Rivista Anarchica Online
Interclassismo mai
Cari compagni, leggendo
sul numero di marzo della vostra rivista l'articolo di presentazione della
manifestazione antimilitarista di Livorno, sono rimasto perplesso di fronte alla vostra
critica al carattere eccessivamente "operaista" dell'antimilitarismo di molti compagni. Ritengo anch'io che la scelta anarchica sia una scelta di libertà, ma mi
sembrerebbe un
errore mostruoso trasformarla in una scelta interclassista staccata da una realtà ben
precisa, una realtà che, oggi come ieri, vede la presenza di una grande massa di sfruttati
(e sfruttati rimangono anche se hanno il televisore a colori). Il movimento anarchico si è
sempre distinto per il carattere genericamente proletario dei suoi militanti: i borghesi
hanno sempre preferito i socialisti e i comunisti. Certo non dobbiamo cadere
nell'esasperato operaismo "modello '68", ma credo che fra gli anarchici siano rimasti in
pochi, molto pochi, a credere ancora nel mito marxista della classe operaia
necessariamente rivoluzionaria. Rimane il fatto, però, che la nostra propaganda deve
avere per interlocutore privilegiato il proletariato delle fabbriche e dei campi, perché chi
guadagna un milione al mese la rivoluzione non la farà mai. Un'ultima notazione per concludere. La lotta al militarismo è strettamente legata agli
interessi immediati dei lavoratori non solo perché l'industria bellica, essendo un settore
ad alta intensità di capitale, garantisce, a parità di investimento, un minor numero di
occupati di quello che garantiscono altri settori, ma anche perché questo ramo
industriale si basa molto sugli appoggi (= finanziamenti) governativi (non a caso gran
parte di queste aziende sono a partecipazione statale). Questo vuol dire, in breve, che lo
stato toglie soldi da alcuni settori (sanità ed educazione, per es.) peggiorando
ulteriormente le condizioni di vita dei lavoratori. Su questo occorre far chiarezza, anche
su questo bisogna incentrare la nostra propaganda. Fraterni saluti.
M. Z. (Livorno)
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