Rivista Anarchica Online
L'inquinamento
di A. di Solata
La campagna ufficiale contro l'inquinamento è una mistificazione. Gli inquinatori non possono
eliminare
l'inquinamento, se non eliminandosi.
1. Negli ultimi due anni, a poco a poco, il tema dell'inquinamento
è diventato sempre più importante. Da qualche
mese, poi, non passa giorno senza che qua o là venga fatta una denuncia, un'incriminazione, una
protesta, senza
che venga scritto un articolo, pubblicata un'inchiesta, documentato uno scandalo. Persino sui rotocalchi
e sui
settimanali femminili i giornalisti si abbandonano a descrizioni orripilanti di acque luride e smog micidiali,
di sali
velenosi e di acidi disciolti nei canali e nelle falde sotterranee, di schiuma indistruttibile galleggiante sui
fiumi,
di nafta che copre i mari, di rifiuti che assediano le città. Così ufficialmente si va
scoprendo quello che gli interessati sapevano da un pezzo e inutilmente da un pezzo
andavano gridando. Lo sapevano benissimo gli agricoltori che l'acqua inquinata brucia i prati e avvelena
le bestie
(e a volte ustiona i bambini e acceca). Lo sapevano benissimo gli abitanti proletari dei quartieri periferici
metropolitani e dei suburbi industriali che l'aria fetida e velenosa attacca i polmoni, che i fumi degli
stabilimenti
ammalano e uccidono. Bisognava però che la sporcizia, il puzzo, i germi, i gas minacciassero
seriamente anche
i polmoni borghesi, che l'inquinamento raggiungesse le spiagge dei signori, le loro ville, i loro alberghi
e le loro
fattorie, bisognava che il danno toccasse anche la classe dirigente nella salute e nel portafoglio,
perché il
fenomeno diventasse ufficialmente preoccupante e se ne occupassero dapprima pochi pretori giovani e
anticonformisti poi tutte le preture ed i legislatori, dapprima pochi ricercatori originali poi le Accademie
(Università, congressi, simposi, convegni, conferenze...). Così ci si accorse di punto
in bianco o quasi (le voci isolate, le cassandre non contraddicono ma sottolineano la
regola) che il progressivo avvelenamento dell'ambiente e era in stadio avanzato e rischiava di portare
presto
all'estinzione della specie umana. E poiché, purtroppo, della specie umana fanno parte anche
padroni e vescovi,
generali ed accademici, capitalisti e tecno-burocrati, ministri e questori, la faccenda era ahi, ahi, un poco
preoccupante.
2. C'è un verme, una tenia che parassitizza il cane e tanto lo debilita che lo porta alla morte
e con la morte
dell'ospite-vittima, muore anch'essa. Aldous Huxley, uno scrittore inglese, ha paragonato l'uomo alla tenia
e la
terra al cane. Come la tenia, l'uomo distrugge assurdamente l'ambiente che lo circonda e da cui trae tutto
ciò che
gli consente di vivere; quando l'avrà distrutto completamente dovrà perire anch'egli, come
il cieco parassita
dell'intestino del cane. Ho detto l'uomo. Meglio sarebbe dire la civiltà occidentale, meglio
ancora le classi dirigenti dei Paesi ad avanzato
stadio di industrializzazione. Stavo per dire la "classe borghese" (per abitudine), ma sarebbe indelicato
dimenticare che anche la tecno-burocrazia dei Paesi sedicenti socialisti (URSS in testa) sta facendo del
suo meglio
per insudiciare, distruggere, avvelenare la superficie terrestre (1). L'industrializzazione più
la cieca voracità delle classi dominanti più una spirale di contraddizioni cui queste non
possono sottrarsi stanno avvelenando dunque l'aria, l'acqua, la terra. I fiumi che entrano nelle
città ne escono
fogne mortifere. I mari avvelenano i pesci ed impestano i litorali anziché purificarli. L'aria delle
metropoli, dove
si va inesorabilmente raggrumando una parte sempre maggiore dell'umanità, si fa irrespirabile.
I prati vengono
uccisi anziché arricchiti dall'acqua irrigua. La follia speculativa sostituisce il cemento ai boschi
alterando
l'equilibrio dei microclimi. I rifiuti delle città non riescono più ad essere riassorbiti dalla
natura, né distrutti
dall'uomo... L'umanità rischia di morire soffocata dagli escrementi della sua follia.
