Rivista Anarchica Online
Cronache sovversive a cura della Redazione
Lo sciopero dell'affitto a Milano
Gennaio 1971. Lo sciopero totale (il rifiuto organizzato) dell'affitto entra nel suo quarto anno di vita.
L'Unione Inquilini è l'organizzazione autonoma di tutti i lavoratori che si trovano sottoposti alla
rapina
dei padroni di casa pubblici e privati. Lo sciopero dell'affitto ha colpito il vecchio pregiudizio che la
borghesia aveva inculcato nel proletariato, per cui "quando si firma un contratto bisogna rispettarlo".
Il proletariato ha capito che i contratti sono solo dei pezzi di carta e che li fa rispettare solo chi ha la
forza dalla sua parte, i poteri costituiti che lo proteggono. Gli operai, i lavoratori la loro forza la trovano
unendosi contro gli ingiusti contratti. In questo clima, l'Istituto Case Popolari (leggi: sindaco
"socialista" Aniasi) inviava centinaia di poliziotti
per compiere uno sfratto esemplare, allo scopo di spaventare gli altri lavoratori in lotta. Alla
provocazione, il proletariato ha risposto occupando gli alloggi vuoti. Allora, a difesa degli appartamenti
"vuoti", i padroni hanno scioccamente messo un poliziotto, ogni notte, davanti ai portoni per impedire
l'occupazione improvvisa. Ma i lavoratori hanno effettuato le occupazioni di giorno. Qual è
il ruolo giocato dai partiti? PCI e simili cominciarono col dire che lo sciopero dell'affitto era
illegale; fallita questa manovra, indicevano uno sciopero limitato a due mesi,
e subito il Comune
stanziava un miliardo e 400 milioni per coprire il mancato incasso da parte dell'Istituto Case Popolari.
Fallita anche questa manovra, indicevano uno sciopero di quattro mesi. In luglio, però,
sospendevano
lo sciopero per procedere alla raccolta di 50.000 firme per presentare una proposta di legge in
parlamento. La sospensione dello sciopero dell'affitto era stata decisa perché concorreva ad
aumentare
il deficit dell'Istituto, che nel marzo 1968 aveva già raggiunto la cifra di 5
miliardi. Perché è importante la lotta dell'Unione Inquilini? Prima di tutto
perché è un esempio concreto di come
il proletariato può risolvere i suoi problemi direttamente senza intermediari, e secondo
perché,
tralasciando la prassi riformista, i lavoratori acquistano coscienza della loro forza autonoma e
rivoluzionaria.
Germania Ovest - La stampa anarchica
Anche per merito dell'infaticabile compagno Willy Huppertz, è apparsa la rivista mensile
BEFREIUNG.
Un collettivo di cui fa parte Willy è incaricato della redazione. La presentazione (la veste
tipografica)
e viva, moderna. Segnaliamo uno studio sugli scioperi selvaggi, e la conseguente costituzione da parte
del padronato, per reazione, di "organizzazioni di difesa aziendale", vere e proprie squadracce
antisciopero, con compiti di rottura e di spionaggio nei confronti degli operai più combattivi.
Rilevante
un articolo di denuncia contro il sistema dei riformatori, l'immoralità e la brutalità dei
sorveglianti. Da
segnalare un'inchiesta sul caso Pinelli e la montatura contro gli anarchici dopo la strage di piazza
Fontana. È apparsa a Francoforte la rivista DIREKTE AKTION. Nel 1969 a Francoforte,
come anche in numerosi
centri della regione, si era costituita la "Federazione della nuova sinistra", il cui scopo principale era
quello di "turbare" la campagna elettorale del settembre 1969. Questo movimento perdeva rapidamente
quota e in seguito i suoi elementi più attivi fondarono DIREKTE AKTION, orientato verso
l'anarchismo.
"In questa rivista vogliamo noi trovare una strada verso la società senza classi, diversa da quella
preconizzata dalle organizzazioni autoritarie; vogliamo distinguerci decisamente sia da quelli che per
anarchismo intendono una sorta di pacifismo idealista, come pure da quanti credono di potere arrivare
ad una trasformazione sociale a colpi di bombe". Il N.1 del giornale NEUE 883 causò, come
noto, scontri con la polizia, in occasione della sua vendita
diretta tra le masse. È un giornale molto illustrato, dal tono acceso, ultra-gauchiste. Non è
veramente
anarchico; concede anzi molto ai maoisti francesi, a Sartre, ecc. Esalta chiaramente la violenza quale
unica arma del proletariato. Un attivismo che ha il solo torto di non avere le idee molto chiare sui mezzi,
i fini, le prospettive rivoluzionarie.
