rivista anarchica
anno 43 n. 384
novembre 2013


ai lettori

abbonAmenti

Punto primo. Far quadrare i conti di una piccola cooperativa editoriale come la nostra non è semplice. Lo sa bene, per esperienza quotidiana, chiunque gestisca oggi in Italia qualsiasi piccola impresa economica.
Punto secondo. Chiunque stampi qualcosa e cerchi di distribuirlo e/o di farlo distribuire in giro – nelle edicole, nelle librerie, nei centri sociali, in genere nei circuiti “alternativi” – sa non solo a quali costi va incontro, ma sempre di più quanto ciò sia ormai di fatto impossibile o quasi.

Mettendo insieme queste due considerazioni, l'abbonamento a un periodico è sempre più la via migliore – e ormai quasi obbligata – per permetterne la sopravvivenza finanziaria e la facile “reperibilità”. Lo andiamo ripetendo da oltre 42 anni, cioè da quando ha cominciato a uscire “A”. E lo ripetiamo anche questa volta, noiosamente forse, ma più che mai convinti che o ci schiodiamo dai 600/700 abbonati paganti (cioè in regola con la nostra amministrazione) oppure si preparano tempi ancora più duri .
Potremmo fare lunghi discorsi, entrare nel merito del bilancio di “A”, ripetere quanto siano meritorie (e calanti di numero) le librerie che ancora tengono le riviste e soprattutto quelle un po' “fuori dal coro” come la nostra. Ma preferiamo scrivere meno e ingrandire il corpo tipografico, per cercare di “colpire” l'attenzione dei lettori.

Abbonatevi, dunque. Regalate un abbonamento a un vostro amico, parente, collega, ecc. Sottoscrivete un abbonamento per uno dei tanti carcerati cui inviamo in omaggio “A”: noi la rivista ai detenuti (che ne facciano richiesta e ci siano segnalati) la inviamo comunque, ma se vuoi contribuire ad “A” puoi anche inviarci 40,00 euro “per un abbonamento in carcere”. La classica “buona azione”. Se solo ne avete la possibilità, passate dall'abbonamento ordinario (€ 40,00) a quello sostenitore (da € 100,00 in su). Fate quel che potete e, naturalmente, volete.

Per parte nostra, non molliamo.