Tra gli ingranaggi di una macchina infernale
Caro Carmelo,
sono venuto a sapere che finalmente hai raggiunto la cosa più bella e importante, la libertà, quella che per decenni hai solo sognato, sperato e anche se con ritardo sei riuscito a raggiungerla. Ora non ti rimane altro da fare che goderne in pieno con la tua famiglia, quella che ti è stata vicino in quei lunghissimi anni vissuti da uomo ombra, da sepolto vivo.
Carmelo, ti auguro che mai più tu possa conoscere cosa è il dolore, il sacrificio, la solitudine, che poi come sai lei è la mia compagna e le voglio molto bene, anche se un po' mi dà da pensare il suo essere eterna, ma non avrei mai accettato una compagna che non fosse alla pari con la mia condanna, eterna anche essa, non avrei mai sopportato di doverci un giorno dividere, lasciarci a metà strada.
Appena ho sentito la notizia mi sono alzato dal tavolino dove scrivevo le mie solite nullità, e mi sono diretto verso la finestra, e pur essendo una giornata un po' nuvolosa ai miei occhi è apparsa tanto splendente e quella luce per un attimo mi ha accecato, mi ha fatto arrossare gli occhi. Dopo mi accorsi che era soltanto l'emozione causata dalla bella notizia appresa per la tua raggiunta libertà; ero felice per te, e lo sono tuttora, forse consapevole che può essere una forte speranza per tutti gli altri uomini ombra che ancora si trovano dietro le sbarre, e chissà per quanto ancora ci resteremo. Certo il governo che il popolo si è scelto non ci dà molta speranza. Il suo sguardo su di noi, sull'Italia, non è rassicurante. Giorni fa ho sentito il titolo di un libro di Susanna Tamaro “Il tuo sguardo illumina il mondo”... quello di questo governo preoccupa, oscura, insanguina il mondo, e noi popolo ignorante siamo il cerino nelle loro mani. Quand'è che apriremo gli occhi?
Ma ci rimane sempre la speranza che un giorno possano inciampare in qualcosa... così che le persone capiscano, come successe moltissimo tempo fa con i partigiani (ma spero che non si arrivi a conoscere nuovamente quel tempo).
Tu dirai: non illuderti più di tanto, allora erano altri tempi, tutti conoscevano la ribellione; una parte di questo popolo, oggi di truffaldini, allora era composta da uomini veri, non come oggi che tutto ciò che posseggono è virtuale.
Mario ora sa che fuori c'è l'amico Carmelo, che da uomo libero continuerà a lottare (Carmelo, tu hai dimostrato di essere un guerriero), anche per quelli che non siano stati capaci di essere pazienti e lottare un giorno dopo l'altro con costanza. Molti di noi si sono arresi. Posso certo affermare che a me questo non è successo, ma la mia ignoranza mi ha portato a lottare in modo rabbioso, e tutto ciò che uno fa o dice in quelle condizioni furiose viene percepito in modo sbagliato. Tu ormai mi conosci da innumerevoli anni e sai come sono fatto. Ancora adesso, dopo 39 anni, mi sento in grado se sarà necessario (spero di no) di poter resistere alle ingiustizie per tanto tanto tempo ancora, ma il tuo impegno, il tuo traguardo mi porta a sperare che anch'io un giorno possa tornare da uomo libero. Certo quando penso al 1979, anno del mio arresto, mi appare così lontano che non mi riesce di quantificarlo in modo esatto, non è facile stimare tutto questo tempo trascorso in modo maledetto.
Tu hai avuto la fortuna di andare a finire nel carcere di Padova (scusami se parlo di fortuna a un uomo che ha scontato 24 anni di carcere), e le tue richieste venivano esaminate dal Tribunale di Sorveglianza di Venezia, che con grande serietà ha sempre preso le decisioni confacenti in fatto di 4 bis, tenendo anche bene in vista le varie direttive indicate dalle sentenze delle corti superiori come Corte Costituzionale, Corte di Cassazione e Strasburgo, cosa che pochi altri Tribunali prendono in considerazione. Quasi nessuno dei nostri Tribunali si uniforma a tali sentenze. Come a esempio chi ha giudicato me.
Io sono finito fra gli ingranaggi di questa macchina infernale, che per mia disgrazia conoscevo da moltissimo tempo, e le decisioni nei miei confronti sono state sempre le più nefaste possibili.
Come avrai saputo ultimamente mi è stata negata la Liberazione Condizionale e il permesso premio, motivo sempre il solito 41 bis (ostatività), il 17 luglio 2018 sono finito nuovamente fra le fauci di quel frantoio. Quel giorno ho provato a pormi davanti a loro parlando di umanità, di vita... ma sono finito stritolato da questa macchina priva di sentimenti, e il mio guaio sai qual è amico mio... è che a me non riesce di morire una sola volta, e per questo ogni tanto finisco di nuovo dentro quel frantoio per essere sminuzzato una volta di più.
Ho scontato 39 anni di pena effettiva, senza contare liberazione anticipata o condoni, contando il tutto sarebbe parecchio oltre il mezzo secolo di carcere, ma ai loro occhi non è abbastanza per concedermi i benefici. Se questa è democrazia, civiltà, io dico che mi trovo in un paese dove le prepotenze non hanno fine, è come se fosse popolato da infernali uomini meccanici.
Ho chiesto la liberazione condizionale, che non fa parte dei benefici penitenziari ma è una legge del codice art. 176 del codice penale; come scrissi altre volte per una sua concessione non avrebbero dovuto tirare in ballo (pur avendo l'intenzione di negarmela) l'art. 41 bis che regola i benefici penitenziari facendo esso stesso parte dell'ordinamento penitenziario. Io ritengo che dopo quasi 40 anni di carcere effettivo avrebbero dovuto mettere da parte il codice, l'ordinamento penitenziario e prendere in considerazione il percorso rieducativo affrontato da condannato, come affermano quelle direttive di cui parlavo prima (e da quello che dicono altri scritti di addetti ai lavori il mio percorso è più che ottimo), e da lì trarre le conclusioni, usando anche quella umanità di cui parlavamo prima. Ma mancando questi requisiti, ecco che allora saltano fuori questi verdetti fatti con la roncola...
Oggi viviamo in un mondo dove nessuna decisione viene presa usando il buon senso, e se non si arriva a capire tutto questo con quanto detto appena prima siamo parecchio nei guai, nessuno mai potrà sperare in un mondo migliore...
Io continuo a passare il tempo scrivendo le solite frivolezze, e così come tutti quelli che non sono mentalmente sani vedo tutto con gli occhi colmi di felicità. Maledetto! Pazzo che sono!
Se dovessi mettermi a scrivere cose serie affogherei nel veleno.
Mettiamo il veleno da parte e parliamo di altro. A proposito ho mandato un altro racconto all'amica Francesca, dove parlo dei mitici eroi della guerra di Troia commentando vari episodi di quella sanguinosa guerra, tutto rigorosamente a modo mio. In quel lungo errare attraverso l'Olimpo m'inoltro dell'Averno, m'incontro con mortali e immortali, discuto con loro alle volte anche animatamente. Qui c'è tutta la mia pazzia.
Amico mio ora finisco di arrovellarti il cervello con le mie cose da cimitero, ora per te è il momento della gioia, spero che nessuna nuvola possa mai più oscurare il tuo sole. Sii straordinariamente felice, il sapere questo farà stare bene anche me.
Mario Trudu
Carcere di Massama (Or)
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