storia
La lezione spagnola, ieri e oggi
reportage di Giulio Spiazzi
Si è svolto lo scorso luglio in Russia, a Pryamukhino, paese natale di Mikhail Bakunin, un incontro internazionale storico ad ampio spettro incentrato sull'esperienza rivoluzionaria spagnola di 80 anni prima. Uno dei relatori riferisce qui dei lavori, caratterizzati da una ventina di relazioni provenienti da molti Paesi.
Esistono anniversari storici
che più che rappresentare semplicemente una data o un
soggetto cronologico dedicati alla mera commemorazione, portano
in sé la possibilità di permanere nell'attualità
delle scelte di vita; come una vera e propria “porta temporale”
che costruisce orizzonti di sentire e di pensiero che vanno
ben oltre il ricordo e la celebrazione. Uno di questi eventi
periodicamente studiati e ricordati è senz'altro (più
volte citato nel corso del 2016), la guerra civile spagnola.
Ora che l'anno è passato, risulta comunque importante,
proprio per sottolineare l'invito al prolungamento della testimonianza,
portare alla luce quella che è stata un'interessantissima
e non facile a realizzarsi iniziativa svolta in una nazione,
la Russia (oggi putiniana e nuovamente imperialista), che ai
tempi fu una delle grandi protagoniste, nel bene e nel male,
del conflitto iberico. La conferenza annuale dei “Pryamukhinskie
Readings” ha avuto luogo durante il fine settimana del
9-10 luglio 2016, nel villaggio di Pryamukhino, regione di Tver
a circa 230 chilometri nord-ovest di Mosca, patria natale di
Mikhail Bakunin.
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Pryamukhino (Russia), luglio 2016 - Vadim Damier durante il
suo intervento |
Le “letture” del 2016 si sono focalizzate chiaramente
sull'80° anniversario della rivoluzione spagnola del 1936.
L'incontro informale si è svolto nell'edificio di stile
sovietico della scuola di paese, dove è stato dibattuto
il nutrito programma degli interventi, mantenendo vivo lo spirito
originario che lo vuole intenzionalmente “internazionale”.
Tra i numerosi relatori arrivati dai confini più estremi
del vastissimo territorio russo, anche presenze estere da Polonia,
Italia e Svezia. Durante il dibattito sulle differenti letture
della rivoluzione spagnola è emersa una notevole varietà
di argomenti centrali e limitrofi.
Questo il programma degli interventi: “Introduzione e
inquadramento delle tematiche” per voce di Kornilov Sergey,
storico promotore degli incontri internazionali di Pryamukhino;
Damier Vadim (Mosca): “La mossa obbligata spagnola o la
storia di una occasione perduta”; Fedorov Andrey (Mosca):
“Ad un bivio: le discussioni in seno al Movimento Libertario
in Spagna, autunno 1936 - Primavera 1937”; Spiazzi Giulio
(Italia): “1936 -1939: Rivoluzione ed Educazione. Scuole
anarchiche e libertarie durante le realizzazioni concrete della
Guerra di Spagna”; Fetisov Yury (Mosca): “Gli irlandesi,
l'anarchismo e la guerra civile in Spagna”; Dundich Dmitry
(Zaporizhia – San Pietroburgo): “La compagna ucraina
Taras Shevchenko, condannata all'oblio”; Sidorov Adrey
(Irkutsk): “La rivoluzione spagnola e la guerra spagnola
negli articoli da N. Lazarevich”; Gadaeva N. (Mosca):
“La memoria contemporanea della Grande rivoluzione spagnola
e la rievocazione storica”; Kornilova Alla (Mosca): “L'80°
anniversario della morte di Garcia Lorca e i problemi della
memoria storica”; Leontiev Yaroslav (Mosca): “Incontro
tra diverse generazioni (i miei ricordi degli anarchici 1920-1980)
e la visione di un cortometraggio sulle sorelle Garasev”.
Nella seconda giornata dell'incontro, si sono trattate le seguenti
tematiche: Presentazione dei libri di nuova pubblicazione di
P. Talerov (“Anarchismo: pro et contra”) un'opera
a dir poco “ciclopica”; S. Kornilov (“Letture
di Pryamukhino – 2015”); P. Ryabov (“Storia
del popolo russo e dello Stato russo”); Tupikin Vlad (Mosca):
“A proposito di Nikolay Muravin”; Rachmaninoff Maria
(San Pietroburgo): “Il significato di Utopia – Movimento,
come superare l'immamente”; Ilyin Andrey: “Il concetto
di rivolta in M. Bakunin”.
