Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 1 nr. 2
marzo 1971


Rivista Anarchica Online

L'inquinamento
di A. di Solata

La campagna ufficiale contro l'inquinamento è una mistificazione. Gli inquinatori non possono eliminare l'inquinamento, se non eliminandosi.

1. Negli ultimi due anni, a poco a poco, il tema dell'inquinamento è diventato sempre più importante. Da qualche mese, poi, non passa giorno senza che qua o là venga fatta una denuncia, un'incriminazione, una protesta, senza che venga scritto un articolo, pubblicata un'inchiesta, documentato uno scandalo. Persino sui rotocalchi e sui settimanali femminili i giornalisti si abbandonano a descrizioni orripilanti di acque luride e smog micidiali, di sali velenosi e di acidi disciolti nei canali e nelle falde sotterranee, di schiuma indistruttibile galleggiante sui fiumi, di nafta che copre i mari, di rifiuti che assediano le città.
Così ufficialmente si va scoprendo quello che gli interessati sapevano da un pezzo e inutilmente da un pezzo andavano gridando. Lo sapevano benissimo gli agricoltori che l'acqua inquinata brucia i prati e avvelena le bestie (e a volte ustiona i bambini e acceca). Lo sapevano benissimo gli abitanti proletari dei quartieri periferici metropolitani e dei suburbi industriali che l'aria fetida e velenosa attacca i polmoni, che i fumi degli stabilimenti ammalano e uccidono. Bisognava però che la sporcizia, il puzzo, i germi, i gas minacciassero seriamente anche i polmoni borghesi, che l'inquinamento raggiungesse le spiagge dei signori, le loro ville, i loro alberghi e le loro fattorie, bisognava che il danno toccasse anche la classe dirigente nella salute e nel portafoglio, perché il fenomeno diventasse ufficialmente preoccupante e se ne occupassero dapprima pochi pretori giovani e anticonformisti poi tutte le preture ed i legislatori, dapprima pochi ricercatori originali poi le Accademie (Università, congressi, simposi, convegni, conferenze...).
Così ci si accorse di punto in bianco o quasi (le voci isolate, le cassandre non contraddicono ma sottolineano la regola) che il progressivo avvelenamento dell'ambiente e era in stadio avanzato e rischiava di portare presto all'estinzione della specie umana. E poiché, purtroppo, della specie umana fanno parte anche padroni e vescovi, generali ed accademici, capitalisti e tecno-burocrati, ministri e questori, la faccenda era ahi, ahi, un poco preoccupante.

2. C'è un verme, una tenia che parassitizza il cane e tanto lo debilita che lo porta alla morte e con la morte dell'ospite-vittima, muore anch'essa. Aldous Huxley, uno scrittore inglese, ha paragonato l'uomo alla tenia e la terra al cane. Come la tenia, l'uomo distrugge assurdamente l'ambiente che lo circonda e da cui trae tutto ciò che gli consente di vivere; quando l'avrà distrutto completamente dovrà perire anch'egli, come il cieco parassita dell'intestino del cane.
Ho detto l'uomo. Meglio sarebbe dire la civiltà occidentale, meglio ancora le classi dirigenti dei Paesi ad avanzato stadio di industrializzazione. Stavo per dire la "classe borghese" (per abitudine), ma sarebbe indelicato dimenticare che anche la tecno-burocrazia dei Paesi sedicenti socialisti (URSS in testa) sta facendo del suo meglio per insudiciare, distruggere, avvelenare la superficie terrestre (1).
L'industrializzazione più la cieca voracità delle classi dominanti più una spirale di contraddizioni cui queste non possono sottrarsi stanno avvelenando dunque l'aria, l'acqua, la terra. I fiumi che entrano nelle città ne escono fogne mortifere. I mari avvelenano i pesci ed impestano i litorali anziché purificarli. L'aria delle metropoli, dove si va inesorabilmente raggrumando una parte sempre maggiore dell'umanità, si fa irrespirabile. I prati vengono uccisi anziché arricchiti dall'acqua irrigua. La follia speculativa sostituisce il cemento ai boschi alterando l'equilibrio dei microclimi. I rifiuti delle città non riescono più ad essere riassorbiti dalla natura, né distrutti dall'uomo... L'umanità rischia di morire soffocata dagli escrementi della sua follia.

