intervista
“Diplomatico indipendente? Io ci provo”
intervista della redazione di “A” a Carne Ross
Un diplomatico britannico, nel 2003, dopo aver negato la presenza in Iraq di armi di distruzione di massa, si dimise dando vita a una Ong di “diplomazia indipendente”. È stato in Occupy Wall Street, in Rojava, si è occupato del Polisario. Qui spiega il proprio impegno e l'approccio personale all'anarchismo. Rivendicato pubblicamente. Anche in un film.
The Accidental Anarchist
è il titolo di un documentario prodotto e distribuito
lo scorso anno. Il protagonista è Carne Ross, un ex diplomatico
britannico impiegato nell'ufficio affari esteri, che ha abbandonato
il lavoro poco prima dello scoppio della guerra in Iraq nel
2003. La pellicola racconta del suo cambiamento personale e
politico: da sostenitore di democrazia e capitalismo ad anarchico.
In contrasto con il governo, nel 2004 il suo nome era già
finito sui giornali nazionali. In qualità di fonte informata
sui fatti, aveva pubblicamente smentito la versione ufficiale
sostenuta dall'establishment britannico sulla presenza
di armi di distruzione di massa in Iraq e sulla giustezza dell'intervento
armato nel paese.
A Carne, la guerra in Iraq ha fatto aprire gli occhi sulle menzogne
sistematiche dei governi e sul loro generale operato. Da quel
momento, ha iniziato a mettere in discussione le sue idee politiche
e la sua visione sul mondo. Negli ultimi anni ha preso parte
al movimento Occupy Wall Street, ha fondato una Ong chiamata
Independent Diplomat ed è stato in Rojava. “Il
nostro sistema, basato sulla democrazia e sul capitalismo, non
funziona. L'anarchismo è la nostra unica alternativa”,
ha dichiarato in un video mandato in onda dalla Bbc.
Per capire di più sulla sua storia, sicuramente singolare,
e sulla sua attività gli abbiamo fatto alcune domande.
Grazie al documentario The Accidental
Anarchist abbiamo scoperto la tua storia. Hai lavorato 15
anni come diplomatico per l'ufficio affari esteri del governo
britannico. Qual era il tuo lavoro e per quale motivo lo hai
lasciato?
Ho lavorato su questioni diverse e con varie cariche, tra cui
redattore di discorsi per il segretario degli esteri, all'ambasciata
britannica di Oslo e Bonn e nella missione diplomatica della
Gran Bretagna presso l'Onu a New York. Quello è stato
il mio ultimo lavoro ufficiale al ministero degli esteri. Ero
il responsabile per il Medio Oriente al consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite, quindi anche per l'Iraq e le ispezioni
per gli armamenti, ecc. Ho dato le dimissioni dopo aver fornito
delle prove segrete alla prima inchiesta ufficiale sulla guerra
in Iraq. Facendo riferimento alla mia profonda conoscenza della
materia, ho dichiarato che il governo britannico ha mentito
riguardo alla minaccia irachena e ha ignorato ogni plausibile
alternativa alla guerra.
Hai dichiarato di aver scoperto l'anarchismo dopo
aver lasciato il lavoro. In che modo l'incontro con le idee
anarchiche ha influenzato e influenza il tuo lavoro e le tue
attività?
Gestisco una Ong convenzionale, che fornisce consulenza ai governi
democratici e ai movimenti politici. Non si tratta di un'organizzazione
anarchica e i miei colleghi non si riconoscono nell'anarchismo.
Ma privatamente sono coinvolto in molte attività anarchiche,
soprattutto nel supporto della rivoluzione in Rojava, in Siria
del nord.
Finita l'attività presso gli uffici governativi,
hai fondato la Ong Independent Diplomat. In cosa consiste e
cosa significa essere un diplomatico?