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Pryamukhino
(Russia), luglio 2016 - Un momento collettivo della due giorni di Pryamukhino 2016 dedicata alla guerra civile spagnola |
La relazione di Vadim Damier, docente anarco-sindacalista
Tra gli interventi significativi ed inediti, quello di Vadim
Damier, dottore in Storia presso l'Università di Mosca,
professore di spicco della Scuola di Alti Studi Economici di
Russia. Il docente, per sua definizione anarco-sindacalista,
ha parlato del ritrovamento di nuovi documenti d'archivio che
permettono di dissipare miti consolidati da generazioni di storici
di regime, riguardanti la rivoluzione e la guerra civile di
Spagna. In particolare, Damier ha sostenuto nel corso del suo
sentito intervento, che la CNT abbia a suo tempo ripetutamente
sottolineato che in Spagna l'alternativa era verosimilmente
e in modo “manicheo” solo tra fascismo e comunismo
libertario. Gli eventi che si svolsero a Barcellona, in Catalogna,
e parzialmente in altre regioni limitrofe diedero agli anarchici
“quello per cui loro avevano così tenacemente lottato
per anni e sognato per decenni”, ma purtroppo “essi
non furono preparati a gestire a proprio favore questo regalo
della storia”.
Secondo lo storico moscovita i libertari si convinsero del fatto
che la battaglia contro il fascismo richiedeva una vasta cooperazione
tra forze anti-fasciste. “La decisione presa dagli anarco-sindacalisti
di non dichiarare in quel momento la loro totale adesione al
comunismo libertario e di stabilire una cooperazione temporanea
con altre forze anti-fasciste (socialisti, comunisti e repubblicani),
incluso il fatto di unirsi al Governo Repubblicano, portò
al risultato acritico e nocivo di un'avventata valutazione della
situazione”. Non sentendosi sicuri in altre aree del Paese,
se non in Catalogna, “i leader della CNT non osarono iniziare
azioni rivoluzionarie indipendenti, temendo la prospettiva di
dover combattere su tre differenti fronti interni e con lo spettro
di un intervento diretto straniero.” Molti degli attivisti,
secondo i documenti esposti, percepivano che fosse prematuro
estendere la rivoluzione sociale in tutta la Spagna, e che il
comunismo libertario applicato alla sola Catalogna, fosse inevitabilmente
destinato ad essere annientato. In verità, la situazione
sul campo non era poi così senza speranze, come sembrò
agli anarco-sindacalisti catalani. Il moto social-rivoluzionario
partito dalla Catalogna, si stava infatti diffondendo a macchia
d'olio in Aragona e Valencia, per puntare risolutamente all'Andalusia.
Le aree-chiave economicamente sviluppate del Paese iberico erano
dunque nelle mani della rivoluzione. “In questa reale
situazione sarebbe stato possibile per la CNT-FAI “andare
fino in fondo” e continuare così la rivoluzione
nella sfera socio-economica ignorando la “struttura dello
Stato” e salvando il fronte popolare antifascista dal
basso”.
All'inizio, ha sostenuto Damier, le masse anarco-sindacaliste
non vollero prestare attenzione ai compromessi attuati dai loro
leader e resero effettiva la rivoluzione sociale orizzontale,
guidata dalle idee libertarie. Di conseguenza, a Barcellona
il 70% delle attività economiche passò nelle mani
dei lavoratori, a Valencia, poco più del 50%. La collettivizzazione
agricola venne sostenuta e difesa dalle milizie anarco-sindacaliste
nei territori dell'Aragona, dove i collettivi di contadini gestivano
più del 60% di tutta la terra coltivabile ed erano coinvolti
a tutti gli effetti nell'auto-governo comune. “Ma i leader
degli anarco-sindacalisti presero una posizione di mezzo e rimasero
nel governo repubblicano fino a giugno del 1937.” Il risultato
di questa posizione di compromesso fu catastrofica per l'anarco-sindacalismo
spagnolo. “La tattica di posporre o trattenere la rivoluzione
sociale per il beneficio della vittoria nella guerra civile
tra il campo borghese-repubblicano e quello fascista, si rovesciò
in maniera sfavorevole anche per ciò che riguardò
complessivamente l'esito finale del conflitto stesso.”
Vadim Damier ha così potuto concludere sostenendo, sulla
base della nuova documentazione d'archivio da lui esposta, che
“gli eventi mostrarono che fu impossibile ottenere una
vittoria in una guerra, anche antifascista, guidata esclusivamente
da un esercito regolare governato dalle usuali pratiche dell'arte
militare. Soltanto i lavoratori spagnoli portatori della visione
“di un nuovo mondo nel cuore”, capaci di difendere
e proteggere i risultati della rivoluzione libertaria, avrebbero
potuto sconfiggere, in quel momento storico, il franchismo”.
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Pryamukhino
(Russia), luglio 2016 - Momento conviviale autogestito nella izba (tipica abitazione rurale russa) di Sergei Kornilov promotore delle Letture di Pryamukhino |
E poi Orwell, filmati, utopia, rivolta, ecc.
