Rivista Anarchica Online
Libri anarchici, editore il Cremlino
di Martin Zemliak
Si tratta di La Grande Rivoluzione 1789-1793 (edizione "Nauka", Mosca 1979, 575 p., 14,5
x22,
43.700 copie". Occorre comunque precisare che le tirature indicate dai libri sovietici, e dei
Paesi dell'Est, sono delle più fantasiose: sia perché sono false, sia che la maggior parte delle
copie venga messa in magazzino (e a volte mandata al macero), sia che vengano inviate
all'estero. Il problema è di sapere perché questa edizione è stata fatta, dato che a volte si
leggono in Occidente delle esagerazioni assurde, come: "Dove (Kropotkin) è maggiormente
letto, realmente, è in Unione Sovietica, perché egli è russo... - Clandestinamente? - No,
perché ci
sono dei libri storici come la storia della rivoluzione francese, o i libri a carattere pedagogico,
che sono stati ben accolti nel Partito. Ci sono anche numerose dizioni di Bakunin, in forma
critica, naturalmente". Rimettiamo le cose al loro posto: per quanto riguarda Bakunin, esistono
due volumi introvabili degli anni 1926 e 1934 di Yuri Steklov, oltre a una edizione di un libro
della Pirumova sulla sua vita e la sua attività del 1966 e 1970. Per quel che concerne Kropotkin,
abbiamo Le Memorie di un rivoluzionario del 1966 e una biografia della Pirumova del
1972. Benché naturalmente sia impossibile, per uno studioso sovietico, trattare la storia
della seconda
metà del XIX secolo dal punto di vista sociale e scientifico senza citare Bakunin e Kropotkin, gli
studi sono poco numerosi e il loro aspetto erudito li allontana dal grande pubblico. E si può
osservare che se nel 1976 il Bollettino della società moscovita sulla Natura Sperimentale,
sezione di geologia, n. 4, aveva pubblicato un articolo "inedito non si sa perché" del 1926 e altri
contributi in occasione del centenario dell'ipotesi di Kropotkin sulle formazioni glaciali, la tesi
di Starostin del 1972 su "Le origini della vita e dell'azione di Kropotkin" "è purtroppo rimasta
allo stato di manoscritto". Conclusione: il tentativo di recupero marxista di Bakunin e di
Kropotkin è arduo e persino pericoloso per coloro che ci provano (ciò è dimostrato ad
esempio
dalla critica del libro della Pirumova del 1972 da parte di F.I. Poliansky). Questa edizione era
già stata prevista da Lenin fin dal 1920 in 100.000 copie, perché egli apprezzava molto questo
libro che, a differenza della storiografia borghese, mostra il ruolo delle masse nella rivoluzione.
L'edizione venne persino annunciata nel 1926 su Aganiok (settimanale popolare) e nel 1937
(dall'Accademia delle Scienze). Su tale ritardo non vengono fornite spiegazioni, se non per il
1937, a causa della "erronea valutazione... di certi storici" e infine i curatori affermano di
adempiere ai voti di Lenin pubblicando questa edizione (p. 495). Tecnicamente, tuttavia, non
c'erano difficoltà perché nel 1919 le edizioni Golos Truda (La voce del lavoro),
anarco-sindacaliste, di Mosca, avevano pubblicato "La Grande Rivoluzione" con l'aiuto dello stesso
Kropotkin. È quindi con un "certo" ritardo che il libro appare seguendo, come non
nascondono i curatori,
l'edizione del 1919. Comunque, nonostante la serietà dell'edizione, una nota di mezza pagina di
lunghezza è stata tralasciata (p. 582-583 dell'edizione del 1919 che avrebbe dovuto trovarsi alla
p. 305 della nuova edizione). È rimasto l'indice dei nomi, ma è stato spurgato di certi concetti
(indice dei nomi e degli argomenti secondo la tradizione anglosassone che Kropotkin aveva
adottato) come "Anarchismo", "suo ruolo", "sua prospettiva", "sua tattica". Tuttavia, in
confronto alla edizione del 1976 di Stock - già venduta ed esaurita - che è una semplice ristampa
della sua edizione del 1909, si può constatare la superiorità dell'edizione sovietica: testo più
completo di Kropotkin, indice. Un altro punto a favore dell'edizione sovietica è il lavoro
dei curatori che hanno avuto accesso
agli archivi di Kropotkin nelle biblioteche sovietiche. Essi pubblicano un sunto in russo di
Kropotkin sul libro di Taine sulla Rivoluzione Francese (p. 455-466); V.M. Dalin scrive una
presentazione molto interessante di Kropotkin "in quanto storico della grande rivoluzione
francese" (p. 467-495), che non nasconde mai l'anarchismo fino alla morte di Kropotkin.
L'articolo utilizza abbondantemente la corrispondenza tra James Guillaume e Kropotkin
riguardo ai documenti che Kropotkin utilizzò per preparare la sua opera e si vede che Guillaume
non era affatto d'accordo con l'interpretazione globale di Kropotkin sul ruolo delle sollevazioni
feudali e che diffidava della sua scarsa preparazione. Come osserva Dalin, "le apprensioni di
Guillaume riguardo al dilettantismo che mostrerebbe il libro di Kropotkin erano senza
fondamento" (p. 475). Dalin menziona in quattro pagine i documenti e le opere consultate da
Kropotkin, che senza alcun dubbio per modestia non fornisce la bibliografia dei documenti e
delle opere consultate. Dalin riporta pure il parere degli storici specializzati dell'epoca riguardo
alla serietà dell'opera, pur segnalando alcuni errori. E.V. Starostin ricorda la storia
dell'edizione del libro (p. 496-503). Le note sono di Starostin e A.V. Gordon (p. 504-555) e sono
utilissime, sia dal punto di vista storico che per sottolineare la validità ancora oggi di certe
affermazioni, sia da un punto di vista ideologico per sottolineare la continuità
dell'interpretazione kropotkiniana. A volte affiora lo stile marxista, eccone un esempio: Come
tutti i pensatori utopistici, Kropotkin aveva una fiducia candida nelle infinite possibilità delle
scienze e delle tecniche, in una trasformazione radicale della coscienza del popolo a favore del
collettivismo, in un'organizzazione nazionale della vita sociale, che fin dai primi anni della
rivoluzione potesse apportare l'abbondanza dei prodotti e delle merci a partire da una produzione
consueta e tradizionale di 3 o 4 ore di lavoro al giorno (p. 510). Se la rivoluzione non va
in questa direzione e continua, come in Unione Sovietica e nei paesi
marxisti (da Cuba al Laos passando per l'Angola, la Cina, ecc.) a mantenere una classe
dirigente capitalista armata per difendere i suoi privilegi, ciò dimostra che la rivoluzione è
ancora lontana e che le idee di Kropotkin sono ancora valide, all'Est come all'Ovest.
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