rivista anarchica
anno 46 n. 405
marzo 2016


Carrara

La voce della memoria

con testi dell'Archivio Germinal Carrara e di Veronica Bazzichi


Il 4 novembre scorso, 98° anniversario della “vittoria” italiana nella Grande Guerra e poi proclamato festa delle Forze Armate e dell'Unità Nazionale (tutte cose alle quali non siamo molto affezionati), nel capoluogo apuano si è tenuta una manifestazione commemorativa che ha coinvolto numerose classi di bambini. L'anarchica Soledad Nicolazzi ha iniziato a intonare una canzone antimilitarista e le forze dell'ordine l'hanno subito fermata e portata in Questura. Il 12 dicembre centinaia di persone, provenienti da varie parti d'Italia, hanno dato vita sempre a Carrara ad una manifestazione di solidarietà (con Soledad) e di protesta (contro le guerre e il militarismo), facendo risuonare in varie piazze della città numerose canzoni, tra cui l'incriminata “Oh Gorizia tu sei maledetta”. Anche altrove, alla stessa ora, altri cori e cantanti e gente comune...


Carrara, 12 dicembre 2015 - Un momento della manifestazione con il coro
“Garibaldi d'Assalto” e Pardo Fornaciari da Livorno


Cantare la lotta
alla guerra e al fascismo


dell'Archivio Germinal Carrara

Il 4 novembre scorso, in una delle piazze principali di Carrara (piazza Gramsci già piazza d'armi) si è svolta la festa delle forze armate, dove l'amministrazione insieme alle forze dell'ordine ha messo in scena un tragico teatrino coinvolgendo alcune scuole locali. I bambini hanno letto alcune lettere di soldati dal fronte della guerra del '15-'18. In questo modo il messaggio è stato quello che la guerra si fece per dovere, pazienza se si andava a morire.
In questo modo i bambini si abituano ad un mondo in cui la guerra è orribile ma normale.
In quell'occasione la nostra compagna Soledad non ha resistito e ha intonato “O Gorizia”, il canto antimilitarista nato proprio nelle trincee della prima guerra mondiale. È stata fermata subito e trattenuta.
La notizia si è propagata velocemente e giorno dopo giorno partendo dal “Coro inni e canti di lotta della scuola popolare di musica Testaccio di Roma” in poco tempo è nata la volontà di fare una giornata che riunisse tutti in un unico canto corale. Sono arrivati da tutta Italia, cori di lotta e cantanti, a portare solidarietà e ribadire che le guerre di oggi, come quelle di ieri, distruggono i popoli e arricchiscono i potenti.

“Coro Seduto” di Genova

Davide Giromini di Carrara e Evelin Bandelli di Pisa

“Coro Novecento” di Fiesole (Fi)

Tante sono state le adesioni che si sono dovute organizzare ben quattro piazze in cui sono stati distribuiti i vari cori che hanno cantato in contemporanea dalle 15.30 alle 16.30. In piazza delle Erbe, punto di partenza della rivolta delle donne carraresi alla violenza nazifascista; in piazza Alberica (già Gino Lucetti) luogo di nascita dei gruppi anarchici cittadini; in piazza Matteotti, dove nel palazzo politeama si trovava la sede storica dei gruppi anarchici dal dopoguerra e dell'archivio Germinal (fino al crollo di alcuni solai per abusi edilizi avallati dalle amministrazioni pubbliche). Infine in piazza Gramsci. In ogni luogo si è cantato e parlato per tenere viva ogni piazza.
Alle 17.00 tutti si sono riuniti in piazza Gramsci per la cantata finale in cui a gran voce si è intonato “O Gorizia”.
Molti hanno portato il loro contributo anche solo con pane e lardo, vino e cibo per scaldare ancora di più l'aria.
Da questo spontaneo incontro è nata una giornata di condivisione che ha portato alla città di Carrara, agonizzante dal punto di vista sociale e culturale, un momento di riflessione sulla nostra memoria storica.
La memoria storica e la necessità di mantenerla viva è ciò che da sempre muove la Biblioteca Archivio Germinal. Ogni occasione per tenerla viva è quanto mai necessaria.

“Garibaldi d'Assalto” e Pardo Fornaciari di Livorno

Davide Giromini di Carrara e Marco Rovelli di Massa (Ms)

“I Malfattori” di Santarcangelo di Romagna (Rn)

Hanno partecipato:
Coro Inni e Canti di Lotta della Scuola Popolare di Musica di Testaccio (Roma), Le Voci di Mezzo (Milano), Evelin Bandelli, Marco Rovelli (Massa), Davide Giromini (Carrara), I Suonatori Terra Terra (Firenze), Anna Barile (l'Aquila), Simona Ugolotti (Genova), Coro Garibaldi D'assalto, De Soda Sister (Livorno), Peto e Leo (Piadena), Controcanto (Pisa), Il Coro di Micene (Milano), Massimo Ferrante (Napoli), Il Coro Novecento, Coro Seduto (Genova) e Il Collettivo di Pistoia.