Il sindacato trade-unionista in combutta con Franco
Non è una notizia recente perché risale all'anno scorso, ma è bene
conoscerla: una rappresentanza
dei sindacati inglesi rendeva visita ai gerarchi del sindacato franchista, accolta con tutti gli onori, in un
clima di reciproca comprensione e simpatia. Il "compagno" G. Fellows (sta per fellone?) dichiarava:
"Sono convinto che l'amicizia tra i Sindacati spagnoli e le Trade Unions deve estendersi e non
dobbiamo essere solo amici, ma fratelli...".
Dall'università di Heidelberg
La ripresa universitaria ha visto il mantenimento dell'interdizione
dell'organizzazione S.D.S., che come
tutti sanno ha suscitato una grossa agitazione tra le masse studentesche. I corsi del professor
Schneider, di cui sono ben conosciute le idee conservatrici, sono stati fortemente disturbati. 38 tra
professori ed assistenti hanno solidarizzato con Schneider e, in nome della "libertà
d'insegnamento",
hanno ottenuto la sospensione dei corsi della facoltà. Ma la protesta degli studenti ha poi
costretto i
professori a riprendere i corsi (senza Schneider).
I partiti comunisti tedesco-occidentali
Il K.P.D. continua ad esistere illegalmente, benché il D.K.P. palesemente lo sostituisca,
nonostante lo
scacco cocente subito alle elezioni. Tale partito svolge una tattica di infiltrazione nel movimento
sindacale, occupandovi un certo numero di posti retribuiti e impieghi permanenti. Ovviamente agisce
d'accordo con il S.E.D. della Germania orientale. In occidente è visto come una quinta colonna
attiva,
ma meglio sarebbe considerarlo un abile "freno" contro i gruppi extraparlamentari, che combatte
aspramente. Gode di vaste simpatie nell'ambito delle riviste sexy e sedicenti di sinistra come
KONKRET. Vi è inoltre un partito marxista-leninista, il KPDML, e sta infine per formarsi
- a Berlino - un "organismo
per la costruzione del partito comunista tedesco" (KPDAO), proveniente dallo scioglimento, avvenuto
nel marzo 1970, dell'organizzazione studentesca S.D.S. Naturalmente, tutte queste organizzazioni
sono obiettivamente anti-anarchiche e tentano di mescolare
e assimilare l'autentico anarchismo alla salsa marxista-leninista.
I sindacati messicani
Tali sindacati hanno una essenziale caratteristica: quella di essere diretti da avvocati e intellettuali.
Gli
operai, mancando di un reale orientamento rivoluzionario, si affidano a costoro con la speranza di
vedere realizzate le loro aspirazioni. I Magona , Sarabia e Guerrero sono spariti dalla scena, dove
dominano le marionette della borghesia. È evidente quindi che la sola prospettiva è quella
di un
risveglio del proletariato messicano alle idee rivoluzionarie, nel solco della tradizione rivoluzionaria del
Messico, caratterizzata dalle dure lotte per la terra e dalla presa di coscienza delle masse
contadine.
Neostalinismo in Bulgaria
Il periodico viennese ANARCHO-INFO (numero 2) ci informa riguardo a un processo e a
persecuzioni
della polizia bulgara contro gli studenti. La dittatura stalinista non si lascerà minimamente
influenzare
dalla nostra protesta; ma facendo nostro l'appello dei compagni bulgari, intendiamo rivolgerci a tutti
coloro che ancora si lasciano strumentalizzare da un comunismo che è tale solo di nome, in
realtà è
autentico fascismo, sia pure rosso. Il 19 aprile dello scorso anno si è svolto a Sofia il
processo di appello contro sette studenti e un
operaio, imputati di aver diffuso un foglio di protesta tra la popolazione, per le condizioni di
illiberalità
e di sopraffazione esistenti all'università e di vera e propria schiavitù economica e politica
del paese.