3. Le nostre preoccupazioni sono forse solo il riflesso allarmistico di ben più serie ed altre preoccupazioni (sarcasmo). Ben altra gente infatti (continua il sarcasmo) si sta occupando dell'inquinamento, degli equilibri ecologici (cioè ambientali), della difesa della natura, eccetera. Se ne occupano i più qualificati consessi scientifici (2), le più autorevoli autorità (3), gli stessi grandi monopoli industriali (4)...
Lo stesso presidente statunitense Nixon, noto per la distruzione del Vietnam, noto per l'impiego dissennato di defoglianti e diserbanti che stanno facendo un deserto di un'intera regione, ha lanciato di persona una grande clamorosa campagna nazionale ed internazionale contro l'inquinamento. Lui, Nixon, il grande inquinante, il simbolo vivente dell'inquinamento non solo chimico e fisico, ma anche estetico, etico e sociale, il simbolo dell'imperialismo omicida, del consumismo distruttore, della logica capitalistica (il profitto innanzitutto)... lui, quel Nixon la cui x è in tutto il mondo scritta come una svastica, si erge a paladino della bellezza, della pulizia, della specie umana!

4. Negato comunque il diritto a Nixon ed ai suoi pari di parlare a nome dell'umanità (o anche solo del popolo americano), resta il fatto che veramente pare che gli "inquinatori" abbiano deciso di combattere l'inquinamento, perché sta raggiungendo limiti pericolosi anche per loro. Il nostro intervento, l'intervento degli "inquinati" parrebbe dunque inutile, a questo punto. Non è vero. Gli inquinatori (capitalisti, tecnoburocrati, presidenti, ecc.) si limiteranno a controllare alcune forme di inquinamento. Si limiteranno cioè a mantenere l'inquinamento sotto quel "livello di guardia" oltre il quale si rischia l'estinzione della specie o si pregiudicano comunque la salute ed il godimento delle classi dirigenti. Non potranno però, per loro natura, per la natura del loro sistema, eliminare l'inquinamento, perché non possono rimuoverne le cause senza distruggere le basi del loro privilegio. Il fatto cioè che la lotta contro l'inquinamento sia ufficializzata è solo una garanzia (neppure certa, fra l'altro) che sarà salva la sopravvivenza dell'uomo. Forse. Ma in quali condizioni? Chi penserà (a chi interesserà) ad eliminare "l'inquinamento" dei ghetti urbani, dei lavori nocivi, dei candelotti lacrimogeni, delle speculazioni edilizie, dello squallore, della miseria...
Perché è inquinamento tutto ciò che compromette non solo l'igiene, ma anche la bellezza dell'ambiente. La bellezza non è - non deve essere - un lusso dei privilegiati. La bellezza non è superflua (5).
Quella dei padroni sarà un'impresa interminabile, costosissima di riparazione di alcuni dei guasti prodotti in continuazione e in sempre nuove forme dalle loro contraddizioni; sarà un rincorrere, sempre in ritardo, alcune delle mille future fonti di inquinamento.
Non basta legiferare su questo o quell'inquinante, proibire l'uso del D.D.T. o del 2,4TP (un diserbante usato dagli americani nel Vietnam ed in Italia, fino alla sua recente messa al bando, dai risicoltori), imporre l'uso dei depuratori a certe industrie, ecc. (6). L'eliminazione dell'inquinamento è necessariamente legata 1 ) ad un diverso rapporto uomo-natura; 2 ) ad un nuovo rapporto città-campagna.