3. Le nostre preoccupazioni sono forse solo il riflesso allarmistico di ben più serie ed altre
preoccupazioni
(sarcasmo). Ben altra gente infatti (continua il sarcasmo) si sta occupando dell'inquinamento, degli
equilibri
ecologici (cioè ambientali), della difesa della natura, eccetera. Se ne occupano i più
qualificati consessi scientifici
(2), le più autorevoli autorità (3), gli stessi grandi monopoli industriali (4)... Lo stesso
presidente statunitense Nixon, noto per la distruzione del Vietnam, noto per l'impiego dissennato di
defoglianti e diserbanti che stanno facendo un deserto di un'intera regione, ha lanciato di persona una
grande
clamorosa campagna nazionale ed internazionale contro l'inquinamento. Lui, Nixon, il grande inquinante,
il
simbolo vivente dell'inquinamento non solo chimico e fisico, ma anche estetico, etico e sociale, il simbolo
dell'imperialismo omicida, del consumismo distruttore, della logica capitalistica (il profitto innanzitutto)...
lui,
quel Nixon la cui x è in tutto il mondo scritta come una svastica, si erge a paladino della bellezza,
della pulizia,
della specie umana!
4. Negato comunque il diritto a Nixon ed ai suoi pari di parlare a nome dell'umanità (o anche
solo del popolo
americano), resta il fatto che veramente pare che gli "inquinatori" abbiano deciso di combattere
l'inquinamento,
perché sta raggiungendo limiti pericolosi anche per loro. Il nostro intervento, l'intervento degli
"inquinati"
parrebbe dunque inutile, a questo punto. Non è vero. Gli inquinatori (capitalisti, tecnoburocrati,
presidenti, ecc.)
si limiteranno a controllare alcune forme di inquinamento. Si limiteranno cioè a mantenere
l'inquinamento sotto
quel "livello di guardia" oltre il quale si rischia l'estinzione della specie o si pregiudicano comunque la
salute ed
il godimento delle classi dirigenti. Non potranno però, per loro natura, per la natura del loro
sistema, eliminare
l'inquinamento, perché non possono rimuoverne le cause senza distruggere le basi del loro
privilegio. Il fatto cioè
che la lotta contro l'inquinamento sia ufficializzata è solo una garanzia (neppure certa, fra l'altro)
che sarà salva
la sopravvivenza dell'uomo. Forse. Ma in quali condizioni? Chi penserà (a chi
interesserà) ad eliminare
"l'inquinamento" dei ghetti urbani, dei lavori nocivi, dei candelotti lacrimogeni, delle speculazioni edilizie,
dello
squallore, della miseria... Perché è inquinamento tutto ciò che compromette
non solo l'igiene, ma anche la bellezza dell'ambiente. La
bellezza non è - non deve essere - un lusso dei privilegiati. La bellezza non è superflua
(5). Quella dei padroni sarà un'impresa interminabile, costosissima di riparazione di alcuni
dei guasti prodotti in
continuazione e in sempre nuove forme dalle loro contraddizioni; sarà un rincorrere, sempre in
ritardo, alcune
delle mille future fonti di inquinamento. Non basta legiferare su questo o quell'inquinante, proibire
l'uso del D.D.T. o del 2,4TP (un diserbante usato dagli
americani nel Vietnam ed in Italia, fino alla sua recente messa al bando, dai risicoltori), imporre l'uso dei
depuratori a certe industrie, ecc. (6). L'eliminazione dell'inquinamento è necessariamente legata
1 ) ad un diverso
rapporto uomo-natura; 2 ) ad un nuovo rapporto città-campagna.
5. Per quanto riguarda il rapporto uomo-natura, la civiltà occidentale è tributaria del
pensiero giudaico e cristiano
che vuole l'uomo signore indiscusso della natura, senza "doveri" nei suoi riguardi ma solo nei riguardi
di dio. "Non
brucerai alcun pascolo e non incendierai alcun bosco", ordina il sessantasettesimo comandamento del
taoismo.
I comandamenti cristiani, invece, si preoccupano solo (a modo loro) dell'uomo e del dio. Così
l'uomo appena la
tecnologia gliene ha dato i mezzi, con la "rivoluzione industriale", è partito all'assalto della natura,
saccheggiandola ed inaridendola. Si calcola che nei soli U.S.A., dal 1800 ad oggi, più di un
milione di chilometri
quadrati di terra coltivabile siano andati persi per colpa dell'uso sconsiderato (da rapina) che ne hanno
fatto gli
uomini. Per quanto riguarda il rapporto città-campagna, è necessaria una diversa
distribuzione degli insediamenti umani.
