rivista anarchica
anno 42 n. 374
ottobre 2012


Trentasette
anni fa

 

a cura della redazione



Tre argomenti (e relativa immagine) campeggiano nella copertina del n. 42, novembre 1975, della rivista: i generali peruviani, la disoccupazione, l'antimilitarismo. E subito dietro la copertina, il primo interno è dedicato all'aggiornamento sul caso di Giovanni Marini, l'anarchico salernitano al centro di una vicenda politico-giudiziaria in seguito allo scontro con alcuni fascisti locali, in seguito al quale un giovane fascista, Falvella, era stato ferito a morte. La mobilitazione sul “caso Marini” è uno dei tempi portanti dell'impegno anarchico in quegli anni, nell'ambito della mobilitazione di tutta l'estrema sinistra contro il neofascismo.
Tra gli altri temi affrontati: la politica scolastica delle organizzazioni sindacali, la situazione portoghese, un'analisi del ruolo dei partiti di massa in Italia, la pedagogia libertaria e – nella rubrica della posta – un interessante dibattito sul “materialismo dialettico” tra due militanti anarchici, Daniele Moltrasio della Federazione Anarchica Italiana di Milano e il nostro collaboratore Mirco Roberti (al secolo, Giampietro“Nico” Berti).
Nelle quattro pagine centrali si affronta un tema spinoso, quasi da “cadavere nell'armadio”. Il redattore Paolo Finzi intervista Vincenzo Mantovani, ferrarese, non anarchico ma con palesi simpatie libertarie, che all'epoca stava lavorando a un libro (poi uscito per Rusconi con il titolo “Mazurka Blu”, più volte ristampato, l'ultima dalle edizioni anarchiche Samizdat nel 2002) sull'attentato al Teatro Diana di Milano nel marzo 1921. Una vicenda tragica, mai chiarita (nemmeno dall'ottimo libro di Mantovani) nella sua dinamica conclusiva, che vide tre anarchici provocare una strage, deponendo una bomba appunto in un teatro milanese, con l'obiettivo (fallito) di colpire il questore Gasti, tra i responsabili della manovra repressiva e della conseguente detenzione di Errico Malatesta e di altri esponenti del movimento anarchico. Viene riprodotta anche la presa di posizione, al solito lucida ed equilibrata, del vecchio Malatesta. Una scelta “coraggiosa”, quella della redazione di allora, che conferma la volontà di non volersi nascondere nell'affrontare, come sarà fatto con maggiore sistematicità negli anni successivi (quelli “di piombo”), la complessa e a tratti drammatica relazione tra anarchia e violenza.
La terza di copertina è dedicata a un concerto per “A”, tenutosi il 10 ottobre 1975 a Milano al Teatro Uomo (poi divenuto il Teatro Miele).
Protagonisti il duo Guy Torres Wendel (voce) / Marika Franki (arpa), la cantautrice anarchica Paola Nicolazzi (accompagnata alla chitarra dal giovanissimo figlio Roberto) e in chiusura Francesco De Gregori, nel pieno del successo dopo l'uscita dell'album “Rimmel“.

Milano, 10 ottobre 1975, Teatro Uomo.
Al concerto di Francesco De Gregori (sopra)
in sostegno della nostra rivista,
a un certo punto sale sul palco anche
Giorgio Gaber (a sinistra) presente
tra il pubblico. E insieme con Paola
Nicolazzi cantano “Addio Lugano bella”

Teatro strapieno, oltre 1.300 persone, e noi a fare “servizio d'ordine” per impedire l'entrata delle centinaia di persone che furono costrette a restare fuori: i vigili del fuoco ci avevano detto che se altre persone fossero state fatte entrare, avrebbero dovuto sospendere lo spettacolo per ragioni di sicurezza. Una copia di “A” in omaggio vene data a ognuno dei partecipanti. Il momento più significativo della serata fu l'esecuzione del tradizionale canto anarchico “Addio Lugano bella”, eseguita sul palco da Paola Nicolazzi e da Francesco De Gregori, con la partecipazione davvero inaspettata di Giorgio Gaber che, notato tra il pubblico, fu invitato appunto a salire sul palco per la sola esecuzione di questa canzone.
E l'emozione fu davvero grande, anche da parte del timido Giorgio. Di quell'intenso momento esiste una pessima e quasi incomprensibile registrazione, riprodotta in un cd prodotto dalla Cooperativa Tipolitografica di Carrara (per info: info@latipo.191.it).
In assenza di una ripresa video di questo evento, segnaliamo su youtube (http://youtu.be/k84G4ODpBsE) un'altra bella intepretazione di “Addio Lugano bella” da parte di Giorgio Gaber, insieme con Lino Toffolo, Enzo Jannacci, Otello Profazio e Silverio Pisu, nel corso della trasmisisone RAI “Questo o quello” nel 1964.