Rivista Anarchica Online
Contro gli eserciti
Ciro Cozzo, il compagno anarchico di vent'anni che ha obiettato a Napoli
nello scorso novembre e che
è stato rimesso in libertà provvisoria il 27 febbraio 1971 dopo tre mesi e dieci giorni di
prigione nel
carcere militare di Gaeta, verrà processato quanto prima. Dopo cinque mesi l'istruttoria è
stata finalmente
chiusa e ora si attende che la Procura Militare di Napoli passi alla fase dibattimentale del processo. Gli
atti processuali erano stati inviati al Ministero di Grazia e Giustizia dopo che il Giudice Militare che aveva
interrogato più volte il compagno Ciro nel carcere di Gaeta, gli aveva contestato diversi reati
commessi,
per aver letto pubblicamente la sua dichiarazione in occasione del Congresso antimilitarista tenuto a
Napoli in novembre al circolo Turati, e perché un quotidiano romano aveva riportato una parte
di questa
dichiarazione ove, a parere del Giudice Militare, si faceva del vilipendio alle forze armate. I reati che
questo zelante giudice ravvisava erano quelli di: apologia di reato, istigazione alla sovversione dell'ordine
dello Stato, vilipendio alle forze armate. Solo per quest'ultima si era infine proceduto, ma per un reato
simile è necessaria l'autorizzazione del Ministro di Grazia e Giustizia, quindi tutto è stato
spedito a Roma.
Ma mentre qualcuno decideva se far passare o no un bel mucchietto d'anni a Gaeta al compagno, i
termini della carcerazione preventiva per il solo reato di mancanza alla chiamata erano superati e Cozzo
(assistito dagli avvocati Vittorio Lauro di Napoli e Bianca Guidetti Serra di Torino), otteneva la
libertà
provvisoria benché l'istruttoria fosse ancora aperta. La frase in cui si ravvisano gli estremi del
vilipendio
ritenuta offensiva per le nostre Forze Armate dal Giudice Militare era: "L'esercito è una struttura
parassitaria". Come si vede esprimere una precisa opinione personale nel nostro "democraticissimo"
paese
può anche costare fino a sette anni di prigione, in barba a un preciso articolo della Costituzione
che
garantisce a tutti i cittadini il diritto di "manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto
e ogni altro mezzo di diffusione". Ma si sa che esprimere una propria opinione è un lusso che
il camerata
Alfredo Rocco si è preoccupato di cancellare decine di anni fa, e i casi clamorosi dei professori
Francesco
Tolin e di Aldo Braibanti, sono lì a ricordare e ad ammonire tutti i militanti di sinistra che
è estremamente
rischioso pensarla diversamente dal potere costituito, quindi può anche costare caro demistificare
quelle
componenti dello Stato che, come l'esercito, servono a ogni governo per un genere di
difesa che tanti
esempi in ogni parte del mondo (dalla Grecia, alla Cecoslovacchia, al Vietnam) servono a chiarirci
ampiamente. Pubblichiamo qui di seguito la dichiarazione integrale del compagno Ciro Cozzo.
"Il mio rifiuto di prestare servizio militare, di adempiere cioè a questo "sacro
dovere del cittadino
di difendere la patria in armi" nasce, come anarchico, da una chiara scelta politica nella lotta di
classe, che da sempre ha visto le masse lavoratrici lottare contro tutte le mistificazioni, le imposture,
gli inganni e le falsità, sotto cui di volta in volta il sistema capitalistico ha tentato di nascondere
il
proprio cancrenoso marciume economico, politico, morale. La logica
condotta delle classi dirigenti è sempre stata quella di mistificare, attraverso una falsa
educazione, valori e sentimenti comuni a tutti gli uomini, e la patria, questa ambigua parola fondata
sull'inganno sociale e su una falsa morale, è sempre servita facilmente a nascondere gli interessi
di
ristretti gruppi che detengono il potere economico e politico, interessi rintanati e mascherati dietro
falsi valori e figure retoriche, carte queste rivelatesi sempre valide da giocare quando obiettivi di
mercato e di potere politico lo esigevano, riuscendo puntualmente a scatenare gli uni contro gli
altri, uomini vittime della stessa posizione sociale, nello stesso inganno, facendo pagare ai lavoratori
con enormi tributi di sangue, vite umane, crimini inauditi, distruzione di lavoro, un loro più
raffinato e perfetto sfruttamento. L'esercito, questo enorme edificio
cementato dalla violenza fisica e morale, ha una chiara funzione
e svolge un preciso compito nella struttura della società capitalistica; esso, affiancato da altri
centri
di potere e di controllo sulle masse, serve a svuotare l'individuo di ogni pensiero e volontà
