rivista anarchica
anno 45 n. 399
giugno 2015


Sardegna

Buon compleanno Faber

testo e didascalie di Gerardo Ferrara / foto di Giuseppe Pau


Il mitico Gerry, giornalista indipendente e collaboratore della bresciana Radio Onda d'Urto, da qualche tempo trasferitosi in Sardegna, ha organizzato anche quest'anno sull'isola una rassegna di iniziative culturali/musicali ispirata al cantautore genovese. L'anarchia ha fatto capolino in molte occasioni. E la nostra rivista, informalmente, è stata tra i sostenitori.


Il progetto “Buon compleanno Faber”, giunto a febbraio (prendiamo a pretesto il 18 febbraio, giorno del compleanno di Fabrizio...) alla terza edizione, si è svolto in alcuni comuni della Sardegna (Isili, Soleminis, Guspini, Donori, Laconi, Macomer, Elmas, Muravera) approdando poi, per due settimane, alla Casa della cultura di Monserrato (Cagliari), che è diventata la “Casa di Fabrizio”, luogo di incontri, scambi, opportunità, resistenze, semine culturali e politiche, luogo insomma di “festa e di lotta”.
Un progetto che porta all'interno i linguaggi musicali, delle arti visive, della letteratura e del teatro di narrazione che non vanno assolutamente nella direzione della sterile memoria o della posticcia “masterizzazione” del Poeta-cantore, ma coniugano l'arte e l'impegno civile con il pensiero e le tematiche “deandreiane”, nel tentativo concreto di attualizzare e ribadire il messaggio di De Andrè.
Fortemente sostenuto e promosso dallo straordinario impegno di Gianni Stocchino, responsabile del Circolo dei lettori Mieleamaro di Cagliari, da Marco Asunis, assessore alla cultura di Monserrato e da Ilaria Porcu, responsabile della Monserratoteca, nasce da una mia idea a cui è poi seguita una mia direzione artistica. Dalla scorsa edizione, l'evento è patrocinato dalla Fondazione Fabrizio De Andrè.
Non è una celebrazione, “non una cover, non un omaggio e nemmeno un ricordo”, l'imperativo su cui si è costruita la mappatura del viaggio, ma un percorso di “festa e di lotta” fra le parole, le storie e il “libero pensiero” di Fabrizio, navigando sui fondali della sua poetica, fra i suoi versi e la nostra attualità. Seguendo le rotte dei sentieri alchemici del mosaicismo deandreiano per provare a scomporre, destrutturare, “la pace terrificante” e “i gas esilaranti del regime” di una società anestetica ed eutanasiaca.
È un progetto che è cresciuto molto anche grazie alla partecipazione di personaggi dell'arte e della cultura che in modo spontaneo hanno aderito alla manifestazione, sostenendo fortemente il festival con la loro presenza e il loro contributo, in una sorta quasi di scambio e di “residenza artistica” per dimostrare come l'impegno di molti può far raggiungere importanti traguardi anche senza grossi mezzi e risorse.

Lorenzo Monguzzi e Daniela Savoldi hanno presentato il lavoro “Portavèrta”

Savina Dolores Massa, scrittrice, attivista, voce errante

La direzione ostinatamente contraria del cantiere aperto “Buon compleanno Faber 2015”, con l'apporto di instancabili collaboratori/trici e compagni/e, è stata quella di realizzare, durante i 3 mesi di lavoro di preparazione che hanno preceduto e poi declinato la rassegna di febbraio, un percorso che, attraversando il confine di Fabrizio De Andrè, ci desse la possibilità di “andare dall'altra parte”... in un'altra direzione, appunto, che non fosse quella della solita macchina organizzativa che mette in campo tante iniziative importanti senza tener presente la dignità e il senso di ogni contenuto e di ogni ospite... e quando parlo di “ospiti” mi riferisco non soltanto all'artista più o meno famoso o conosciuto, ma anche e soprattutto ai collaboratori, ai tecnici, ai volontari che permettono l'efficace riuscita del progetto stesso.

Marco Asunis, assessore alla cultura di Monserrato e
Gianni Stocchino, responsabile del circolo dei lettori
Mieleamaro di Cagliari, promotori del progetto

Chiara Effe, Chiara Chierroni, cagliaritane,
voce chitarra e violoncello, hanno presentato
il progetto “Se ti tagliassero a pezzetti”

Faber ci insegna che l'orizzonte non è solo comunemente un punto lontano e irraggiungibile, ma è soprattutto il confine che ci separa dalla volontà-capacità di andare oltre, di mettersi dall'altra parte...
Ecco, per noi mettersi dall'altra parte vuol dire provare a confutare il mediocre e fallace, anzi pericoloso, tentativo di ribadire da parte dei soliti “soloni italiani”, che la cultura non attivi opportunità progettuali ed economiche. Di conseguenza, lanciamo un segnale forte contro questa “eutanasiaca” visione della cultura.

“Donne senza spazio nè tempo”
del collettivo genitori di Monserrato

Giacomo Serreli, giornalista, ha tracciato il sentiero
dell'impegno civile e politico di Maria Carta

Maddalena Senis, per l'intera rassegna “ha cucinato
Maddalena, sto deserto finirà”
Donne al centro

La rassegna è stata dedicata alla figura e all'impegno civile di Franca Rame.
E per Franca è stata realizzata un'opera in tessuto e argilla dell'artista Costanza Ferrini, una testimonianza video delle Mondine di Novi di Modena e un lavoro di teatro-narrazione del collettivo femminile “genitori per la scuola” di Monserrato.
Ospite d'eccezione Lella Costa che ha tracciato a suo modo un sentiero che mette in relazione la visione sociale di Fabrizio e di Franca.