È interessante sapere che i sei studenti sono figli di alti funzionari di partito e di capi della polizia
segreta. I figli in altri termini si sono ribellati alla tirannia dei loro padri. Il testo della protesta fu redatto
in casa del segretario distrettuale e inviato per posta a numerose persone o infilato direttamente nelle
cassette postali. Durante il processo di prima istanza gli studenti hanno coraggiosamente ribadito le
loro accuse contro
il terrore dell'apparato di partito e poliziesco, e dichiarato altresì di essere stati torturati. Il figlio
del
dirigente della polizia segreta è stato condannato a 5 anni, tre studenti hanno avuto 2 anni
ciascuno
e altri due sono stati condannati a un anno. Il settimo studente, Germinal Tschiwikow, figlio di un
combattente anti-franchista nella guerra civile spagnola, Panajot Tschiwikow, di professione scrittore
e traduttore, è stato condannato a una pena detentiva di 3 anni. L'ottavo imputato, l'operaio
Jordanov,
combattente antinazista, ha avuto un anno. Tali condanne si riferiscono al processo di prima istanza,
mentre ignoriamo il risultato dell'appello. Di questo processo, nemmeno una riga sulla stampa
bulgara. Evidentemente i dittatori di Sofia vogliono
liquidare in silenzio questi giovani combattenti per la libertà, così come 12 anni fa hanno
liquidato Manol
Wassew, intrepido militante del movimento operaio.
Dal Giappone
I compagni giapponesi hanno compiuto in questi ultimi tempi un notevole sforzo in campo
editoriale. Anzitutto l'opuscolo di Nicholas Walter "Pour l'anarchisme" che, è appena
apparso con il titolo
"L'anarchismo oggi". Poi nella stessa collana (pubblicazioni del gruppo libertario) esce a firma di S.
Hagihara "Quadro del movimento anarchico giapponese", un eccellente studio che ripercorre i grandi
fatti dell'anarchismo giapponese dal 1880 al 1938, sotto forma di resoconti annuali. Dello stesso
autore è stato appena pubblicato un voluminoso opuscolo intitolato "Anarco-sindacalismo".
Conviene ancora segnalare l'edizione, molto curata, di "Ricordi di un anarchico" di K. Kondo, notevole
opera di più di 300 pagine. Il mese scorso sono anche usciti: "Il mutuo appoggio", e "Parole
di un ribelle", ambedue di Kropotkin. Prossima la pubblicazione dell'opera Proudhoniana "Della
capacità politica delle classi lavoratrici".
Angelo Piero Della Savia dal carcere
Il compagno Della Savia arrestato per gli attentati fascisti del 25 aprile 1969 ha indirizzato alla rivista
"Re nudo" una lettera con la quale denuncia le manovre della magistratura italiana con quella svizzera
sotto la supervisione dell'Interpol. Alla fine di marzo (dopo quasi due anni di carcere preventivo) si
terrà il processo contro lui e gli altri
compagni incriminati e detenuti. Il processo è nella logica della repressione, non darà
giustizia al compagno Della Savia, come lui
stesso afferma: "... Ho scritto queste brevi note non per avere giustizia dalla magistratura; in questo
senso il mio
avvocato ha già puntualizzato le ripetute violazioni compiute in fatto e in diritto..." Egli quale
rivoluzionario si appella alle forze proletarie che uniche debbono dare il loro giudizio e il loro
appoggio: "... Ma è giusto che i lavoratori sappiano e che comprendano concretamente cosa
è la "repressione"
e come si manifesta. Io sono nelle loro mani, sono un giovane compagno e voglio dedicare la mia vita
a lottare nel movimento per l'emancipazione popolare. Se questa mia vita e la mia condotta debbono
essere giudicate, solo il popolo deve farlo, poiché è l'unico giudizio che mi
interessa. Solamente la solidarietà popolare potrà spezzare il complotto giudiziario
poliziesco ai danni miei, dei
miei compagni detenuti e di tutto il movimento. La forza reazionaria dei borghesi che si manifesta
nei loro "processi", può essere vinta solo dalla
maggior forza della solidarietà rivoluzionaria popolare"
Un'emittente radio anarchica in Russia
Secondo una trasmissione del Servizio Radio Mondiale della BBC, andata in onda dieci minuti dopo
la mezzanotte del 22-9-1970, nell'Unione Sovietica ci sarebbero migliaia di radio-trasmittenti pirata,
naturalmente illegali. Evidentemente esse devono preoccupare le autorità sovietiche da molti
anni - tanto che la stampa
sovietica si lamenta della loro attività fin dal 1964, quando erano ancora poche centinaia -
nonostante
questa sia la prima volta che se ne sente parlare. Ora operano migliaia di queste radio-trasmittenti,
specialmente nella Russia Centrale ed in Ucraina, tanto che nella sola città Ucraina di Krivoi-Rog
ve
ne sono varie centinaia. Molte di queste radio pirata sono semplicemente opera di giovani che si
divertono a trasmettere musica
leggera, "conversazione popolaresca", "linguaggio volgare", ecc., ma altre trasmissioni sono di