5. Per quanto riguarda il rapporto uomo-natura, la civiltà occidentale è tributaria del pensiero giudaico e cristiano che vuole l'uomo signore indiscusso della natura, senza "doveri" nei suoi riguardi ma solo nei riguardi di dio. "Non brucerai alcun pascolo e non incendierai alcun bosco", ordina il sessantasettesimo comandamento del taoismo. I comandamenti cristiani, invece, si preoccupano solo (a modo loro) dell'uomo e del dio. Così l'uomo appena la tecnologia gliene ha dato i mezzi, con la "rivoluzione industriale", è partito all'assalto della natura, saccheggiandola ed inaridendola. Si calcola che nei soli U.S.A., dal 1800 ad oggi, più di un milione di chilometri quadrati di terra coltivabile siano andati persi per colpa dell'uso sconsiderato (da rapina) che ne hanno fatto gli uomini.
Per quanto riguarda il rapporto città-campagna, è necessaria una diversa distribuzione degli insediamenti umani. Solo capovolgendo la tendenza allo smisurato ammucchiarsi degli uomini in megalopoli orrende, solo decentrando gli insediamenti in comunità a misura d'uomo intimamente collegate ma autonome, solo evitando la cogestione anti-economica oltre che disumana delle aree metropolitane (contrappuntate da "deserti" rurali) sarà possibile evitare efficacemente e semplicemente il crearsi di "nodi" di inquinamento insolubili. Un nuovo equilibrio si deve trovare tra agricoltura, industria e servizi, tra città e campagna, un equilibrio che nasca da una integrazione funzionale e da una compenetrazione territoriale.
Già settant'anni fa, in "Fields, factories and workshops" (Campi, fabbriche, officine), Kropotkin (7) indicava come possibile e, da un punto di vista egualitario cioè rivoluzionario, necessaria l'integrazione fra i diversi settori produttivi e fra il mondo rurale e quello urbano (oltre che fra lavoro manuale e quello intellettuale).

6. Tutto questo significa, al solito, che i problemi veri, basilari, umani, non sono risolvibili pienamente e razionalmente "all'interno del sistema"; che, per usare uno slogan, "l'unica soluzione è la rivoluzione". Questo significa che anche dalla lotta contro l'inquinamento (come da tutte le altre lotte parziali) noi non ci aspettiamo una soluzione soddisfacente. Però quello dell'inquinamento dei fiumi e dei gas venefici, dei prodotti velenosi e dei pozzi avvelenati può esser un tema di lotte importante, perché, soprattutto se parte da situazioni locali precise, chiaramente percepibili e sofferte, può mobilitare attivamente gli abitanti (8) di un quartiere o di un paese. Iniziata la lotta contro la causa specifica, il discorso facilmente e senza "forzature" risale alle cause generali e si fa quindi non artificialmente ma spontaneamente rivoluzionario. Inoltre la lotta dal basso contro l'inquinamento è importante perché probabilmente senza di essa non si otterrebbe neppure il risultato minimale di rimuovere le cause specifiche dei singoli inquinamenti. E questo, pur "riformistico", è sempre un risultato interessante per chi, in attesa (meglio, in preparazione) della rivoluzione, deve pur vivere, respirare, mangiare, bere, fare all'amore.

A. di Solata

(1) Anche nell'URSS, checché ne dica l'Unità, esistono gravi problemi di inquinamento. Anche là i dirigenti delle industrie e degli alti burocrati sono insensibili alle proteste dei comitati pro-natura (simili a quelli attivi nei Paesi capitalistici, con la sola differenza che là si rifanno immancabilmente ed acrobaticamente al pensiero di Lenin). Analoga è l'insensibilità ai disastri compiuti, ai danni talora irreparabili commessi, perché si tratta per i dirigenti aziendali (come per i nostri "padroni") di "diseconomie esterne" che non riguardano i costi aziendali (anzi talora li abbassano) e per i burocrati sono problemi che non toccano la sostanza dei loro "piani" che si costituiscono e si verificano in termini di Prodotto Lordo Nazionale.
(2) Ginevra, 8 febbraio 1971: è iniziata presso le Nazioni Unite la riunione del comitato preparatorio della conferenza internazionale sul tema "l'Uomo e l'ambiente" che si aprirà a Stoccolma il 5 giugno 1972.
(3) La conferenza internazionale "l'Uomo e l'ambiente" (cf. nota precedente) è stata decisa nel 1969 dalla XXIII assemblea generale dell'ONU. Essa "sarà la sede per un confronto delle situazioni di deterioramento dell'ambiente nei vari Paesi e per una politica di razionale programmazione a livello planetario dell'uso delle risorse naturali" (Il Giorno, 9 febbraio 1971). Per i soli studi preliminari è stato preventivato un costo di 1 miliardo e mezzo.
(4) La lotta all'inquinamento ha ridato vigoria anche a quelle associazioni (tipo Italia Nostra) dedite alla tutela della natura, alla difesa dell'ambiente, alla protezione del patrimonio artistico, ecc.... Come spesso gli interventi "tutori" di tali associazioni servono a tutelare alcune speculazioni contro altre speculazioni, così la "battaglia contro l'inquinamento" può anche servire a talune industrie contro altre industrie ed in genere ai monopoli contro le piccole e medie aziende. Infatti le grandi industrie potranno più facilmente delle piccole permettersi gli aumenti di costo connessi alle norme anti-inquinamento.
(5) La giustizia, l'uguaglianza, la libertà sono condizioni necessarie ma non sufficienti ad una vita armoniosa. Anche l'amore, la bellezza e tante altre cose vuole l'uomo che i padroni della società gli negano.
(6) Si tratta di costose apparecchiature che "filtrano" i fumi e le acque di scarico. Sono prodotti, in Italia, prevalentemente dalla Nuova Pignone (Industria del Gruppo ENI, cioè parastatale). L'ENI, accortamente, ha investito molti miliardi negli impianti per la produzione dei depuratori ed ha finanziato di conseguenza diversi studi e convegni contro l'inquinamento.
(7) P. Kropotkin (1842-1921): anarchico russo e scienziato polivalente (come era ancora possibile a quei tempi), geologo e antropologo, sociologo e storico. È l'autore, fra l'altro, di: Il Mutuo Appoggio, La Conquista del Pane, Grande Rivoluzione, Memorie di un Rivoluzionario.
(8) È un tipo di lotta, fra l'altro, che può vedere l'utile apporto (purché in veste di collaborazione e non di dirigenza) degli studenti di sociologia, di agraria, di architettura, di medicina. Per inciso, a proposito di medicina questo dell'inquinamento è un tema strettamente collegato ad un'altra questione importante ed interessante: la causa "sociale" della maggior parte delle malattie (con tutti i discorsi sulla prevenzione e sulla cura, sulla lotta e sulla scienza, che questo comporta).

