rivista anarchica
anno 38 n. 333
marzo 2008


società

testi e didascalie di Mauro Illiano e foto di Ivan Marchitiello

“Evasi dalle Reti. Due giovani Rom, provenienti dai sobborghi,
dopo aver camminato a lungo, arrivano in centro:
anche a Suto Orizari esiste la periferia”

Gli occhi dei bambini Rom conoscono il mondo pur senza averlo mai visto né potendo mai raccontarlo; come una macchina fotografica scattano delle istantanee di ciò che passa dinanzi a loro, conservandone un’immagine impressa su di una pellicola celata in cuor proprio.
Gli occhi di quei bambini superano ogni ostacolo fisico e come obiettivi senza limiti di diaframma riescono a mettere a fuoco all’infinito, cogliendo frammenti di quel Mondo che di loro non si accorge se non quando rompono quelle reti in cui sembrano intrappolati: smaniosi di avvicinarsi al mondo, alla terra, alle genti, che nel mentre della loro vita si limitano ad osservarli al di là delle reti, come fossero bestie in gabbia, animali da circo.

“Pausa pranzo. Due giovani zingari interrompono i loro giochi faticosi”

Eh sì, le Reti dei Rom, quelle esili eppure invalicabili ragnatele in cui sogni ed ambizioni rimangono in trappola, quelle barriere oltre le quali vive il Mondo dei grandi, ed entro il quale l’uomo comune, dall’esterno, non è in grado di vedere altro che esseri, fatti di pelle ed ossa, vedere appunto, senza osservare, senza sforzarsi a cogliere alcune riflessioni che pur ci sono sui loro volti. Sono tutte scritte, nelle loro rughe, nei loro sorrisi, nei loro slanci, nel loro esser rinchiusi eppure liberi per stessa natura, casta, razza.

“Un sorriso da Rom…”
“Attori non protagonisti: due fratellini
interpretano una scena vista in un film”

Che strano pensare che quelle reti in realtà non esistono, che quelle reti siamo noi, noi la trappola, noi la barriera, noi i pregiudizi, noi le spalle che si voltano contro una mano che si tende; che strano pensare che quelle reti sono piene di buchi, aperti con la forza di chi scappa e sfida il Mondo, per compiere quel grande giro che li riconduce nella ragnatela, perché coscienti, a fine corsa, che quella che vive al di là della rete non è che un’immensa trappola a sua volta, solo più grande, più finta, solo meno vivace, meno umana.

Mauro Illiano

“Ramona, quattro anni, con sua madre, parla al Mondo.
Dalla sua cucina pronuncia un appello rivolto a tutti: amateci!”
“Tratti di Umanità. Nell’infanzia degli zingari
la gioia sopravvive in ogni circostanza”
“Zona commerciale di Suto Orizari. Una commessa, infastidita
dalla sporcizia, raccoglie i rifiuti accumulati fuori al negozio”