carattere più serio, trattando argomenti politici, religiosi, o satirici, ecc. La citata trasmissione
della BBC ha fornito i nomi di alcune stazioni radio segrete, ed alla fine ne ha
nominata una che si autodefinisce "ANARCHICA". Questa è una dimostrazione di più
che perfino la
spaventosa oppressione della dittatura comunista non è riuscita a sradicare completamente il
nostro
movimento e che l'anarchismo è ancora vivo in Russia. La BBC ha inoltre affermato che alcune
delle
radio pirata hanno seminato il disordine in maniera abbastanza grave in campo ferroviario ed
industriale, trasmettendo in alcune regioni false direttive, su una appropriata lunghezza d'onda! Queste
notizie ci fanno veramente piacere. La BBC ha aggiunto che migliaia di giovani stanno infrangendo la
legge e stanno rischiando gravi pene per queste trasmissioni illecite. Tutto ciò deriva dalla
diffusione
dell'educazione nell'URSS, che ha permesso a molti intraprendenti individui di avere le conoscenze
tecniche e scientifiche per costruirsi loro stessi i trasmettitori. Tutto ciò, come anche i
dirottamenti
aerei, dimostra non solo che la "tecnologia" talvolta si ritorce contro i padroni che l'hanno promossa,
ma anche che uno dei più soffocanti ed efficienti regimi burocratici non è riuscito ad
eliminare
l'individualità e l'iniziativa personale. L'ardente "soffio dell'Io vivente" (Stirner) può
ancora intaccare una
società statale dalla solida struttura d'acciaio.
(da "Freedom", n.39, del 12 dicembre 1970)
L'esperienza di Borgo S. Elia
Nell'attuale situazione di sviluppo neo-capitalistico, la presenza di "ghetti popolari" in tutte le
città, non
è un residuo del passato, una disfunzione passeggera eliminabile, ma l'inevitabile fenomeno che
accompagna il "progresso" basato sulla logica del profitto. Infatti, la progressiva urbanizzazione vede
le masse popolari emarginate nelle zone periferiche, in quanto gli imprenditori edili e i proprietari
speculano sulle aree a basso costo che si trovano ai limiti della città. L'esperienza recente di
Borgo S. Elia è una dimostrazione evidente dell'impossibilità delle attuali fasulle
programmazioni dello stato capitalista di risolvere il problema dei "ghetti". S. Elia è il tipico
ghetto dove
vengono isolati i paria della comunità, i diseredati della civiltà dei consumi. Nel
1945, alla fine della seconda guerra mondiale, il piano di ricostruzione di Cagliari (praticamente
distrutta dai bombardamenti) lasciava mano libera alla speculazione, ignorando il grave problema
dell'edilizia popolare. Numerose famiglie sinistrate si rifugiarono in baracche, prive di ogni elementare
servizio igienico, nell'area del vecchio Lazzaretto di S. Elia. Oggi la situazione è rimasta
sostanzialmente la stessa. I liquami continuano a scorrere all'aperto
(nonostante che due bambini vi abbiano trovato la morte per annegamento). Poi, improvvisamente,
il fatto nuovo: la speculazione edilizia appunta i suoi interessi rapaci sull'area
del Borgo. Le ruspe sono già pronte per demolire le casupole dei poveri, per edificare al loro
posto
sontuose ville prospicienti al mare, con porticcioli e moli per i panfili dei ricchi borghesi. Gli abitanti di
Borgo S. Elia vengono destinati in altre aree, più lontane, più infette. Dinanzi al piano
cinico di
segregazione sociale, i lavoratori più coscienti e soprattutto i compagni anarchici del gruppo
"Dionisio",
prendono posizione e cominciano un'efficace azione di mobilitazione sociale e di massa. L'analisi parte
da semplici considerazioni obbiettive: la lotta per la casa è più che giusta, se si pensi che
dalla busta
paga di ogni lavoratore vengono trattenute delle quote destinate (per legge!) alla costruzione di case
popolari. Dove vanno a finire questi soldi? Vediamo. I miliardi raccolti dalle buste paga vengono
indirizzati a pochi istituti pubblici, i quali speculano a livello bancario. Le banche, a loro volta, speculano
con gli interessi dei prestiti. Gli istituti, infine, non mantengono gli impegni programmatici circa il numero
dei vani da costruire. Ciò che è più scandaloso è il fatto che tali istituti
"pubblici" hanno voluto mettersi
sullo stesso piano della speculazione privata, facendo pagare affitti che vanno fino a un terzo della
paga media di un lavoratore, mentre le case popolari in realtà sono già state pagate dai
lavoratori
stessi. A fianco dei compagni del "Dionisio" intervenirono compagni di varie tendenze politiche. Una
petizione
con 500 firme, assemblee popolari, ecc., questo è il risultato di una lotta in cui gli anarchici
hanno
svolto un ruolo di primo piano. Al potere, ai gruppi autoritari, ai padroni e ai loro serbi non restava
quindi
che la provocazione poliziesca, come puntualmente è avvenuto in occasione della visita di Paolo
VI.
