rivista anarchica
anno 46 n. 411
novembre 2016


Voglio solo la luna
(Albert Camus)


A Pitigliano, in Maremma, si è tenuto lo scorso mese di settembre il XV Festival internazionale di letteratura resistente, promosso dalla neonata casa editrice Le Strade Bianche di Stampa Alternativa, nel solco della miglior tradizione libertaria della storica Stampa Alternativa. Il direttore editoriale di entrambe queste case editrici, e primo direttore responsabile della nostra rivista, spiega perché si “è rotto i coglioni” e propone una lotta dura senza più paura.
Ma contro chi?


Poi un giorno, appena sveglio dopo una notte ad occhi aperti, mi son detto ad alta voce che mi son rotto i coglioni di subire, subire, subire e che quindi è ora di sgombrare il campo da ogni remora e dar corpo al sogno, anche quello ad occhi aperti e lungo appena quarant'anni, di resistenza e lotta editoriale: lotta dura senza più paura, per dirla come un tempo.
Subire per tanti anni che cosa? Cominciamo con le vecchie e nuove leggi di mercato che, col passar del tempo, son divenute stragiste per gli editori di qualità come Stampa Alternativa, esasperate fino all'inverosimile dopo la rapina di Berlusconi, molto prima che gli togliessero il titolo di Cavaliere, per portarsi a casa Mondadori, che se se la fosse pappata la tessera n.1 del Pd, Carlo De Benedetti, magari sarebbe andata ancor peggio.
Ma questa è un'altra storia, mentre quel che è certo sono le regole di marketing che hanno imposto ai librai, alternativi o meno, per costringerli a prendere quello che decidono le lobby editoriali, nella quantità che decidono loro e alle condizioni che decidono loro, come nei migliori film di gangster.
Subire la mia stessa amata, adorata casa editrice, piegata, prostrata, per sopravvivere, a questo mercato stragista, implorando pietà: qualche punto in più di percentuale a favore, o qualche copia in meno di resa, fino allo spettro del fallimento e al salvataggio in extremis grazie ad un portatore di capitali freschi conferiti da una società affittuaria dello storico marchio Stampa Alternativa.
Subire la caduta di qualsivoglia intraprendenza e provocazione nei confronti delle regole del conformismo e del consumismo, pane per i miei denti e ossigeno per la mia anima, che a me basta poco per campare: qualche fetta di pane e frutta e verdura del mio orto, e son sazio.
Stanco di subire in ginocchio aspettando il colpo di grazia ho deciso che se dovevo morire lo avrei fatto stando in piedi, come ai tempi orgogliosi della Stampa Alternativa degli anni '70, che oggi richiamo alla mente per trarne nuova linfa, ripercorrendo le strade bianche dei briganti, dei disertori, dei renitenti e, soprattutto dei partigiani, come in quegli anni dei milioni di copie di opuscoli di “autodifesa e lotta“ praticamente gratuiti e di denunce e processi fino al mandato di carcerazione, poco prima dello scioglimento, per istigazione all'obiezione di coscienza e all'aborto.
Ecco allora i giorni nostri: le strade bianche di stampa alternativa, nuova casa editrice, nient'affatto antagonista a quella storica, tenuta a battesimo dall'unanimità dei partecipanti al XV Festival internazionale di letteratura resistente, svoltosi il 9, 10 e 11 settembre scorsi a Pitigliano con il titolo “riaprire il fuoco editoriale”, tanto per richiamarci allo scrittore più anarchico e indomabile del '900: Luciano Bianciardi. Un festival povero di numeri, a differenza del festival della letteratura di Mantova coi suoi milioni di partecipanti e migliaia di eventi e sponsor, ma ricco, ricchissimo di nuove idee e nuovi libri, tutti con un'impronta marcata fatta di qualità estrema, assenza del copyright, assenza del codice ISBN, che io chiamo codice a sbarre, e, soprattutto, il marchio a fuoco della gratuità in rete, per poter leggere e scaricare gratis tutti i libri della nuova casa editrice dal sito www.stradebianchelibri.com ancor prima delle edizioni cartacee e a prezzi di copertina calmierati del 70% rispetto a quelli di mercato, la percentuale che oggi, alla fine, pretendono gli intermediari.
Se deve esser rivoluzione editoriale lo deve essere fino in fondo, anche grazie a quel “fare corpo” che c'è stato a Pitigliano nei giorni del Festival, che vede il lettore protagonista assoluto e indiscusso, non solo lettore disincantato, ma anche promotore, distributore e cacciatore di testi.

Marcello Baraghini