rivista anarchica
anno 44 n. 386
febbraio 2014




L'elemento specifico

di Bruno Bigoni


Parlare del montaggio al cinema è come parlare del cuore di un corpo umano. Senza il cuore non esiste vita. Senza il montaggio non esiste il film. Il luogo della costruzione di un film non è certo nella scrittura o nelle riprese. Solo al tavolo di montaggio si costruisce il film nella sua forma compiuta.
Il montaggio in senso tecnico è la fase finale della lavorazione di un film, quando in sala montaggio si dispongono nell'ordine voluto inquadrature, scene e sequenze, scegliendo le riprese migliori fra le varie girate, perfezionando gli attacchi fra pezzo e pezzo, imprimendo così un determinato ritmo e un preciso senso all'insieme. In senso estetico, il montaggio è considerato l'elemento specifico del linguaggio cinematografico, quello cioè che più di ogni altro lo determina e lo caratterizza.
Voi capite quanto sia importante questo momento. È il vero costruirsi della storia. Il trovare un senso a tutto il materiale girato. Fornire alla massa d'immagini che si ha davanti una forma e una costruzione logica che permette a chi le vede di comprendere di cosa stiamo parlando. Si capisce anche quanto sia facile determinare un senso piuttosto che un altro. Come sia praticabile la strada del travisamento di pensieri, emozioni, significati. Con il montaggio l'autore scrive il definitivo significato del suo film. Gli dà forma e ritmo. Colore e sfumature. Un'interpretazione piuttosto che un'altra.
Il montaggio dovrebbe essere infinitamente spontaneo, come la natura stessa, e ciò che spinge il regista a passare da un'inquadratura a un'altra, non è il desiderio di vedere le cose più da vicino, né tanto meno di spingere lo spettatore a una maggiore sollecitazione introducendo delle sequenze brevi, bensì creare un personale punto di vista, dare un ritmo a tutto il film, evidenziare quegli aspetti narrativi che la regia ritiene fondamentali per la comprensione della storia raccontata.
Se il montaggio travisa il senso del materiale girato, se costruisce situazioni e personaggi in antitesi con la storia narrata, allora il danno che arreca alla storia narrata sarà gravissimo. Si perderà pathos e comprensione. E questa è la cosa peggiore che può capitare a un film.

Bruno Bigoni