Ma la lotta popolare è appena all'inizio.
Scontri "tra opposti estremismi"
Per il potere costituito e l'attuale ordine falsamente democratico e legalitario, è divenuto un
luogo
comune denunciare il pericolo (per le istituzioni) rappresentato dai cosiddetti "opposti estremisti".
Aggiungiamo, per inciso, che anche Paietta usa ormai lo stesso linguaggio, persino le stesse frasi. Se
uno viene selvaggiamente picchiato da dieci energumeni, non è una vittima, non è un
cittadino
aggredito vigliaccamente: è "un opposto estremista", che le ha prese perché si trovava
"in minoranza".
Pertanto, gli aggressori non vengono perseguiti (se non altro a termini di legge) ma semplicemente
definiti "estremisti opposti". Questo modo di comportarsi è prassi quotidiana degli organi
del potere, che - si dice - dovrebbe essere
"democratico" e quindi persecutore degli aggressori di cittadini inermi. Un episodio avvenuto a Milano
non molto tempo fa è addirittura indicativo di tale orientamento. Verso le cinque del
pomeriggio, una domenica, alcuni ragazzi stavano in piazza S. Babila e si
accingevano a prendere la metropolitana. Improvvisamente vengono circondati da una decina di fascisti
armati di bastoni e di catene. Se la sono presa soprattutto con un ragazzo. E sapete perché?
Perché
portava un foulard rosso al collo. Coraggiosamente, dieci (e beni armati) contro uno, lo obbligarono a
bruciare il foulard e a dire alcune frasi da loro suggerite. Infine, lo colpirono con una spranga di ferro
ferendolo seriamente. Un poliziotto in borghese alla fine decise di intervenire per mettere fine al
pestaggio. Fu chiamata un'autoambulanza. Il lato paradossale della questione è che dopo
l'allontanamento dei fascisti aggressori, il poliziotto abbia chiesto i documenti del ferito, cioè
dell'aggredito. Sul luogo dell'aggressione è stata trovata una patente smarrita, intestata a certo
IACOFARDO, noto come fascista.
I nuovi padroni della SIT-SIEMENS
I dirigenti della Sit Siemens di Milano (impresa IRI) hanno paura della verità. L'impresa
occupa oltre
diecimila dipendenti e negli ultimi tempi è stata teatro di dure lotte rivendicative. Ebbene, con
una
lettera circolare a tutti i giornali, i detti dirigenti hanno tentato di respingere le precise e documentate
accuse degli operai che, tra l'altro, li indicavano come padroni dell'azienda. Con faccia di bronzo unica,
hanno detto: "Ma le aziende statali sono della collettività, non hanno padroni!". Gli operai
non la pensano così; sanno che i tecno-burocrati (la nuova classe di sfruttatori) hanno un
vasto potere di decisione, sia nelle aziende private che di Stato; hanno grossi privilegi, sono dei
padroni, e come tali, dei nemici della classe lavoratrice.
