Rivista Anarchica Online
Il massacro di S. Vittore
a cura della Redazione
Lo scorso numero della rivista è andato in stampa mentre dal carcere milanese di San Vittore
cominciavano ad uscire cronache drammatiche, allucinanti, dell'operazione di polizia svoltasi
dentro le mura del carcere il 22 settembre. Oltre un centinaio di detenuti sono stati trasferiti in
altre carceri, al termine di un pestaggio generalizzato che ha avuto quali vittime centinaia di
detenuti trovatisi improvvisamente al centro della furia bestiale dei secondini e delle forze
dell'ordine. Da "uno dei tanti trasferiti il 22 settembre" (così si firma) ci è pervenuta questa
testimonianza
diretta di quei fatti, noti ormai come "il massacro di San Vittore".
Quelli che il direttore Dotto dice: sono lavoratori, da considerare come tali, hanno lavorato sodo
oggi, 22/9/'81. Ore 4,35, è iniziato il pestaggio al I raggio abbiamo sentito gridare
e piangere, ci siamo
arrampicati sulle finestre aggrappati alle sbarre della nostra cella; la scena che ci è apparsa
agli occhi, non potremo mai scordarla stavano massacrando un detenuto, lo spingevano giù
dalle scale e picchiavano con spranghe, bastoni, calci, pugni; abbiamo gridato, fascisti,
finitela... poi altri del primo raggio altre botte, grida di aiuto; il primo si chiama Bombardieri,
chi lo ha visto racconta che i denti davanti non li ha più, la mascella è spaccata, altri ancora
portati via svenuti e picchiati ancora, lasciavano la scia di sangue per terra, finito di sentire
urlare al 1° r° li abbiamo sentiti arrivare al nostro raggio quello dei politici il 2° hanno iniziato
da secondo piano, chiamando Morelli dicendo vieni fuori che devi partire, gli rispondono che è
malato e non può muoversi le guardie pigliano l'idrante e allagano la cella, i compagni erano
barricati perché si sapeva che la squadretta si sarebbe vendicata (la notte prima gridavano vi
massacriamo tutti, politici bastardi ecc. ecc.) per inondare la cella hanno spaccato a picconate
gli spioncini a muro, alla fine i compagni si sono "arresi" e hanno sbarricato, le guardie sono
entrate e hanno prelevato "l'interessato" lo hanno portato via e sulle scale hanno mostrato la
realtà (l'ho visto dopo in matricola era massacrato) lo squadrone si è spostato al terzo piano,
anche qui celle barricate e guardie incazzate che urlavano, poi l'idrante, cella allagata,
compagni che tolgono la barricata e botte dal corridoio fino alle celle della matricola, al terzo
piano non finisce qui; ogni cella, una alla volta viene sbarricata e i compagni presi e pestati a
sangue, è un lavoro in grande stile, fanno quello che da tempo professavano, il "lavoro"
prosegue al quarto piano, il quarto è "abitato" solo da 4 compagni e tutti vengono massacrati e
chi sviene è trascinato giù dalle scale e saltano i denti e spaccano le teste si sente gridare sulle
scale, si sentono rumori di colluttazione violenta nessuno si è potuto difendere ti saltavano
addosso in tanti e ti tenevano e gli altri davano botte, non so quanto tempo sia passato da
quando è iniziato il tutto, quando sono venuti a prendere me eravamo già sbarricati, davanti alla
porta hanno gridato il mio cognome ho preparato un po' di roba in fretta, hanno gridato ti
diamo un minuto di tempo e poi entriamo noi, esci con le mani alzate, dopo due metri circa sono
iniziate le manganellate sulla testa, lo avevo già capito cosa sarebbe successo, erano lì schierati
i primi con scudi, manganelli, casco con visiera, gli altri con bastoni, chi non aveva nulla si
arrangiava con le mani e i calci, il sindacato dei lavoratori di custodia si è dato da fare posso
dire che su circa 200 m. tre o quattro soli li ho fatti senza prenderle, arrivato in rotonda mi
hanno scaricato in mano ad altri che tutti contenti del regalo me lo hanno fatto capire con il loro
metodo più umano... passo il cancello del 4° raggio, vedo un maresciallo gli grido che deve
accompagnarmi fino dai carabinieri perché ci va di mezzo la mia incolumità personale, il
maresciallo fa finta di fermare i suoi uomini e si ripete la scena successa in altri casi, le guardie
in 4 lo bloccano (e queste erano tutte di S. Vittore), gli gridano che lo stanno chiamando da
un'altra parte, lui è andato dall'altra parte, io sono stato spintonato giù (le celle di massacro
sono sotto) e al grido di: "lo hai ammazzato tu Rucci", uno mi prende per i capelli, mi buttano a
terra e per un po' di minuti non ho più visto nulla, sentivo solo i colpi dei manganelli sulla testa,
sui fianchi, sulla schiena, nello stomaco, davano calci e pugni, la faccia è la meno colpita in
compenso ho le mani gonfie di botte perché ho ricevuto lì i colpi che erano diretti in faccia,
mancavano ancora circa 60 m per arrivare dove ci "depositavano". Mi tirano in piedi, faccio
qualche passo e gridano "il bastardo sta ancora in piedi", ancora calci sulle costole e sulla
schiena vado a terra e non mi alzo più; mi trascinano per il giubbino e per i capelli, mi arriva un
calcio sul naso esce sangue, non si fermano sembrano eccitati, continuano così fino all'ufficio
della matricola poi mi alzo, entro. Con me hanno finito sento arrivare altra gente urlare,
piangere, le guardie gridano e picchiano, dentro la matricola ci sono vari compagni e 3 o 4
"comuni", tutti lo stesso trattamento, anche peggio, in meglio nessuno. Le cure prontamente fatte
sono una brocca di acqua che è ormai sangue, e un lenzuolo inzuppato ormai rosso.... Era
come entrare in una macelleria...
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