ALCUNI DATI SULL'INQUINAMENTO IN ITALIA

- danni al patrimonio culturale (monumenti, musei, opere d'arte, biblioteche, ecc.): 42 miliardi all'anno.
- danni all'agricoltura: 13 miliardi all'anno.
- danni al turismo: 67,3 miliardi all'anno.
- danni al patrimonio ecologico (natura): 47,2 miliardi all'anno.
- danni agli edifici, ai beni durevoli, di consumo e danni vari: (pulizie domestiche, illuminazione, ecc.) 43,7 miliardi all'anno.

DANNI ALLA SALUTE UMANA

Le seguenti malattie sono certamente correlabili con l'inquinamento:
- tumore maligno del laringe;
- tumore maligno della trachea, dei bronchi, del polmone, non specificato come secondario;
- altri tumori maligni dell'apparato respiratorio;
- asma (non allergica);
- insufficienza cardiaca congestizia;
- infezione acuta delle vie respiratorie superiori;
- influenza con polmonite e broncopolmonite;
- polmonite lobare;
- broncopolmonite;
- polmonite atipica primaria ed altre non specificate polmoniti;
- bronchite acuta e subacuta e bronchite non classificata;
- bronchite cronica;
- ascesso del polmone;
- congestione ed ipostasi polmonare;
- febbre tifoide;
- febbri paratifoidi ed altre infezione da salmonelle;
- amebiasi;
- epatite infettiva;
- gastroenterite e colite (dal 29° giorno di vita in poi);
- disturbi della nutrizione dei bambini nel primo anno di vita.
Secondo stime recenti, ALMENO IL 16% DEI CASI MORBOSI RELATIVI ALLE SUDDETTE MALATTIE È ATTRIBUIBILE AL FATTORE INQUINAMENTO.

Anche per altre malattie non comprese nell'elenco precedente (quali tumori maligni dello stomaco, alcune forme di anemia, alcune forme di modificazione dello sviluppo corporeo ecc.) esistono forti sospetti di dipendenza dall'inquinamento. Inoltre, all'inquinamento idrico sono indubbiamente connessi numerosissimi (e sempre più frequenti) casi di intossicazioni acute o croniche dovuti alla presenza nell'acqua destinata ad uso potabile di sostanze chimiche di origine industriale od agricola, come il cromo, l'arsenico, il D.D.T., gli antiparassitari e gli idrocarburi.
La popolazione residente in zone "inquinate", in Italia, è stata valutata in 13.950.000 abitanti; quella residenti in zone "nere" (molto inquinate) è stata valutata in 3.675.000.

(Da: Eni-Isvet, L'intervento pubblico contro l'inquinamento, Roma - 1970)