Rivista Anarchica Online
Solidarietà senza maiuscola
la redazione di "Iztok"
Di questi tempi, anche senza volerlo, non si può evitare di sentir parlare della Polonia. In effetti,
ciò che accade, con alti e bassi, mobilita i mezzi d'informazione occidentali. Ma questo numero
di Iztok contiene solo un breve articolo su quel paese e porta la data del 1975. Ci sono parecchi
motivi per questo silenzio. Innanzitutto, Iztok intende essere principalmente una rivista di
informazione libertaria sui Paesi
dell'Est. Dato che l'attività anarchica è estremamente ridotta nei paesi comunisti, questo tipo
d'informazione è piuttosto rara. Pubblichiamo quindi anche testi teorici, o scritti che pur senza
essere libertari non appaiono sulla stampa in generale. Poiché non abbiamo né documenti
esplicitamente libertari, né notizia di una qualche attività anarchica cosciente in Polonia (tutto il
movimento è diffusamente imbevuto d'un anarchismo spontaneo ma inconsapevole) non
abbiamo nulla da pubblicare al riguardo. In secondo luogo, Iztok non vuole essere e non è
una rivista tra le altre che parli in generale dei
Paesi dell'Est e delle opposizioni che vi si costituiscono. Riteniamo che ne esistano già a
sufficienza e che adempiano correttamente alla loro funzione. Non vediamo alcuna urgenza di
pubblicare documenti di Solidarnosc, anche se sono molto interessanti per meglio comprendere
gli avvenimenti, dato che altre riviste (come L'Alternative, Esprit, ecc.) ne pubblicano a
sufficienza perché lo si debba fare anche noi. Ciò non significa tuttavia che vogliamo ignorare o
rimanere passivi rispetto alla situazione polacca. Siamo usciti nello scorso settembre, in un
momento in cui praticamente nessun testo sullo sciopero era disponibile in Francia, con un
opuscolo contenente una scelta di traduzioni che ci sembravano essenziali per meglio
comprendere il movimento e il suo spirito. In seguito, abbiamo stampato, ai primi di gennaio, il
n. 1 di Iztok in polacco con articoli sull'analisi dei Paesi dell'Est, sul sindacalismo e il
funzionamento di una organizzazione, tutto, naturalmente, in un'ottica anarchica. C'era anche un
breve testo di Bakunin e un elenco di indirizzi anarchici all'Ovest. Quell'opuscolo è stato
pubblicato per esser diffuso in Polonia e così si sta facendo. Tutti coloro che vanno in Polonia e
che desiderino portarlo non hanno che da scriverci per averne. Se la situazione lo permetterà, un
secondo numero di Iztok verrà pubblicato in polacco. Ciò non vuol dire affatto
che non abbiamo un'opinione nostra sugli attuali avvenimenti.
Riconosciamo l'esistenza di un movimento realmente popolare e per il momento sempre
controllato in gran parte dai lavoratori stessi, anche se non esente da tentativi di manipolazione
da parte di aspiranti al potere in seno a "Solidarietà". Questo movimento è naturalmente
libertario, perché anti-gerarchico ed anti-autoritario di fatto, semplicemente per reazione al
totalitarismo che esso combatte. È il tipo di oppressione che subiscono i lavoratori nei Paesi
dell'Est, la dittatura di uno Stato onnipotente che si appoggia su una gerarchia di privilegi e che
controlla praticamente ogni aspetto della vita sociale per cui quando i lavoratori si ribellano,
adottano spontaneamente un atteggiamento che si potrebbe definire anarchico. Ma il loro
anarchismo rimane nel comportamento e e a livello inconscio: il mito della necessità dello Stato
rimane sempre ben radicato nella testa della gente. Ma le condizioni sono favorevoli per la
diffusione delle idee anarchiche, a patto che non si agisca in maniera malaccorta (arrivando
muniti della ricetta, l'anarchismo, che deve infallibilmente portare in paradiso, ad esempio. È un
linguaggio che i polacchi conoscono bene e che non apprezzano affatto). Occorre anche tenere i
piedi per terra; i polacchi non sventoleranno la bandiera nera da un giorno all'altro, se mai la
sventoleranno. Non si devono trascurare due fattori importanti, che sono poderosa realtà in
Polonia e che sono incompatibili con le nostre idee: la Chiesa ed il nazionalismo. Ma gli
avvenimenti attuali sono una prova dell'esattezza delle nostre teorie riguardo ai socialisti
autoritari ed aprono delle prospettive nuove alle quali era difficile pensare solo un anno fa. Ad
ogni modo, l'emancipazione dei polacchi sarà opera dei polacchi stessi e gli avvenimenti attuali
lo dimostrano. Quale che sia il loro futuro sviluppo, ne rimarrà sempre qualcosa. Tutto quanto scritto
fin qui, è un'opinione "militante" sulla Polonia. Abbiamo anche un'opinione
personale e più sentimentale che si può riassumere in una parola laggiù molto popolare:
solidarietà! ma senza maiuscola.
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