Forniamo consulenza a diversi governi democratici e movimenti
politici sui processi diplomatici che li riguardano. Ad esempio,
sosteniamo l'opposizione democratica siriana nei negoziati Onu
di Ginevra sulla Siria. Diamo consigli alle isole Marshall su
questioni diplomatiche inerenti al cambiamento climatico –
le isole sono fortemente colpite dal cambiamento del clima.
Abbiamo per lungo tempo fornito aiuto al Frente Polisario che
rappresenta le popolazioni del Sahara occidentale, occupato
illegalmente dal Marocco a partire dal 1975. Questi sono solo
alcuni dei nostri progetti, gli altri li trovate sul nostro
sito www.independentdiplomat.org.
Forse un giorno ci riproveremo
Considerando che i diplomatici hanno costantemente
a che fare con i governi, come può la diplomazia essere
resa indipendente? Ma, soprattutto, cosa c'entra con l'anarchismo?
Lavoro all'interno del sistema così com'è e non come vorrei che fosse. Ma la mia filosofia è coerente. Credo che le persone debbano prendere parte alle decisioni che le riguardano e questo principio guida il mio lavoro come diplomatico indipendente, così come le mie convinzioni private. Siamo una Ong indipendente, prestiamo servizio a chi lavora con noi, come il Frente Polisario. La nostra consulenza e il nostro supporto sono mossi unicamente dal desiderio di aiutare chi si rivolge a noi, rappresentando nel modo più efficiente i loro bisogni all'interno del sistema diplomatico. Non abbiamo un'altra agenda.
Negli anni scorsi hai preso parte al movimento Occupy
Wall Street e sei stato membro del Gruppo di lavoro sul sistema
bancario alternativo. Qual è stata la tua esperienza?
In cosa consisteva la tua proposta “Occupy Money Cooperative”?
Una lunga storia durata tanti anni! Alcuni di noi negli Stati Uniti hanno provato a dar vita a una banca cooperativa nazionale. 30 milioni di persone non hanno un conto in banca e nemmeno hanno accesso al sistema finanziario, senza il quale è difficile avanzare economicamente. Molti – potenziali proprietari/consumatori e bancari professionisti – ci hanno riferito che una banca di quel tipo, di proprietà dei propri clienti e dei propri lavoratori, era necessaria e poteva funzionare, nonostante la feroce competizione da parte delle grandi banche. Ma abbiamo fallito! Per moltissime ragioni: il nostro gruppo era composto da volontari ed era troppo piccolo. Un progetto ambizioso di questa grandezza ha bisogno di maggiori risorse rispetto a quelle che avevamo. In realtà, incredibilmente è illegale fondare una banca cooperativa nazionale negli Stati Uniti. Così abbiamo dovuto aggirare l'ostacolo – il risultato del monopolio delle grandi banche sui processi legislativi di Washington. Abbiamo lavorato per così tanti anni che è stato davvero frustrante e deludente non esserci riusciti. Ma bisogna provare. Abbiamo imparato molte cose. Forse un giorno ci riproveremo di nuovo.
Recentemente sei stato in Rojava. Qual è la
tua opinione sulla situazione sociale, sull'esperienza di “democrazia
partecipativa” e sulla guerra in corso?
Anche questa è una lunga storia. La rivoluzione democratica in Rojava è un fenomeno straordinario – una democrazia dal basso in cui viene data la possibilità di parlare a tutti i gruppi etnici, uomini e donne. Merita il nostro appoggio.
Recentemente alcune forze, comprese quelle del Rojava (Ypg e Ypj), hanno sconfitto l'Isis a Raqqa. Tutto ciò ha richiesto anni di guerra e grandi sacrifici da parte delle forze prevalentemente curde. Ma ora la Turchia ha attaccato la provincia di Afrin, a nord ovest, che è a prevalenza curda, nel tentativo di distruggere la rivoluzione politica. Quest'attacco deve essere condannato.
Una nota finale: è possibile guardare Accidental Anarchist
all'indirizzo www.accidentalanarchist.net/watch-online/
e vedere i miei scritti e i miei lavori al sito www.carneross.com.
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