rivista anarchica
anno 47 n. 413
febbraio 2017


storia

La lezione spagnola, ieri e oggi

reportage di Giulio Spiazzi


Si è svolto lo scorso luglio in Russia, a Pryamukhino, paese natale di Mikhail Bakunin, un incontro internazionale storico ad ampio spettro incentrato sull'esperienza rivoluzionaria spagnola di 80 anni prima. Uno dei relatori riferisce qui dei lavori, caratterizzati da una ventina di relazioni provenienti da molti Paesi.


Esistono anniversari storici che più che rappresentare semplicemente una data o un soggetto cronologico dedicati alla mera commemorazione, portano in sé la possibilità di permanere nell'attualità delle scelte di vita; come una vera e propria “porta temporale” che costruisce orizzonti di sentire e di pensiero che vanno ben oltre il ricordo e la celebrazione. Uno di questi eventi periodicamente studiati e ricordati è senz'altro (più volte citato nel corso del 2016), la guerra civile spagnola.
Ora che l'anno è passato, risulta comunque importante, proprio per sottolineare l'invito al prolungamento della testimonianza, portare alla luce quella che è stata un'interessantissima e non facile a realizzarsi iniziativa svolta in una nazione, la Russia (oggi putiniana e nuovamente imperialista), che ai tempi fu una delle grandi protagoniste, nel bene e nel male, del conflitto iberico. La conferenza annuale dei “Pryamukhinskie Readings” ha avuto luogo durante il fine settimana del 9-10 luglio 2016, nel villaggio di Pryamukhino, regione di Tver a circa 230 chilometri nord-ovest di Mosca, patria natale di Mikhail Bakunin.

Pryamukhino (Russia), luglio 2016 - Vadim Damier durante il suo intervento

Le “letture” del 2016 si sono focalizzate chiaramente sull'80° anniversario della rivoluzione spagnola del 1936. L'incontro informale si è svolto nell'edificio di stile sovietico della scuola di paese, dove è stato dibattuto il nutrito programma degli interventi, mantenendo vivo lo spirito originario che lo vuole intenzionalmente “internazionale”. Tra i numerosi relatori arrivati dai confini più estremi del vastissimo territorio russo, anche presenze estere da Polonia, Italia e Svezia. Durante il dibattito sulle differenti letture della rivoluzione spagnola è emersa una notevole varietà di argomenti centrali e limitrofi.
Questo il programma degli interventi: “Introduzione e inquadramento delle tematiche” per voce di Kornilov Sergey, storico promotore degli incontri internazionali di Pryamukhino; Damier Vadim (Mosca): “La mossa obbligata spagnola o la storia di una occasione perduta”; Fedorov Andrey (Mosca): “Ad un bivio: le discussioni in seno al Movimento Libertario in Spagna, autunno 1936 - Primavera 1937”; Spiazzi Giulio (Italia): “1936 -1939: Rivoluzione ed Educazione. Scuole anarchiche e libertarie durante le realizzazioni concrete della Guerra di Spagna”; Fetisov Yury (Mosca): “Gli irlandesi, l'anarchismo e la guerra civile in Spagna”; Dundich Dmitry (Zaporizhia – San Pietroburgo): “La compagna ucraina Taras Shevchenko, condannata all'oblio”; Sidorov Adrey (Irkutsk): “La rivoluzione spagnola e la guerra spagnola negli articoli da N. Lazarevich”; Gadaeva N. (Mosca): “La memoria contemporanea della Grande rivoluzione spagnola e la rievocazione storica”; Kornilova Alla (Mosca): “L'80° anniversario della morte di Garcia Lorca e i problemi della memoria storica”; Leontiev Yaroslav (Mosca): “Incontro tra diverse generazioni (i miei ricordi degli anarchici 1920-1980) e la visione di un cortometraggio sulle sorelle Garasev”.
Nella seconda giornata dell'incontro, si sono trattate le seguenti tematiche: Presentazione dei libri di nuova pubblicazione di P. Talerov (“Anarchismo: pro et contra”) un'opera a dir poco “ciclopica”; S. Kornilov (“Letture di Pryamukhino – 2015”); P. Ryabov (“Storia del popolo russo e dello Stato russo”); Tupikin Vlad (Mosca): “A proposito di Nikolay Muravin”; Rachmaninoff Maria (San Pietroburgo): “Il significato di Utopia – Movimento, come superare l'immamente”; Ilyin Andrey: “Il concetto di rivolta in M. Bakunin”.

