rivista anarchica
anno 48 n. 422
febbraio 2018




Un bel faccione di Pëtr Kropotkin campeggia nella copertina di “A” 90 (marzo 1981). E un piccolo strillo in basso a sinistra ricorda “Valpreda è innocente”. Storia e attualità, come sempre intrecciate.
Nel primo interno di copertina vengono riprodotte le testate de L'Internazionale e di Umanità Nova, espressione rispettivamente dei Gruppi d'Iniziativa Anarchica e della Federazione Anarchica Italiana, la prima quindicinale, il secondo settimanale. A distanza di 37 anni da allora, solo “Uenne”, come viene chiamata spesso Umanità Nova, continua a uscire regolarmente.
A parte la decina di pagine dedicate al “principe” russo, in vista del convegno di studi promosso a Milano dal Centro Studi Libertari, in effetti tutto il numero (allora di 44 pagine) è dedicato all'attualità.
Luciano Lanza si occupa del processo a Valpreda e agli altri imputati per la strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969). E, parallelamente, del “processo itinerante” contro lo Stato che viene portato in alcune città dagli anarchici, appoggiandosi a gruppi libertari locali. “Il nostro processo itinerante – scrive Lanza – assume un valore che va al di là della oggettiva limitatezza, perché (...) rappresenta la società che processa lo Stato per rivendicare la sua separatezza, la sua alterità, la sua autonomia rispetto alle istituzioni che pretendono di rappresentarla”.
Paolo Finzi segnala il relativo successo della raccolta di firme a favore dell'introduzione della pena di morte, promossa dalla destra, e ne attribuisce la responsabilità sia ai partiti dell'arco costituzionale sia ai lottarmatisti. All'interno di questo scritto viene (ri)pubblicato uno scritto di Errico Malatesta, uscito postumo su Il Risveglio di Ginevra nel 1933, un anno dopo la morte dell'anarchico campano. Il tema è quello della pena di morte e della sua imminente reintroduzione in Italia. Le motivazioni di Malatesta sono decisamente originali e offrono più di uno spunto per la riflessione. A conferma della continua evoluzione del pensiero malatestiano.
Roberto Ambrosoli si occupa di carceri, Brigate Rosse, lotta armata, ecc. Rosanna Ambrogetti e Maria Teresa Romiti di aborto, autogestione, referendum. Pasquale Masciotra (un ottimo compagno, morto prematuramente), operatore dei servizi psichiatrici provinciali di Isernia, pubblica su “A” una sua relazione professionale, profondamente libertaria. Due giovani militanti milanesi raccontano un loro viaggio a Zurigo (“Zurigo brucia”) in occasione di manifestazioni, di “prassi anarchica istintiva”, del clima in una delle città più vivaci dal punto di vista dei movimenti giovanili di quell'epoca.
Dalla vivace rivista libertaria spagnola Bicicleta vengono tradotti alcuni scritti dall'/sull'America Latina: Argentina, Bolivia, Brasile, Cuba. E si riferisce di un incontro a Parigi tra anarchici sudamericani residenti in Europa.
Il citato dossier su Kropotkin si compone di una premessa di Giampietro Nico Berti e di quattro stralci di Kropotkin sul rapporto industria/agricoltura, sull'integrazione tra lavoro manuale e intellettuale, sul “governo rivoluzionario” e sulla sua fuga dal carcere e altre vicende della sua vita avventurosa.
Frutto della collaborazione tra un redattore di “A”, Luigi Tadolini, Franco Melandri e Giovanni Zambon, viene pubblicato anche un breve dossier sull'esperanto, la lingua internazionale creata da Lazaro Ludovico Zamenhof nell'Ottocento. In due paginette conclusive trova spazio anche un primo veloce manuale per acquisire le prime regole, parole, costruzioni di questa lingua che ha sempre trovato estimatori in campo anarchico e libertario. Uno per tutti, Giuseppe Pinelli: che al corso di esperanto incontrò Licia Rognini. Innamorarsi al corso di esperanto, non capita spesso.
A chiudere il numero, una bella paginetta di Emilio Pucci sulle favole per bambini. Poi notizie “di servizio”, i (consueti) problemi finanziari, l'attenzione per la distribuzione nelle edicole, l'elenco delle librerie in cui si dovrebbe trovare “A”, le sottoscrizioni. Uno sforzo, questo per la reperibilità della rivista, che ci ha sempre visto impegnati, tantopiù quando non esistevano la Rete e la possibilità che oggi è data di leggerla (gratis) sul video.