Piero Cipriano “psichiatra riluttante”
ha presentato “La fabbrica
della cura mentale” e “Il manicomio
chimico” editi da Elèuthera

Lo storico Coro Gabriel di Tempio
Pausania con il loro nuovo lavoro “Idula”

Angel Luis Galzerano, scrittore e
cantautore italo-uruguaiano

Raoul Moretti, “Harpscapes”

Monica Porcedda nel lavoro teatrale “Transiti,
voci di donne migranti” di Emanuela Cara

È stato quindi naturale e ineluttabile che la semina culturale in questa direzione abbia avuto il solco arato dalle tematiche “femminili” declinate da contributi e interventi di Marina Addis Saba, scrittrice antifascista, che grazie a Stefania Fusco ha presentato “Partigiane”, Marisa Lallai e la sua mostra “da un viaggio in Togo”, Valeria Patanè, voce narrante per Alda Merini, Emma Pucci e la sua fisarmonica, Barbara Leone e il lavoro con il carcere con la coop. Scenari Verdi, la cantautrice Chiara Effe, Francesca Salis, voce rituale per Maria Carta, le opere di Cinzia Ghigliano, Maura Cantamessa e Michela Anedda, la testimonianza di Teresa De Sio, Monica Porcedda ed Emanuela Cara per “Transiti, voci di donne migranti”, Francesca Balbo per “Cadenas”, Margherita Pescetti per “Russulella”, Samantha Comizzoli per “Shoot, la resistenza palestinese”, Savina Dolores Massa e la sua voce errante per “Ogni Madre”, Alessandra Guigoni e le ricette di Faber, Rossella Bianchi dell'associazione Princesa di Genova, Stefania Secci e il fado, Claudia Musio e Laura Cabras per “La cella di Gaudì”, Maria Mantega con “Io sola”, l'insostituibile Maddalena Senis, “la cuciniera della rassegna”.

Francesca Salis, “dentro il Rituale di Maria Carta”

Flavio Secchi, cantautore cagliaritano

Omaggio ad Alda Merini: Valeria Patanè, voce,
Benedetta Leoni e Marilena Serra, mandolini

Quartetto “a la bartola”, Marco Maxia, Alessandro
Bardi, Paolo Cimino, Massimiliano Bondanini

E ancora, il progetto grafico di Lorenzo Pes, l'immagine del faccione di Faber realizzata dal graphic-designer Bomeluzo, il progetto “la geNova luna” del collettivo Artonirico di Genova, il fotoracconto di Andrea Nateri, gli interventi di Giacomo Casti, regista e attore teatrale, Paolo Pisu, sindaco di Laconi autore di un lavoro sui pastori sardi, Giacomo Serreli, giornalista e componente della Fondazione Maria Carta, Luigi Viva, biografo di Faber, Alberto Lecca, poeta e scrittore “blues”, Erik Scaltriti, documentarista, Antonello Murgia, Anpi Cagliari, Fawzi Ismail e Giuseppe Pusceddu del'associazione Sardegna-Palestina, Francesco Migliorino docente e documentarista, Piero Cipriano, psichiatra riluttante, e uno straripante Paolo Finzi.

Daniele Sanzone, voce degli A67,
presenta il suo “Camorra sound”

La staordinaria Emma Pucci e la sua fisarmonica

Trio Pangea, Sassari, “Storia di un impiegato”

Lella Costa ha presentato il suo libro “Che bello essere noi”,
accompagnata alla chitarra dal maestro Roberto Palmas

Per finire, da segnalare i concerti di Flavio Secchi, Angel Luis Galzerano, Giacomo Deiana e Fabrizio Lai, Naufragi ed altre rivoluzioni, Tea e Grado Sol, Tonino Zurlo, Lorenzo Monguzzi e Daniela Savoldi, il Coro Gabriel di Tempio Pausania, il Trio Pangea dell'omonimo centro sociale di Porto Torres, Gianluca Pischedda e Antonio Firinu, Roberto Palmas, gli Arenara, Le stagioni di Andrea, Battista Dagnino, gli Humaniora, il quartetto “a la bartola”, il coro dei bambini della scuola elementare Cesare Cabras di Monserrato diretto da Valter Alberton, il quartetto “Faber in jazz” di Gianluca Tozzi, Raoul Moretti e la sua meravigliosa arpa, Gianfranco Fedele, musico viandante. Un merito particolare va ai tecnici Alessandro D'Amico e Giuseppe Pau in cabina di regia, a Cristina Mura per le riprese e le luci e Alice Nozza per la libreria anarchica.

Battista Dagnino, da Carloforte, “In te unde de Faber”

“L'ulivo che canta”, Tonino Zurlo

Costanza Ferrini, autrice dell'opera
dedicata a Franca Rame “Segnare la vita”

Logorroicamente fertile Paolo Finzi

Qui di seguito una traccia dalla quale prendiamo spunto per declinare il viaggio deandreiano:
“Ogni volta che l'uomo ha voluto rendere comprensibile ciò che non lo è, come per esempio l'animo umano, sono sorte scuole, religioni, filosofie. Tutti tentativi di chiarificazioni che partono da assiomi, da certezze o regole precostituite ma non spiegate, da cui poi nascono ossessioni comportamentali che siamo soliti chiamare fondamentalismi.
Conosciamo solo qualcosa di molto personale, impreciso, mutevole. Solo il contatto con il sé più profondo porta alla comprensione e alla trasformazione dei disagi. Una trasformazione che reca con sé anche qualcosa di artistico, perchè porta a trasformare la contrarietà in qualcosa di bello e utile, che trasmette il desiderio di contemplazione...”

Gerardo Ferrara