Pryamukhino (Russia), luglio 2016 - Un momento collettivo della
due giorni di Pryamukhino 2016 dedicata alla guerra civile spagnola

La relazione di Vadim Damier, docente anarco-sindacalista

Tra gli interventi significativi ed inediti, quello di Vadim Damier, dottore in Storia presso l'Università di Mosca, professore di spicco della Scuola di Alti Studi Economici di Russia. Il docente, per sua definizione anarco-sindacalista, ha parlato del ritrovamento di nuovi documenti d'archivio che permettono di dissipare miti consolidati da generazioni di storici di regime, riguardanti la rivoluzione e la guerra civile di Spagna. In particolare, Damier ha sostenuto nel corso del suo sentito intervento, che la CNT abbia a suo tempo ripetutamente sottolineato che in Spagna l'alternativa era verosimilmente e in modo “manicheo” solo tra fascismo e comunismo libertario. Gli eventi che si svolsero a Barcellona, in Catalogna, e parzialmente in altre regioni limitrofe diedero agli anarchici “quello per cui loro avevano così tenacemente lottato per anni e sognato per decenni”, ma purtroppo “essi non furono preparati a gestire a proprio favore questo regalo della storia”.
Secondo lo storico moscovita i libertari si convinsero del fatto che la battaglia contro il fascismo richiedeva una vasta cooperazione tra forze anti-fasciste. “La decisione presa dagli anarco-sindacalisti di non dichiarare in quel momento la loro totale adesione al comunismo libertario e di stabilire una cooperazione temporanea con altre forze anti-fasciste (socialisti, comunisti e repubblicani), incluso il fatto di unirsi al Governo Repubblicano, portò al risultato acritico e nocivo di un'avventata valutazione della situazione”. Non sentendosi sicuri in altre aree del Paese, se non in Catalogna, “i leader della CNT non osarono iniziare azioni rivoluzionarie indipendenti, temendo la prospettiva di dover combattere su tre differenti fronti interni e con lo spettro di un intervento diretto straniero.” Molti degli attivisti, secondo i documenti esposti, percepivano che fosse prematuro estendere la rivoluzione sociale in tutta la Spagna, e che il comunismo libertario applicato alla sola Catalogna, fosse inevitabilmente destinato ad essere annientato. In verità, la situazione sul campo non era poi così senza speranze, come sembrò agli anarco-sindacalisti catalani. Il moto social-rivoluzionario partito dalla Catalogna, si stava infatti diffondendo a macchia d'olio in Aragona e Valencia, per puntare risolutamente all'Andalusia.
Le aree-chiave economicamente sviluppate del Paese iberico erano dunque nelle mani della rivoluzione. “In questa reale situazione sarebbe stato possibile per la CNT-FAI “andare fino in fondo” e continuare così la rivoluzione nella sfera socio-economica ignorando la “struttura dello Stato” e salvando il fronte popolare antifascista dal basso”.
All'inizio, ha sostenuto Damier, le masse anarco-sindacaliste non vollero prestare attenzione ai compromessi attuati dai loro leader e resero effettiva la rivoluzione sociale orizzontale, guidata dalle idee libertarie. Di conseguenza, a Barcellona il 70% delle attività economiche passò nelle mani dei lavoratori, a Valencia, poco più del 50%. La collettivizzazione agricola venne sostenuta e difesa dalle milizie anarco-sindacaliste nei territori dell'Aragona, dove i collettivi di contadini gestivano più del 60% di tutta la terra coltivabile ed erano coinvolti a tutti gli effetti nell'auto-governo comune. “Ma i leader degli anarco-sindacalisti presero una posizione di mezzo e rimasero nel governo repubblicano fino a giugno del 1937.” Il risultato di questa posizione di compromesso fu catastrofica per l'anarco-sindacalismo spagnolo. “La tattica di posporre o trattenere la rivoluzione sociale per il beneficio della vittoria nella guerra civile tra il campo borghese-repubblicano e quello fascista, si rovesciò in maniera sfavorevole anche per ciò che riguardò complessivamente l'esito finale del conflitto stesso.” Vadim Damier ha così potuto concludere sostenendo, sulla base della nuova documentazione d'archivio da lui esposta, che “gli eventi mostrarono che fu impossibile ottenere una vittoria in una guerra, anche antifascista, guidata esclusivamente da un esercito regolare governato dalle usuali pratiche dell'arte militare. Soltanto i lavoratori spagnoli portatori della visione “di un nuovo mondo nel cuore”, capaci di difendere e proteggere i risultati della rivoluzione libertaria, avrebbero potuto sconfiggere, in quel momento storico, il franchismo”.

Pryamukhino (Russia), luglio 2016 - Momento conviviale autogestito
nella izba (tipica abitazione rurale russa) di Sergei Kornilov
promotore delle Letture di Pryamukhino

E poi Orwell, filmati, utopia, rivolta, ecc.