Altri interventi da sottolineare, sono stati quelli di Andrey
Fedorov, focalizzato sulla spiegazione delle differenti circostanze
che generarono un conflitto interno nel movimento libertario
spagnolo tra il 1936-1937 per questioni di interpretazione del
concetto e della pratica della Rivoluzione; gli interessanti
report di Y. Fetisov e D. Dundich sulla partecipazione nella
Guerra Civile Spagnola di battaglioni, rispettivamente irlandesi
ed ucraini; l'analisi approfondita dello studioso A. Sidorov
proveniente dalla lontana Irkutsk, riguardante le testimonianze
sconosciute sulla rivoluzione di Spagna nelle opere degli emigrati
anarchici russi; i lavori di N. Lazarevich e N. Gadaeva sul
movimento degli appassionati ricostruttori attuali degli eventi
della guerra civile (con slides che testimoniano anche i ritrovamenti
attuali sul posto, di siti ed oggetti riguardanti il periodo
del conflitto); la bella e intensa relazione di Alla Kornilova
(una delle promotrici degli incontri ed editrice dei testi delle
Pryamukhino Readings), che ha trattato della morte del grande
poeta Federico Garcia Lorca e del problema della memoria storica
nella Spagna contemporanea.
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Pryamukhino
(Russia), luglio 2016 - Foto di gruppo dei partecipanti all'incontro |
Durante la due giorni delle “letture”, i partecipanti
hanno potuto assistere e commentare criticamente la proiezione
del multi-documentario “l'Impronta Spagnola” diretto
da Elena Yakovich relativo alla guerra civile del 1936-1939,
recentemente trasmesso dalla televisione di stato russa. Esso
è un ciclo di quattro lungometraggi dedicati alla guerra
civile, o piuttosto, al ruolo speciale che la stessa incarnò
nella storia intellettuale del 20° secolo. Al centro di
ogni film, sono collocate delle figure iconiche del mondo della
cultura del tempo: Hemingway, Malraux, Saint-Exupéry,
Orwell, Ehrenburg, che produssero lavori importanti in qualche
modo connessi con una personale partecipazione alla guerra di
Spagna.
I presenti a Pryamukhino hanno così avuto la possibilità
di seguire la puntata dedicata ad Orwell che passò, come
è noto, sette mesi combattendo tra le montagne dell'Aragona.
Lo scrittore fece un dettagliato resoconto delle sue esperienze
in quelle terre e degli eventi del 1937 che accaddero a Barcellona.
Il tutto venne raccolto nel suo libro del 1938 “Omaggio
alla Catalogna”. Un altro film proiettato durante l'incontro
nel paese natio di Bakunin, è stato dedicato al ruolo
che ebbe l'URSS in quella tragica guerra (Regia di Ilia Ivanov).
I relatori e i partecipanti alla discussione successiva, hanno
potuto notare come il “mainstream” ufficiale, ancora
tenda a minimizzare o, peggio a negare il ruolo primario degli
anarchici e degli anarco-sindacalisti nella rivoluzione del
1936.
Oltre a questi soggetti, intimamente legati alle tematiche storiche
della guerra civile spagnola, sono stati affrontati specifici
argomenti del pensiero anarchico. Yaroslav Leontiev ha portato
la testimonianza dei suoi incontri diretti con veterani dell'anarchismo
russo quali le sorelle Garasyov; Vlad Tupikin, si è soffermato
sull'anniversario delle morti premature degli anarchici moscoviti
Nicholas Muravin e Maria Rachmaninova, e sul problema della
riabilitazione del termine “Utopia”; Andrey Ilyin
ha esteso la sua analisi sul concetto di “rivolta”
nei lavori di Mikhail Bakunin; Yan Prusskiy ha parlato invece
della relazione militante tra Peter Kropotkin e Alexander Berkman;
Andrey Biryukov ha mostrato i dettagli poco conosciuti della
biografia di Kropotkin; Alexander Lanewsky dalla Polonia, ha
invece condotto un intervento dedicato alla memoria della “Rivoluzione
polacca del 1905”; Peter Ryabov è intervenuto portando
una dotta analisi sulla attività creativa in ambito musicale
e poetico dell'anarchico russo Alexei Borovoy; Pavel Talerov
ha illustrato gli aspetti religiosi spesso dimenticati, ma presenti
nei discorsi dell'anarchismo classico russo. Insomma, un altro
incontro denso di riflessioni, che, pur condensato temporalmente
in due giornate di intenso lavoro, ha prodotto ulteriori riverberi
di lettura sulla guerra civile spagnola che, costituiscono una
“onda lunga” di studio e confronto per i mesi e
gli anni a venire.
Giulio Spiazzi
giuliospiazzi@gmail.com
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