Archivio Germinal Carrara


Massimo Ferrante di Napoli

Uno scorcio di piazza Gramsci

Simona Ugolotti da Genova


Carrara, sul 12 dicembre 2015

di Veronica Bazzichi

Il canto popolare è la voce della memoria, quella memoria storica grazie alla quale non dimenticare è solo il presupposto perché nelle nostre coscienze non venga meno la necessità di aberrare le ingiustizie a favore di una società in cui tutti gli esseri umani possano essere portatori di quei diritti inviolabili per cui altri esseri umani hanno combattuto, dando la propria vita e la propria libertà, affinché altri potessero trarne vantaggio e vivere una vita, perché no, migliore.
Attraverso la memoria storica ci giungono gesta di sopraffazione da parte di uomini verso altri uomini, la morte, il dolore, la censura, la schiavitù, la brama di potere e l'esecuzione di quel potere che caratterizza sadicamente l'animale-uomo a dispetto di tutti gli altri esseri viventi: non più la sopravvivenza ma la prevaricazione, il potere del più forte sul più debole, un potere acquisito e dimostrato troppo spesso con la forza, con le armi, con gli abusi, con la guerra.
Ed è contro questo potere che il 12 dicembre a Carrara si è cantato.
Contro il potere di chi muove i fili delle nostre scelte quotidiane, di chi riesce attraverso il consumo a corrompere e manipolare le nostre azioni e la nostra consapevolezza, contro quelle guerre organizzate per dividere le persone, creare nemici, creare terrore.

Piazza delle erbe durante una performance
de “I Suonatori Terra Terra” di Firenze

“Le Voci di Mezzo” di Milano

“I Suonatori Terra Terra” di Firenze

Ma attraverso una canzone, si può cambiare qualcosa? Si possono muovere le coscienze?
Una canzone può essere un punto di partenza o di ri-partenza? Attraverso una canzone può sopravvivere la storia e il suo esempio, sí, può farlo.
Lo si legge negli occhi delle donne che intonano un ritornello, lo si vede nei loro fiori rossi tra i capelli, in quegli sguardi orgogliosi e preoccupati al tempo stesso di chi è consapevole che la lotta non è ancora finita ed è necessario essere e restare uniti, nei bambini che osservano curiosi e attenti... sí, i bambini, perché c'erano proprio tutti: c' erano uomini, donne, vecchi e bambini, età diverse e appartenenze politiche diverse, anarchici e comunisti a evocare e ribadire la necessità e la naturalezza dello stare insieme, a fronte di un nemico comune, contro il fascismo, contro le ingiustizie sociali, contro gli abusi di potere.
E a proposito di abusi, è stato doveroso tra i numerosi cori, ricordare Giuseppe Pinelli, morto “precipitato” da una finestra della Questura di Milano dopo pochi giorni dalla Strage di Piazza Fontana avvenuta proprio il 12 dicembre del 1969.
“Dal Nostro Canto” di Siena

Non sarà una canzone a cambiare il mondo, ma tante voci che hanno voglia di cantare tutte insieme possono trasformarsi in un momento di indispensabile unità, per ristabilire l'equilibrio tra ciò che è stato e ciò che dovrebbe essere... tra ciò che è e ciò che vogliamo che sia... Un unione attraverso la quale rispolverare la coscienza, perché senza memoria si perde il presente ed è già perso il futuro.
Il 12 dicembre a Carrara si è cantato per ricordare, perché non si ripetano gli errori, per ripudiare la guerra, per ricordare l'esempio e la lotta di coloro che hanno dedicato la propria vita a un'idea, a un pensiero che spesso si è trasformato in morte.
Il 12 dicembre a Carrara si è cantato per dire NO agli abusi di potere, alle armi, alla guerra... un NO che non basta mai, e sulle note di “O Gorizia tu sei maledetta, per ogni cuore che sente coscienza...” qualcuno si è commosso, qualcuno si è sentito risollevare di una passione quasi spenta, qualcuno ha provato orgoglio e ha respirato fratellanza e amicizia...
In una città, Carrara, che sta vivendo una situazione devastante dal punto di vista culturale, ambientale e sociale, l'Archivio Germinal che si occupa di conservare e diffondere materiale del movimento anarchico e libertario da oltre 30 anni (con non poca difficoltà a seguito del crollo della sede storica, il Teatro Politeama Verdi) in collaborazione con la Scuola Popolare di Musica del Testaccio di Roma, ha organizzato questa giornata di canti popolari e politici in cui “cantiamogliele” è un grido di rabbia, di sconforto e di stanchezza, ma anche di voglia di continuare a credere negli esseri umani e nella loro capacità di rendersi migliori, condividento, cadendo e rialzandosi in piedi.
Insieme.
Il momento finale della manifestazione in piazza Gramsci

Così “O Gorizia tu sei maledetta” è un piccolo grande esempio delle nostre vite vissute e relegate all'interno di un sistema oppressore, che si permette di interrompere con la forza l'intonare di una canzone, un sistema in cui oggi come ieri quella canzone può essere scomoda, fastidiosa, a chi ancora ha intenzione di negare la nostra libertà individuale a favore di una società in cui l'essere umano è costretto ad abbassare la testa, ma non tutti, non ancora, hanno intenzione di farlo... e anche questo, il 12 dicembre a Carrara, lo abbiamo ricordato.

Veronica Bazzichi