Solo capovolgendo la tendenza allo smisurato ammucchiarsi degli uomini in megalopoli orrende, solo
decentrando gli insediamenti in comunità a misura d'uomo intimamente collegate ma autonome,
solo evitando
la cogestione anti-economica oltre che disumana delle aree metropolitane (contrappuntate da "deserti"
rurali) sarà
possibile evitare efficacemente e semplicemente il crearsi di "nodi" di inquinamento insolubili. Un nuovo
equilibrio si deve trovare tra agricoltura, industria e servizi, tra città e campagna, un equilibrio
che nasca da una
integrazione funzionale e da una compenetrazione territoriale. Già settant'anni fa, in "Fields,
factories and workshops" (Campi, fabbriche, officine), Kropotkin (7) indicava come
possibile e, da un punto di vista egualitario cioè rivoluzionario, necessaria l'integrazione fra i
diversi settori
produttivi e fra il mondo rurale e quello urbano (oltre che fra lavoro manuale e quello intellettuale).
6. Tutto questo significa, al solito, che i problemi veri, basilari, umani, non sono risolvibili
pienamente e
razionalmente "all'interno del sistema"; che, per usare uno slogan, "l'unica soluzione è la
rivoluzione". Questo
significa che anche dalla lotta contro l'inquinamento (come da tutte le altre lotte parziali) noi non ci
aspettiamo
una soluzione soddisfacente. Però quello dell'inquinamento dei fiumi e dei gas venefici, dei
prodotti velenosi e
dei pozzi avvelenati può esser un tema di lotte importante, perché, soprattutto se parte
da situazioni locali precise,
chiaramente percepibili e sofferte, può mobilitare attivamente gli abitanti (8) di un quartiere o
di un paese. Iniziata
la lotta contro la causa specifica, il discorso facilmente e senza "forzature" risale alle cause generali e si
fa quindi
non artificialmente ma spontaneamente rivoluzionario. Inoltre la lotta dal basso contro l'inquinamento
è
importante perché probabilmente senza di essa non si otterrebbe neppure il risultato minimale
di rimuovere le
cause specifiche dei singoli inquinamenti. E questo, pur "riformistico", è sempre un risultato
interessante per chi,
in attesa (meglio, in preparazione) della rivoluzione, deve pur vivere, respirare, mangiare, bere, fare
all'amore.
A. di Solata
(1) Anche nell'URSS, checché ne dica l'Unità, esistono gravi
problemi di inquinamento. Anche là i dirigenti
delle industrie e degli alti burocrati sono insensibili alle proteste dei comitati pro-natura (simili a quelli
attivi nei Paesi capitalistici, con la sola differenza che là si rifanno immancabilmente ed
acrobaticamente
al pensiero di Lenin). Analoga è l'insensibilità ai disastri compiuti, ai danni talora
irreparabili commessi,
perché si tratta per i dirigenti aziendali (come per i nostri "padroni") di "diseconomie esterne"
che non
riguardano i costi aziendali (anzi talora li abbassano) e per i burocrati sono problemi che non toccano
la
sostanza dei loro "piani" che si costituiscono e si verificano in termini di Prodotto Lordo
Nazionale. (2) Ginevra, 8 febbraio 1971: è iniziata presso le Nazioni Unite
la riunione del comitato preparatorio della
conferenza internazionale sul tema "l'Uomo e l'ambiente" che si aprirà a Stoccolma il 5 giugno
1972. (3) La conferenza internazionale "l'Uomo e l'ambiente" (cf. nota precedente)
è stata decisa nel 1969 dalla
XXIII assemblea generale dell'ONU. Essa "sarà la sede per un confronto delle situazioni di
deterioramento
dell'ambiente nei vari Paesi e per una politica di razionale programmazione a livello planetario dell'uso
delle
risorse naturali" (Il Giorno, 9 febbraio 1971). Per i soli studi preliminari è stato preventivato un
costo di 1
miliardo e mezzo. (4) La lotta all'inquinamento ha ridato vigoria anche a quelle
associazioni (tipo Italia Nostra) dedite alla
tutela della natura, alla difesa dell'ambiente, alla protezione del patrimonio artistico, ecc.... Come spesso
gli
interventi "tutori" di tali associazioni servono a tutelare alcune speculazioni contro altre speculazioni,
così