Altri interventi da sottolineare, sono stati quelli di Andrey Fedorov, focalizzato sulla spiegazione delle differenti circostanze che generarono un conflitto interno nel movimento libertario spagnolo tra il 1936-1937 per questioni di interpretazione del concetto e della pratica della Rivoluzione; gli interessanti report di Y. Fetisov e D. Dundich sulla partecipazione nella Guerra Civile Spagnola di battaglioni, rispettivamente irlandesi ed ucraini; l'analisi approfondita dello studioso A. Sidorov proveniente dalla lontana Irkutsk, riguardante le testimonianze sconosciute sulla rivoluzione di Spagna nelle opere degli emigrati anarchici russi; i lavori di N. Lazarevich e N. Gadaeva sul movimento degli appassionati ricostruttori attuali degli eventi della guerra civile (con slides che testimoniano anche i ritrovamenti attuali sul posto, di siti ed oggetti riguardanti il periodo del conflitto); la bella e intensa relazione di Alla Kornilova (una delle promotrici degli incontri ed editrice dei testi delle Pryamukhino Readings), che ha trattato della morte del grande poeta Federico Garcia Lorca e del problema della memoria storica nella Spagna contemporanea.

Pryamukhino (Russia), luglio 2016 - Foto di gruppo dei partecipanti all'incontro

Durante la due giorni delle “letture”, i partecipanti hanno potuto assistere e commentare criticamente la proiezione del multi-documentario “l'Impronta Spagnola” diretto da Elena Yakovich relativo alla guerra civile del 1936-1939, recentemente trasmesso dalla televisione di stato russa. Esso è un ciclo di quattro lungometraggi dedicati alla guerra civile, o piuttosto, al ruolo speciale che la stessa incarnò nella storia intellettuale del 20° secolo. Al centro di ogni film, sono collocate delle figure iconiche del mondo della cultura del tempo: Hemingway, Malraux, Saint-Exupéry, Orwell, Ehrenburg, che produssero lavori importanti in qualche modo connessi con una personale partecipazione alla guerra di Spagna.
I presenti a Pryamukhino hanno così avuto la possibilità di seguire la puntata dedicata ad Orwell che passò, come è noto, sette mesi combattendo tra le montagne dell'Aragona. Lo scrittore fece un dettagliato resoconto delle sue esperienze in quelle terre e degli eventi del 1937 che accaddero a Barcellona. Il tutto venne raccolto nel suo libro del 1938 “Omaggio alla Catalogna”. Un altro film proiettato durante l'incontro nel paese natio di Bakunin, è stato dedicato al ruolo che ebbe l'URSS in quella tragica guerra (Regia di Ilia Ivanov). I relatori e i partecipanti alla discussione successiva, hanno potuto notare come il “mainstream” ufficiale, ancora tenda a minimizzare o, peggio a negare il ruolo primario degli anarchici e degli anarco-sindacalisti nella rivoluzione del 1936.
Oltre a questi soggetti, intimamente legati alle tematiche storiche della guerra civile spagnola, sono stati affrontati specifici argomenti del pensiero anarchico. Yaroslav Leontiev ha portato la testimonianza dei suoi incontri diretti con veterani dell'anarchismo russo quali le sorelle Garasyov; Vlad Tupikin, si è soffermato sull'anniversario delle morti premature degli anarchici moscoviti Nicholas Muravin e Maria Rachmaninova, e sul problema della riabilitazione del termine “Utopia”; Andrey Ilyin ha esteso la sua analisi sul concetto di “rivolta” nei lavori di Mikhail Bakunin; Yan Prusskiy ha parlato invece della relazione militante tra Peter Kropotkin e Alexander Berkman; Andrey Biryukov ha mostrato i dettagli poco conosciuti della biografia di Kropotkin; Alexander Lanewsky dalla Polonia, ha invece condotto un intervento dedicato alla memoria della “Rivoluzione polacca del 1905”; Peter Ryabov è intervenuto portando una dotta analisi sulla attività creativa in ambito musicale e poetico dell'anarchico russo Alexei Borovoy; Pavel Talerov ha illustrato gli aspetti religiosi spesso dimenticati, ma presenti nei discorsi dell'anarchismo classico russo. Insomma, un altro incontro denso di riflessioni, che, pur condensato temporalmente in due giornate di intenso lavoro, ha prodotto ulteriori riverberi di lettura sulla guerra civile spagnola che, costituiscono una “onda lunga” di studio e confronto per i mesi e gli anni a venire.

Giulio Spiazzi
giuliospiazzi@gmail.com