rivista anarchica
anno 43 n. 380
maggio 2013




Pezze sporche

di Bruno Bigoni


Che cosa resterà di tanto cinema italiano negli anni che verranno, quando si cercherà il segno di una presenza di pensiero e di idee e una testimonianza di cultura, se non il lezzo e il disgusto emanante dal buio dell'intelligenza e la volgarità, la violenza dei temi e delle immagini? Uno sguardo privo di qualsiasi pur minimo valore, un momento di vuoto e di vergogna da dimenticare. Persino molti dei giovani cineasti contemporanei si sono lasciati invischiare da questo cinema fatto di inutili e banali commedie.
Alcuni di loro tentano di giustificare le proprie opere con pretesti sociali o di costume o con esercitazioni psicologiche di basso cabotaggio. Sono in realtà pezze sporche, con cui si tenta di coprire il vuoto delle idee o l'ambizione e la sete di denaro o la propria nullità e il proprio fallimento in ambito culturale. Il problema, o la contraddizione che dir si voglia, sta nel fatto che sovente questi film fanno grandi incassi. Il pubblico li premia e i produttori insistono nel realizzarli.
Lo spettatore cosa può fare? Può disertare le sale, ma ciò è vero solo in teoria. In pratica ci sono molti motivi che suo malgrado lo convincono o lo attirano al cinema. L'esigenza di occupare in qualche modo il tempo libero, la forza dell'abitudine, il desiderio di evadere la realtà quotidiana e di fuggire i propri simili e soprattutto l'impossibilità, spesso fisica, di poter scegliere un altro spettacolo. In molte sale, soprattutto della provincia, i film vengono programmati di fatto dalle grandi case di distribuzione, che impongono i loro film, indipendentemente dai desideri dell'esercente. O così o niente film. Oppure: vuoi quel determinato bel film, bene, però mi devi programmare anche questo altro, che di bello ha ben poco ma su cui si è molto investito.
Ci sono città e paesi dove i gestori delle sale sono obbligati a programmare un film per settimane, indipendentemente dagli incassi e dai desideri del pubblico pagante. Pensate solo ai cinepanettoni e ai tanti inutili film, come invadono le sale sotto il periodo natalizio. Insomma uscire dal circolo vizioso è difficile e certe volte impossibile. Ciò non deve scoraggiare il pubblico curioso. Continuare a cercare film fuori dai canali ufficiali, opere che nascono da un desiderio di uscire dalle regole del gioco sporco, che fanno fatica e per questo vanno sostenute fino in fondo, anche a costo di andarle a cercare una ad una.

Bruno Bigoni