"Umanità Nova" incriminata da Occorsio
Il manifesto pubblicato da UMANITÀ NOVA, Settimanale Anarchico, dopo gli scontri di
Milano dello
scorso dicembre, in cui morì schiantato da un candelotto il giovane Saltarelli, è stato
oggetto di
attenzione da parte della procura della repubblica di Roma, che vi ha trovato "giustificazioni sufficienti"
per far scattare il famigerato codice Rocco: "notizie atte a turbare l'ordine
pubblico", ecc. Il sistema borghese italiano si qualifica sempre meglio: anziché
incriminare i responsabili delle violenze
poliziesche e della morte del povero studente, si perseguono coloro che denunciano la violenza e il
sopruso.
Il parroco mafioso
Il 28 novembre quattro compagni, Giovanni, Bruno, Rocco e Salvatore, del gruppo anarchico di
Africo
Nuovo (R.C.) venivano arrestati insieme a tre "picciotti" dipendenti dal capomafia locale don Stilo, con
l'accusa di aver partecipato ad una "rissa politica". I fatti risalgono all'11 ottobre, quando cioè
il suddetto parroco (capo bastone riconosciuto) mandò
quattro suoi "picciotti" (già noti per vari atti teppistici contro di noi, tra cui un incendio della
nostra sede)
a disturbare una nostra riunione. I quattro scellerati furono scacciati dal circolo ma, alla fine della
riunione, aggredirono per strada alcuni nostri compagni di cui uno, Rocco Palamara, rimase
ferito. Non contenti, i quattro mafiosi dopo circa un'ora tornavano all'attacco di fronte all'abitazione
dei
Palamara, dove i compagni si erano attardati a discutere dell'accaduto, sparando all'impazzata molti
colpi di pistola provocando una seria ferita al compagno Salvatore. I nostri compagni reagirono e ne
seguì una lotta corpo a corpo, finché il compagno Rocco riuscì ad impossessarsi
di un'arma e
rispondere al fuoco di quei teppisti che si davano a precipitosa fuga. I carabinieri, precedentemente
avvertiti da alcuni cittadini delle bravate mafiose che i quattro stavano
scatenando contro di noi, si sono - come al solito - astenuti da ogni intervento. La cosa strana
è che solo dopo un mese vengono iniziate le indagini, concluse come abbiamo detto
con l'arresto di quattro compagni di tre degli aggressori. Il 28 dicembre tutti i "picciotti" del losco prete
sono stati rimessi in libertà, mentre ancora tre dei nostri (Bruno, Rocco e Salvatore) sono
trattenuti in
carcere a Locri. Gli intrallazzi e le attività mafiose che fanno capo a don Stilo sono note non
solo ad Africo Nuovo ma
in tutta la provincia di Reggio; basterà ricordare la famosa e tuttora prospera "fabbrica dei
diplomi" di
Africo, scandalosa e lucrosa iniziativa di questo parroco capo mafia, che dispensa a pagamento i
diplomi desiderati. Nel paese è questo don Stilo, capo mafia riconosciuto da tutte le cosche
regionali, che detta legge e
non stupisce quindi che costui non abbia visto di buon occhio il sorgere del locale circolo anarchico e
si sia fatto promotore, mobilitando la sua cricca, di una feroce campagna repressiva contro di
noi.
