
perdipiù a un cantautore. La rivista è questa
– “A” – e il cantautore (perdipiù
francese) cui dedichiamo pagine e pagine è un anarchico.
O meglio, tale si è definito quando ha accettato di
darsi un'etichetta. E tale è stato per un congruo numero
di anni anche sul piano concreto, militante, lavorando nel
settimanale anarchico francese e continuando – anche
dopo il definitivo abbandono di una qualsiasi dimensione militante
– a mantenere numerosi rapporti con anarchici e a restare
“fedele” (mai termine fu più inappropriato!)
a quel patrimonio di idee strane, dissacranti, fuori-dalla-norma
che chiamiamo anarchismo.
L'idea di questo dossier è venuta a due amici e compagni
scigheriani, che cioè militano nel circolo ARCI “La
Scighera”, nel quartiere periferico della Bovisa, a
Milano. Tra “A” e Scighera c'è stato fin
dalla nascita del circolo, sei anni fa, un feeling particolare
che ha portato (quasi) a una coppia di fatto: una coppia aperta,
anzi apertissima.
Lo scorso autunno/inverno alla Scighera hanno organizzato
una serie di iniziative musicali, spettacolari, culturali,
dedicate a Georges Brassens, nel 30° anniversario della
sua morte (che coincideva con il 90° della sua nascita).
E dai ricchi materiali venuti fuori da quelle partecipatissime
serate, dalle cantate, dai dibattiti, dall'entusiasmo suscitato
e vissuto con tanta gente è venuta fuori l'idea di
questo dossier. A Laila Sage e a Lorenzo Valera il merito
della primogenitura del progetto.
L'abbiamo realizzato insieme, questo dossier, e in tanti ci
hanno dato una mano. Qui ci limitiamo a ringraziarne uno,
quello che per primo ci ha fatto conoscere Brassens, il suo
giudice, le sue idee, il suo graffio, il suo anarchismo. Uno
che si chiamava Fabrizio.
la redazione di “A”