Rivista Anarchica Online
Ma la psicanalisi non è autoritaria
A voler essere espliciti la lettera di Aligi Taschera è un abile rimescolamento di carte che in parte
trascurando e in parte capovolgendo diversi fatti vuole subdolamente ingannare e stravolgere i termini
della questione. E' vero - come lui scrive - che tutte le scienze, tutte le psicologie e le tecniche
psicoterapeutiche possono essere pericolose a livello politico. Ma mi chiedo se questa affermazione
non sia messa lì proprio per nascondere o minimizzare l'affermazione fatta alcune righe sopra: non solo
la psicologiacomportamentale, ma anche la psicanalisi può essere pericolosa a livello politico, anzi è possibile
sostenere una posizione secondo la quale la psicanalisi è ben più pericolosa del
comportamentismo. Ho l'impressione che qui si sia voluto tirare la pietra per poi nascondere la
mano. E il modo in cui si giunge a presentare la psicanalisi come strumento terapeutico che
influenza l'analizzato, anche in modo particolarmente autoritario, consiste nel tacere e quindi nel far
scomparire con abile mossa da prestigiatore alcune scoperte fondamentali di Freud. Scrive il nostro: Gli psicanalisti non danno consigli ma sono esperti nell'influenzare gli analizzati:
del resto se la pratica psicanalitica produce dei risultati e cioè dei mutamenti nell'analizzato è
implicito in ciò che quest'ultimo sia in qualche modo influenzato da quella. E che cos 'è questo se
non un buttarci davanti a mezza verità per poi poterne trarre a proprio piacere ogni conclusione.
Accettiamo pure che il paziente sia in qualche modo influenzato dall'analisi, ma è nostro diritto
sapere in che cosa consista questa influenza prima di sbizzarrirci. Entriamo nel merito: il principio fondamentale della tecnica terapeutica della psicanalisi consiste
nel rendere conscio l'inconscio, nel portare alla coscienza i desideri e le fantasie rimosse che sono
alla base e si manifestano nei sintomi nevrotici. Tutta l'opera di Freud si fonda sul concetto della
libido intesa come energia sessuale che ha il suo fondamento ultimo nella realtà biologica
dell'individuo. E Freud non ha fatto altro che studiare le vicissitudini che la libido subisce in ogni
individuo della nostra società. E' all'interno di questo sviluppo naturale che l'opera dello
psicanalista si inserisce per liberare la libido dalle sue fissazioni, e portare alla coscienza i conflitti
infantili consentendo così all'individuo di raggiungere la genitalità e di stabilire un rapporto
soddisfacente con l'oggetto d'amore. Se questi sono i termini in cui il setting psicanalitico si svolge, mi si vuole dire in che cosa consiste
quest'influenzare l'analizzato anche in modo particolarmente autoritario? E' forse influenzare
permettere che un naturale processo di sviluppo raggiunga la sua conclusione liberandolo dagli
ostacoli incontrati lungo il cammino e riportandolo così sul proprio percorso da cui era costretto a
deviare e tornare indietro? A questo punto chi vorrà sostenere ancora che la psicanalisi sia uno strumento di manipolazione
autoritaria dell'individuo, senza vedere che essa, in quanto fondata sulla realtà biologica della libido
e del suo sviluppo, può essere strumento di liberazione dell'uomo in quanto tesa a rimuovere tutti
gli ostacoli che lo impediscono nel raggiungere la completezza della sua natura e il suo vero essere
naturale e sociale. Certo che chiunque potrà usare le conoscenze provenienti dalla psicanalisi ai fini più vari; anche
manipolazione autoritaria dell'individuo, ma si potrebbe ancora chiamare questo psicanalisi?
Salvatore Jacobello
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