(da Umanità Nova del 16 gennaio 1971)
Organizzazione Anarchica Milanese
In Polonia la polizia spara sul popolo
Anche nei paesi "socialisti" la polizia spara sul popolo. In Polonia, in Spagna, in Italia,
dappertutto la polizia spara e reprime. Non esiste polizia "democratica" o "popolare". La polizia
è per sua natura repressiva. La polizia è sempre al servizio dei padroni. Se la
polizia spara, è per difendere i padroni, il privilegio, lo sfruttamento. La polizia polacca spara
per difendere i nuovi padroni "rossi" e i loro privilegi. Contro i fascisti rossi di Varsavia
Contro i fascisti di Madrid Contro i fascisti "socialdemocratici" di Roma Con
gli sfruttati, con i lavoratori Per l'uguaglianza e la libertà Per
l'anarchia il socialismo deve essere anarchico
18-XII-70
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Aggressioni fasciste a Vercelli
Natale 1970 - Un gruppo di fascisti avvicina due giovanissimi simpatizzanti anarchici e, con
manganelli
di plastica pieni di sabbia, li colpisce sulla testa e sul volto, minacciandoli di ripetere la "lezione" se
continueranno a frequentare anarchici e militanti di sinistra. 1 gennaio 1971 - Quattro giovani
anarchici, mentre cenano al ristorante Pesce d'Oro, vengono insultati
e minacciati da una decina di fascisti. Fra i fascisti si è distinto un certo "Sasso" che si dichiara
squadrista e massacratore di partigiani, annunciando di voler inaugurare l'anno nuovo con l'uccisione
di un antifascista, ed aggredisce il padrone del locale intervenuto per calmare le acque. Interviene la
polizia che prende le difese dei fascisti. 19 gennaio - Alle 24 il giovane anarchico Daniele Gaviglio
esce, assieme ad un giovane socialista, dal
bar Vecchia Posta. Davanti al bar staziona una "Giulia" della polizia. Poco lontano una ventina di
persone che, alla vista dei due giovani, si avvicinano e, lanciando grida oltraggiose e slogans fascisti,
li aggrediscono a spintoni e schiaffi. I poliziotti della "Giulia" non si muovono. Dopo un'ora arriva la
squadra politica che accompagna i due giovani aggrediti ed una decina di fascisti in Questura. Tutti
vengono rilasciati verso le quattro del mattino. Gli aggrediti vengono pregati di non divulgare la notizia
dell'aggressione. Fra i fascisti i due aggrediti hanno riconosciuto un certo Vercellone ed una delle due
guardie dello stabilimento "Chatillon" noto per la faccia butterata.
Scotland Yard come Fatebenefratelli
Durante l'ondata di scioperi che si è avuta recentemente in Gran Bretagna per protesta contro
la
proposta di legge anti-sciopero (una legge che considererebbe reato tutti gli scioperi non indetti dai
sindacalisti) è scoppiata una bomba davanti all'abitazione del Ministro del Lavoro. Il gioco
è vecchio,
e a questo punto il lettore può già immaginare il seguito: i giornali hanno parlato di
anarchici. In
particolare la stampa britannica ha riportato la notizia "ufficiosa" che era attivamente ricercato il giovane
S. C. perché gravemente indiziato. La notizia è falsa non solo perché il
compagno S. C. non ha nulla
a che fare con l'attentato, ma perché egli non si è mai allontanato dalla sua abitazione
(nota alla polizia)
ed ha continuato a recarsi regolarmente al lavoro. La polizia non ha ancora interrogato S. C., ma ha
fatto pressioni sul suo datore di lavoro perché lo licenziasse ed ha fermato alcuni suoi amici e
compagni
minacciandoli e cercando tramite loro di intimidirlo. S. C. è un attivo militante della
Anarchist Black Cross, un'organizzazione di assistenza alle vittime
politiche che agisce anche su scala internazionale, soprattutto a favore dei compagni
spagnoli.
La lotta per la casa
Milano, 23 gennaio. Nello sgomberare una casa dell'Istituto Autonomo Case Popolari occupata
"abusivamente" da trenta famiglie senza tetto, la polizia ha arrestato e fermato molte decine di giovani
della sinistra extraparlamentari accorsi a dimostrare la loro solidarietà con gli occupanti. Gli
arrestati (per resistenza, occupazione abusiva, ecc.) sono 24, di cui 4 anarchici; gli incriminati a
piede libero 42, di cui 12 anarchici.
Pinelli? Chi è?
Milano - Domenico Riccomagno, procuratore generale della Repubblica, rievocando l'anno
giudiziario
1970 nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 1971 non ha neppure citato di sfuggita al caso
di Giuseppe Pinelli. In compenso ha accentuato l'orientamento di valutazione delle lotte operaie
studentesche in termini di reati da reprimere.
Un sostituto da sostituire
Milano - Prima dell'inizio della perizia necroscopica di Saverio Saltarelli, martedì 15
dicembre, due
uomini in borghese si sono presentati, qualificandosi come medici e chiedendo di assistere all'autopsia.
Si trattava di due ufficiali medici dell'arma dei carabinieri. Il sostituto procuratore Guido Viola non ha
consentito che assistessero alla necroscopia. L'inchiesta sull'assassinio di Saltarelli è stata,
com'è noto, tolta al sostituto procuratore Viola ed
assegnata al P.M. Ferdinando Pomarici. Il Pomarici, quattro mesi fa, ha fatto scarcerare un fascista che
aveva ferito a coltellate un giovane del movimento studentesco ed ha incriminato per falsa
testimonianza il ferito.
La Redazione
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