rivista anarchica
anno 43 n. 385
dicembre 2013 - gennaio 2014



Il natale dopo la crisi


Care amiche e cari amici,
anche quest'anno il natale è passato senza danni collaterali. Ne siamo usciti indenni perché abbiamo avuto il coraggio di passare alla minuscola, tanto per iniziare, togliendo alla festa la sua aura sacrale e mettendo a nudo la sua anima (chiamiamola così) smaccatamente consumista.
Certo, i risultati non si ottengono così su due piedi, ma hanno bisogno di duri sacrifici e di forza di volontà. Il nostro gruppo ha saputo mettersi in gioco, accettando di sottoporsi alla terapia di disintossicazione. Poche persone, nel complesso, ma con un grado di determinazione sufficiente a raggiungere i risultati sperati.
Prima della cura, ad esempio, ero arrivato al punto di spendere l'equivalente di sei stipendi per un totale di 244 regali di piccola e media caratura. Tralasciamo l'impatto economico. Comunque non era più vita. Ogni anno il Natale (all'epoca ancora maiuscolo) si preannunciava sempre un po' prima, fino ad arrivare all'ultimo paradosso che mi ha convinto a sottopormi alla terapia: mi sono trovato a stilare la lista dei regali sotto l'ombrellone, in piena estate, per non farmi prendere alla sprovvista dal tempo.
Natale sotto la neve, si diceva, ma era diventata una tortura che presentava il conto già in concomitanza con il controesodo estivo, come lo chiamano sui giornali... Pensateci.

“Buona crisi e una felice nuova paura”, gioco di parole
con l'inglese Merry Christmas and a happy new year
(Buon Natale e felice anno nuovo)

Primi di settembre. Siete già depressi perché vi illudevate che la vacanza fosse un punto di irreversibile contatto con voi stessi, e invece sono bastati i primi due giorni di lavoro a farvi dimenticare il meglio. Un collega cerca di rabbonirvi con il commento meno opportuno: “Dai, forza, che tra meno di quattro mesi è Natale. Si tratta di resistere...”
Il collega in questione usa ancora la maiuscola perché ci crede. Tra meno di un mese sarà lui che comincerà a stressarvi con i dilemmi natalizi: a chi fare il regalo, cosa comprare, come spingere l'economia galvanizzando i consumi, che tipo di albero allestire, artificiale o naturale...
Ma ci pensate, amiche e amici, alla nostra fortuna? Noi ci siamo liberati di tutto questo, confessandoci l'un l'altro le meschinità accumulate negli anni: le inutili abbuffate, i chili di troppo e il colesterolo in salita, i dolciumi vistosi ma senza sapore, i regolamenti di conti in famiglia, le colpe da rinfacciarsi a vicenda, i regali di riciclo fatti pur di non rimediare una figuraccia con qualche conoscente, il corollario di pacchi dono e doveri di cortesia, la cantilena degli auguri prefabbricati in rete e diffusi con un clic, oppure in sms. Gli auguri standard per tutti... che pena, ricordate?
Allora festeggiamo anche quest'anno il superamento della barbarie consumista, regalandoci il nostro augurio migliore. Che sia un anno di pieno godimento per tutti i partecipanti al nostro beneamato gruppo, i Natalisti Anonimi. E se in questo caso vale la maiuscola, è solo per il rispetto che si deve a chi ha patito a lungo l'odiosa dipendenza.
Un abbraccio a tutti voi dal futuro in arrivo.

Paolo Pasi