la "battaglia contro l'inquinamento" può anche servire a talune industrie contro altre industrie ed
in genere
ai monopoli contro le piccole e medie aziende. Infatti le grandi industrie potranno più facilmente
delle piccole
permettersi gli aumenti di costo connessi alle norme anti-inquinamento. (5) La
giustizia, l'uguaglianza, la libertà sono condizioni necessarie ma non sufficienti ad una vita
armoniosa. Anche l'amore, la bellezza e tante altre cose vuole l'uomo che i padroni della società
gli negano. (6) Si tratta di costose apparecchiature che "filtrano" i fumi e le acque di
scarico. Sono prodotti, in Italia,
prevalentemente dalla Nuova Pignone (Industria del Gruppo ENI, cioè parastatale). L'ENI,
accortamente, ha
investito molti miliardi negli impianti per la produzione dei depuratori ed ha finanziato di conseguenza
diversi studi e convegni contro l'inquinamento. (7) P. Kropotkin (1842-1921):
anarchico russo e scienziato polivalente (come era ancora possibile a quei
tempi), geologo e antropologo, sociologo e storico. È l'autore, fra l'altro, di: Il Mutuo Appoggio,
La
Conquista del Pane, Grande Rivoluzione, Memorie di un Rivoluzionario. (8) È
un tipo di lotta, fra l'altro, che può vedere l'utile apporto (purché in veste di
collaborazione e non di
dirigenza) degli studenti di sociologia, di agraria, di architettura, di medicina. Per inciso, a proposito di
medicina questo dell'inquinamento è un tema strettamente collegato ad un'altra questione
importante ed
interessante: la causa "sociale" della maggior parte delle malattie (con tutti i discorsi sulla prevenzione
e
sulla cura, sulla lotta e sulla scienza, che questo comporta).
ALCUNI DATI SULL'INQUINAMENTO IN ITALIA
- danni al patrimonio culturale (monumenti, musei, opere d'arte,
biblioteche, ecc.): 42 miliardi all'anno. - danni all'agricoltura: 13 miliardi
all'anno. - danni al turismo: 67,3 miliardi all'anno. -
danni al patrimonio ecologico (natura): 47,2 miliardi all'anno. -
danni agli edifici, ai beni durevoli, di consumo e danni vari: (pulizie
domestiche, illuminazione, ecc.) 43,7
miliardi all'anno.
DANNI ALLA SALUTE UMANA
Le seguenti malattie sono certamente correlabili con l'inquinamento: - tumore maligno del
laringe; - tumore maligno della trachea, dei bronchi, del polmone, non specificato come
secondario; - altri tumori maligni dell'apparato respiratorio; - asma (non allergica); -
insufficienza cardiaca congestizia; - infezione acuta delle vie respiratorie superiori; - influenza
con polmonite e broncopolmonite; - polmonite lobare; - broncopolmonite; - polmonite
atipica primaria ed altre non specificate polmoniti; - bronchite acuta e subacuta e bronchite non
classificata; - bronchite cronica; - ascesso del polmone; - congestione ed ipostasi
polmonare; - febbre tifoide; - febbri paratifoidi ed altre infezione da salmonelle; -
amebiasi; - epatite infettiva; - gastroenterite e colite (dal 29° giorno di vita in poi); - disturbi
della nutrizione dei bambini nel primo anno di vita. Secondo stime recenti, ALMENO IL 16% DEI
CASI MORBOSI RELATIVI ALLE SUDDETTE MALATTIE
È ATTRIBUIBILE AL FATTORE INQUINAMENTO.
Anche per altre malattie non comprese nell'elenco precedente (quali tumori maligni dello stomaco,
alcune forme
di anemia, alcune forme di modificazione dello sviluppo corporeo ecc.) esistono forti sospetti di
dipendenza
dall'inquinamento. Inoltre, all'inquinamento idrico sono indubbiamente connessi numerosissimi (e sempre
più
frequenti) casi di intossicazioni acute o croniche dovuti alla presenza nell'acqua destinata ad uso potabile
di
sostanze chimiche di origine industriale od agricola, come il cromo, l'arsenico, il D.D.T., gli
antiparassitari e gli
idrocarburi. La popolazione residente in zone "inquinate", in Italia, è stata valutata in
13.950.000 abitanti; quella residenti
in zone "nere" (molto inquinate) è stata valutata in 3.675.000.
(Da: Eni-Isvet, L'intervento pubblico contro l'inquinamento, Roma - 1970)
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