rivista anarchica
anno 44 n. 391
estate 2014


ai lettori

PAzza idea

In tempi in cui la Rete pare schiacciare sempre più in un angolo la carta stampata, e in tanti ne cantano già la prossima definitiva scomparsa, noi usciamo con questo numero “esagerato” – consultabile e scaricabile (gratis) nella Rete stessa. E già in questa doppia opportunità di lettura (cartacea e on-line), cui corrisponde una doppia modalità di acquisizione (a pagamento e gratis) si può leggere in filigrana quello che è il nostro primo obiettivo, da sempre, da quando 44 anni e mezzo fa abbiamo dato inizio a questa lunga ininterrotta avventura editoriale: impegnarci per diffondere al massimo, per quelle che sono le nostre possibilità, le idee anarchiche, le notizie su chi per queste idee si batte.
La testata di questa rivista è quanto di più “ideologico” si possa pensare: la “pazza idea” (i nostri vecchi avrebbero usato la “I” maiuscola) è sinteticamente espressa dalla prima lettera dell'alfabeto che, graficamente inscritta in un cerchio, dalla fine degli anni '60 – proprio intorno al mitico '68 – ha costituito uno dei loghi di maggior successo internazionale, presente sui muri, nei cortei, nei graffiti, comunque anche nei posti più vari (si pensi alle toilette). Simbolo al contempo generico e preciso, spiritoso e drammatico, poetico e militante di una volontà di critica, di rivolta, di dissacrazione che si riconosce nell'anarchia. E di tutto ciò questa rivista, la rivista della “a” cerchiata, è stata ed è in varia misura testimone e corresponsabile.
Già, l'anarchia, l'anarchismo, le anarchiche e gli anarchici, il movimento anarchico. Le idee, le pratiche, i comportamenti, le scelte politiche. Questa rivista è tutta dentro queste cose qui, è essa stessa parte – ricettiva e critica – di tante idee, sensibilità, tensioni, approfondimenti, esperienze concrete che nascono e si sviluppano in campo anarchico. Pubblica materiali, scritti, interviste, ecc. che in parte provengono dal mondo delle anarchiche e degli anarchici. Si occupa di manifestazioni e di comuni agricole, di editoria anarchica e di convegni di studi, di centri sociali e di okupa, ecc... È insomma – questa rivista – uno dei numerosi strumenti attraverso i quali si esprime quel mondo variegato che è l'anarchismo militante, il movimento anarchico (più o meno) organizzato.
Questa rivista – lo abbiamo ricordato spesso – è stata concepita e fondata nell'ambito del Circolo anarchico “Ponte della Ghisolfa”, nell'ambito della mobilitazione e della campagna di contro-informazione sulla strage di piazza Fontana, la detenzione di Pietro Valpreda (e altri) e dell'assassinio in Questura del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli (che era con noi militante in quel Circolo). Eravamo a cavallo tra gli anni ‘60 e '70. E questo è, incancellabile, il nostro DNA.
Nel corso dei decenni, questa rivista anarchica si è progressivamente “aperta”, in maniera sempre più strutturale e visibile. Nelle nostre pagine si è affiancata, a volte mischiandosi e meticciandosi con questa matrice “anarchica militante”, una sempre maggiore attenzione a quei filoni di pensiero, di vita, di azione, di riflessione che fin dagli anni '80 abbiamo definito “libertari”, per differenziarli da quelli più propriamente ed esplicitamente “anarchici”. E poi all'ecologismo, al femminismo, alla nonviolenza, ai movimenti delle comuni agricole, a tutto il nuovo mondo informatico, ecc.
Un'attenzione, la nostra, verso le idee, le singole persone, le esperienze e tutti quei mondi concreti di vita e di lotta che, senza definirsi anarchici, senza riconoscersi nei tratti caratteristici del movimento anarchico organizzato e del suo pensiero, esprimono tensioni e concretezze che ci piace definire, con una felice (una tra le tante!) espressione del nostro amico e compagno Fabrizio De André, in direzione ostinata e contraria.
Sono oltre 110 i singoli e i collettivi che si esprimono in questo chilo di carta stampata che è questo numero 391. C'è di tutto e di più, come è naturale in una pubblicazione che intende raccogliere al proprio interno, valorizzare, interconnettere, rilanciare le mille voci e sensibilità di quel variegato mondo che si oppone allo stato di cose presente e vuole proporre idee, esperienze, spunti di riflessioni per quell'altro mondo – o meglio, quegli altri mondi – che sappiamo possibili e che vorremmo contribuire a realizzare.
Nel momento in cui diamo alla luce questo numero un po' speciale, chiediamo a tutti coloro che si riconoscono anche criticamente, anche solo parzialmente, in questo nostro progetto ideale ed editoriale, di valutare se non valga la pena darci una mano per continuare a rappresentare quello che da quasi mezzo secolo rappresentiamo: un piccolo ma dignitoso snodo di informazioni e di riflessioni nel più generale contesto della stampa altra. Per essere più precisi: anarchica.
È un modo elegante per chiedere soldi, per chi non l'avesse colto. Buona lettura.