arte
Immortalare la piazza
di Maria Stella Granara / foto di Federico Verani, dipinti di Silvano Spelta
Le battaglie sono da sempre soggetti importanti per le arti figurative. Come vengono interpretate dagli artisti contemporanei le lotte di piazza? Partendo dalla mostra Ri-scontri. Istantanee e dipinti di lotte di piazza, tenutasi alla Scighera di Milano nel febbraio 2012, il confronto tra due sguardi: quello pittorico e quello fotografico.
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Silvano
Spelta, acrilico su tavola |
La piazza, della quale autorevoli
studiosi avevano decretato la fine parlando di “piazza
virtuale” elettronica, destinata a soppiantare quella
reale, torna a far parte del nostro quotidiano. In Grecia, negli
Stati Uniti, in Spagna, in Italia, in molti paesi del Nord Africa
la crisi ha riportato alla luce lavoratori, lavoratrici, studenti
e movimenti di vario tipo alla ricerca di una libera espressione
democratica.
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Silvano
Spelta, acrilico su tavola |
L'impotenza delle forme di lotta tradizionali, della non violenza,
soprattutto nella misura in cui non destano più l'attenzione
dei mass media, ha determinato sempre più una radicalizzazione
delle tattiche e una conseguente proliferazione di immagini
di sassaiole, distruzione di bancomat, lancio di sampietrini,
macchine e autoblindo incendiati, alla lotta corpo a corpo.
Materiale allettante per qualsiasi artista, videomaker o fotografo
si aggiri da quelle parti. Se guardiamo indietro, la storia
dell'arte è costellata di immagini di battaglie, di lotte.
La battaglia ha nella storia delle arti figurative una sua riconoscibilità,
una sua disciplina interna, convenzioni proprie. Può
proporsi come composizione di una moltitudine di nudi virili:
questi presenteranno movimenti violenti e concitati, movimenti
di opposizione, di contrasto, movimenti di estensione o di contrazione
violenta: lo vediamo nelle battaglie rinascimentali di Leonardo
da Vinci oppure di Michelangelo.
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Federico Verani, fotografia digitale |
La lotta diventa un pretesto per sviluppare la rappresentazione
della figura nuda in movimento e per mostrare come sia la forza
interiore quella che conduce alla vittoria.
L'artista del passato non è interessato alla riproduzione
di un movimento della battaglia, ma alla resa del movimento
dei corpi, della tensione. Tutto è movimento, la fredda
realtà geometrica della prospettiva fa apparire tutto
come una favola sospesa nel tempo. Il paesaggio, la natura,
sono un mezzo per darci il senso della verità dei fatti,
ma anche del valore rituale della battaglia.
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Silvano
Spelta, acrilico su tavola |
Oggi il fotografo o l'artista che si trova in piazza crea
il suo quadro, si sofferma su un oggetto, su un particolare,
su una scena concitata esattamente come allora, è un
cronista. Ma mentre nel passato dovevamo servirci di grandi
pittori o aspettare grandi guerre da rappresentare, oggi i mezzi
che abbiamo a disposizione consentono a chiunque di raccontare
la lotta di piazza.
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Federico
Verani, fotografia digitale |
Il tema della lotta di piazza è stato affrontato da
un pittore e da un fotografo in una doppia personale realizzata
alla Scighera di Milano. Si è voluto raccontare la lotta
di piazza da due differenti punti di vista, quello pittorico
interpretato da Silvano Spelta e quello fotografico da Federico
Verani. All'istantanea della fotografia en plein air
del fotoreporter, che presuppone un coinvolgimento emotivo e
fisico e l'immersione nel clima circostante, si contrappone
il silenzioso studio del pittore, che realizza il dipinto con
meticolosità e lentezza. Non che questo non favorisca
in egual modo un coinvolgimento emotivo da parte del pittore,
ma si tratta evidentemente di due modalità radicalmente
differenti di rappresentare la piazza antagonista.
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Silvano
Spelta, acrilico su tavola |
Le foto di Federico Verani riprendono il clima di Piazza Sintagma,
di Piazza del Popolo e di numerose altre piazze “calde”.
Il fotografo intervistato ha raccontato dei viaggi fatti per
queste occasioni e del piacere adrenalinico e quasi voyeristico
di trovarsi in situazioni di pericolo. Spesso nelle sue foto
compaiono primi piani e ritratti, altre volte lo scatto si concentra
sull'azione; il lancio di un lacrimogeno piuttosto che di una
pietra. Le foto, a colori, hanno tonalità fredde, quasi
a significare un certo distacco da quello che sta succedendo
intorno. Significativa la foto che ritrae un gruppo di poliziotti
in tenuta antisommossa che fronteggia dei manifestanti. Il fotografo
coglie lo sforzo e la tensione emotiva in entrambi i soggetti.
Tutto è come immobile, congelato. I colori sono tutti
sul tono dell'azzurro, il cielo, la divisa, gli scudi, le felpe
dei manifestanti. Il blu è il colore del dolore, della
sofferenza. 
Goethe diceva che se noi osserviamo quello che
succede dentro un'abitazione che ha i vetri blu, tutto ci apparirà
sicuramente più triste...
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Federico
Verani, fotografia digitale |
I dipinti di Silvano Spelta nascono da un'altra esigenza.
Pittore di lunga data ha realizzato nel passato dei dipinti
che ritraevano personaggi urbani che agivano nelle metropoli
sempre con il volto coperto. Si tratta di uomini mascherati,
come spiega Spelta. Questa ricerca è stata poi indirizzata
verso delle foto trovate su internet, foto-icone, che tutti
noi abbiamo visto migliaia di volte sui siti internet, sui giornali,
alla televisione. Spelta riproduce queste foto sulla tela: si
tratta di acrilici dai colori brillanti, con atmosfere luminose,
veristiche. Divide il colore e illumina le tele come se fossero
dei quadri divisionisti. L'artista, chiuso nel suo studio, partecipa
emotivamente a quello che vede, la pittura congela il momento
e lo rende eterno. Tra le opere quella che più racconta
il lavoro dell'artista è quella del manifestante che
appare con il volto coperto in tuta da ginnastica con alle spalle
le fiamme. È un eroe, un'icona da immolare, il personaggio
di un film d'azione. L'uomo mascherato senza identità.
Maria Stella Granara
si ringrazia per la collaborazione Andrea Perin
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