indipendente e consapevole, educa il giovane alla passività e alla acriticità, lo deforma
nella sua
essenza di uomo, preparandolo ad essere quella materia estremamente plasmabile di cui il potere
ha bisogno. Mi rifiuto di prestare servizio militare perché non
vedo cosa più assurda di quella di continuare a
preparare centinaia di migliaia di giovani ad uccidere, di quella di impiegare decine di miliardi,
strappati alla fatica dei lavoratori, per mantenere in piedi una struttura parassitaria, quando
problemi urgenti e drammatici che interessano direttamente la vita di tanti, sono sistematicamente
ignorati e vengono lasciati in mano a losche bande di sfruttatori, quando invece di insegnare ai
giovani di affrontare e risolvere i grandi problemi che travagliano e affliggono gli uomini in modo
pacifico e democratico, il si vuole ancora perfette macchine pronte ad uccidere e a farsi uccidere,
per i sacri ideali delle classi dominanti. Credo che il boicottare il servizio
militare debba essere parte essenziale di una coerente strategia
di lotta alle strutture di potere, ed è quindi in questo preciso impegno, contro il disumanizzante
e
criminale sistema capitalistico che l'antimilitarismo attivo deve porsi, facendone un valido
strumento di lotta nello scontro di classe, denunciando ai lavoratori tutti la sua funzione antisociale
e la sua natura di strumento utile per gli interessi di parte. Dal dopoguerra
in poi, gli organismi militari sono venuti ad assumere un ruolo preponderante nella
politica interna ed estera di molti paesi. Con la divisione del mondo in blocchi di influenza,
concretata nei Patti di Varsavia e della Nato, i due paesi dominanti hanno affidato alla potenza
degli apparati bellici la sicurezza dei loro interessi economici-politici-militari in ogni parte del
mondo. Le molteplici aggressioni a popoli socialisti, l'imposizione di regimi dittatoriali, i massicci
aiuti economici e militari che soli permettono a governi reazionari di condurre guerre all'esterno
e repressione all'interno, i genocidi, le torture più orrende perfezionate sulla pelle di quanti
cercano
di opporsi a simili mostruosità, costituiscono la vera realtà di questa
situazione. L'Italia con le sue forze armate è membra attiva di un
organismo quale la NATO, che protegge e
garantisce la conservazione di forme totalitarie fondate sulla assoluta negazione della democrazia
e della libertà, che fanno del terrore e della violenza sistematica le loro armi di dominio; essa si
fa
così complice diretta degli aguzzini che oggi tiranneggiano quei popoli e dei loro orrendi
crimini. Nel rifiutare di prestare servizio militare voglio esprimere tutta
la mia attiva solidarietà a quanti
giovani, democratici, operai, militanti rivoluzionari, intellettuali si battono tenacemente contro il
dilagare della follia omicida delle forze imperialiste, pagando con la prigione, con indicibili
sofferenze e persecuzioni, il loro desiderio di giustizia e di
libertà. Oggi come non mai il problema del militarismo e della
guerra si impone alla coscienza di tutti, con
una gravità che nessuno può più permettersi di ignorare, per le catastrofiche
conseguenze per
l'intera umanità di una guerra atomica tra i due blocchi che si fronteggiano minacciosi sulla scena
mondiale. Singoli gruppi di potere hanno accentrato nelle loro mani
enormi apparati bellici e, liberi da ogni
controllo e ignorando completamente la volontà dei popoli, sono pronti a scatenare queste
macchine distruttive le une contro le altre, per interessi e fini che sono sempre stati a danno delle
forze produttrici e creatrici della vita materiale e sociale. Impedire che
oligarchie estranee e parassitarie al nostro vivere sociale recidano il filo sottilissimo
ai cui estremi sono legate le sorti dell'umanità, impedire che per colpa di pochi una nuova guerra
si abbatta sugli uomini e li trascini in un abisso senza fine, impedire che si tolleri ancora che alle
spalle e sulle spalle di centinaia di milioni di vite umane si costituiscano apparati tanto orrendi e
si progettino piani criminali, è lotta di tutti coloro che vogliono una realtà diversa senza
più paure
e mostruosità, è lotta che vedrà la sua effettiva e reale soluzione solo quando si
saranno eliminati
quegli istituti di potere, alla cui conservazione servono gli apparati bellici. Ed è questa, in
definitiva,
l'unica battaglia che noi tutti dobbiamo saper combattere, la sola battaglia che dobbiamo essere
preparati a combattere".
Ciro Cozzo
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