rivista anarchica
anno 42 n. 375
novembre 2012


scuola



Oliva Blues
Carlo Oliva. www.flickr.com/photos/gaia_d

Questa Guida Apache è dedicata a un amico, e perciò aspettatevi qualcosa di diverso. Tornerò normale quando mi sarà passata. Per adesso mi avete un po' blues.
Non so che tipo di musica amasse Carlo Oliva, però, per qualche motivo, il blues gli si addice. Perciò scelgo questo titolo per il mio omaggio tardivo. Che poi proprio omaggio non è: si omaggia chi è perduto, e Oliva è il genere di amico che resta stabile e irremovibile nella mia vita, affettiva e intellettuale.
Oliva è stato la mia Guida Apache. Sono molto triste che se ne sia andato, e molto arrabbiata del breve preavviso.
Insegno. Faccio la scrittrice. La seconda cosa e la prima sono connesse, sebbene io mi sforzi di rimuovere sempre la connessione: giustificare il mestiere di insegnante con quello di scrittore sarebbe per me come autorizzare la vita attraverso l'abitudine di respirare. E detto ciò, c'è bisogno di circostanze per passare dallo status di scrittore in pectore e senza pubblico, animato da un confuso e velleitario desiderio di pubblicazione, a quello di scrittore raziocinante e consapevole, con qualcosa da dire, per quanto interessante solo per pochi. Ecco: in questo passaggio, Oliva è stato una meravigliosa Guida Apache per molti di noi. Per me di sicuro.
Lo è stato e lo è.
E di qui in avanti voglio usare il presente.
Oliva è la mia Guida Apache.
Di quelle Guide che parlano poco, ma dicono ad ogni parola una direzione fondamentale. E dopo averlo fatto, annusando il vento, aggiungono un sorriso ironico che sembra ribaltare quel che hanno appena detto e suggerire: “Guarda che non mi devi prendere sul serio”. Con le mani nelle tasche e il cappello in testa, pressoché incapace di perdere la pazienza. Non credo di averlo mai visto arrabbiato, mai sentito la sua voce farsi tesa e irritata. Non ha perso la pazienza mentre lo sfinivo con richieste di pareri e consigli. E neanche quando, maldestra amica recente alla Libreria del Giallo, gli ho rovesciato addosso un piatto ancora ingombro di pasta e fagioli perché qualcuno mi ha chiesto l'ora e io mi son dimenticata di quel che stavo facendo e ho ruotato il polso. Gettando quel che restava del contenuto addosso al mio amico recente. Oliva farcito e sorridente, anche in quell'occasione, alla Sherlockiana. Con Tecla Dozio. E noi tutti. È una bella scena.

Perché questo pensiero mi conforta? Semplice.
Questo è un paese in cui uno scrittore denuncia un critico letterario perché quest'ultimo si permette di stroncare un suo romanzo. Questo è un paese in cui fare lo scrittore è un effetto collaterale dell'essere giornalista, personaggio politico, donna di spettacolo, calciatore, cuoca televisiva, ex personaggio pubblico, oppure semplicemente giovane, belloccio e vendibile. Le altre qualità, quelle effettivamente legate alla scrittura, non sono fondamentali: se ci sono, meglio, ma se ne può fare a meno. Questo è un paese in cui un politico che è stato eletto al grido “Faremo pulizia!” è sommerso dagli scandali e alla fine neanche si dimette subito quando viene fuori con tutta evidenza che ha tollerato e praticato il furto su grande scala. Fatto vacanze inspiegabilmente gratuite. Fatturato servizi improbabili. Pagato affitto, autista, parrucchiere e chi più ne ha più ne metta. Non ci pensa nemmeno a dimettersi. Alla fine lo farà, ma probabilmente scriverà una memoria difensiva che verrà pubblicata da un grande editore e diventerà un best seller. Questo è un paese in cui per diventare insegnanti bisogna fare un salto a ostacoli che neanche per entrare alla NASA. Poi, quando finalmente arrivi al traguardo e fai l'insegnante, ti ritrovi uno status sociale di poco superiore a quello dei senzatetto e uno stipendio che senza tetto ti ci ridurrà in fretta. Questo, di nuovo, è un paese in cui per diventare insegnanti bisogna fare un salto a ostacoli che neanche per entrare alla NASA. Peccato che nessun ministro si sogni neanche di inserire in questo salto a ostacoli almeno un sospetto di prova attitudinale, considerato che oggi entrare in un'aula è un atto di coraggio che incrocia due competenze di base: gladiatore e psichiatra. È piuttosto raro che uno abbia entrambi questi talenti. Questo è il paese della meritocrazia, dove le regole del merito sono incomprensibili e si applicano con lo stesso rigore insondabile di un'estrazione alla lotteria. Sicché si spende una cifra esagerata di soldi del contribuente per avallare procedure di concorsi pubblici che, alla fine dei tanti errori e dei mille ricorsi, somigliano al sistema primitivo, e molto economico, della paglia più corta.

Questo è un paese in cui Oliva, che mi ha insegnato molte delle cose che mi servono per diventare la scrittrice consapevole, schierata e responsabile che sono, è anche stato insegnante di liceo di un mio amico carissimo, che poi ha deciso lui medesimo di fare l'insegnante sul modello di Oliva, e ora è uno degli insegnanti migliori che conosco.

In questo paese, io continuo a camminare seguendo Oliva. La Guida Apache.

Nicoletta Vallorani