Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 15 nr. 128
maggio 1985


Rivista Anarchica Online

Cronache sovversive
a cura della Redazione

Arrestato Loris Fantazzini

È stato arrestato il 28 marzo. Poi, per giorni e giorni, non se n'è saputo più niente: né dove fosse detenuto, né di che cosa esattamente fosse accusato.
Di colloqui con i famigliari o con l'avvocato, manco a parlarne. Loris Fantazzini, anarchico, è accusato - pare da uno dei soliti "pentiti" o comunque collaboranti di turno - di aver partecipato ad una rapina a Lerici. Pare che questa imputazione sia però già caduta. Pare però che penda su di lui un altro mandato di cattura. Nella "culla del diritto", ci sono troppe cose che paiono, troppo poche che sono.
Intanto Loris resta dentro. I "compagni del Movimento di Bologna" ed il consiglio d'azienda della Fiera di Bologna (di cui Loris è delegato) hanno preso posizione contro il suo arresto, denunciandone le modalità e l'inconsistenza delle accuse.

Il convegno "auto"critico

Un centinaio di persone hanno partecipato il 20 aprile a Cesena al convegno sul tema "Te la do io l'automobile" che (con una coda nella mattinata del 21) ha indagato sui danni provocati dalla civiltà dell'automobile all'ambiente di vita, ma soprattutto su quelli provocati all'interiorità delle persone.
Il primo intervento è stato svolto da Aldo Sacchetti, medico igienista e responsabile per l'igiene pubblica della regione Emilia Romagna, che ha illustrato gli effetti dell'enorme quantità di veleni in qualche modo legati alla produzione e all'uso dell'automobile. Uomo e automobile, ha detto Sacchetti, sono due sistemi biologicamente incompatibili, dove a soccombere è sempre il primo. Il relatore ha, in primo luogo, invitato ad andare, nell'analisi sulla nocività dell'automobile, oltre i dati più immediati ed eclatanti (quelli riferiti a morti e ferimenti) per indagare sugli effetti dell'insieme dei veleni prodotti dall'auto sulla salute della gente.
Sono stati così ricordati gli effetti del piombo nella benzina, che immesso nell'atmosfera e respirato si deposita nel sangue riducendo l'emoglobina e, quindi, l'ossigenazione dei tessuti. Il 90% del piombo tende a depositarsi in tessuti come ossa e denti, sostituendosi al calcio. Altri effetti sono stati riscontrati nel sistema nervoso: il piombo è infatti considerato uno dei maggiori responsabili dell'ipertensione. L'eliminazione del piombo nella benzina non potrà comunque sortire effetti di grande rilievo, ha proseguito Sacchetti, in quanto è dalla combinazione delle diverse sostanze prodotte dall'automobile che vengono i danni per la salute. Piombo, ossido di carbonio, ossido di azoto, anidride solforosa, aldeidi, benzopirene, particolati di amianto, ecc. sono gli agenti immessi nell'atmosfera, ma molte e molte di più sono le sostanze chimiche, mentre altre ancora sono da scoprire.
L'uso dell'auto a metano non risolverebbe il problema della nocività, in quanto le sostanze inquinanti del metano hanno solo un minore potenziale nocivo e, in ogni caso, si verifica un aumento dell'inquinamento acustico. L'alcool etilico usato come carburante provoca, tra le altre cose, l'immissione nell'atmosfera di formaldeide, una sostanza altamente cancerogena.
È nella struttura stessa del motore a scoppio, ha proseguito Sacchetti, che è impossibile trovare una funzionalità ecologica, che non entri in contrasto con la biologia umana. Su tutte queste tematiche, con una documentazione di eccezionale livello scientifico, Aldo Sacchetti ha appena pubblicato un libro: L'uomo antibiologico (Feltrinelli 1985).
Wolfgang Sachs, esponente dei verdi tedeschi, ha invece parlato della "società dell'affanno" provocata da un sistema di vita modellato sui bisogni dell'auto e non delle persone. Sappiamo tutti che la strategia delle industrie automobilistiche tende a produrre auto sempre più veloci, che necessitano di superfici viarie più estese e producono un maggiore inquinamento chimico e acustico. Sachs ha poi proseguito con un'analisi dell'inquinamento della vita sociale, provocato dalla trasformazione di interi quartieri da luoghi di incontro ad arterie di transito, dalla crescita delle distanze giornaliere tra la casa e il lavoro o i luoghi di svago, dall'erosione di spazi di vita per tutte quelle persone che non fanno uso dell'automobile.
Sulla trasformazione dell'ambiente urbano (e non solo di questo) in spazi a misura di veicolo è intervenuto Franco La Cecla, esponente dei verdi siciliani e del C.AB.AU. (Collettivo per l'abitare autogestito), che ha anche proposto l'istituzione di un "tribunale" (sul modello di quello per i diritti umani) che intervenga a favore delle vittime della strada e dei loro parenti, in modo da porre un freno allo strapotere delle industrie automobilistiche. Un'associazione simile potrebbe avanzare una serie di proposte per richiedere l'incivilimento del sistema automobilistico, a favore di tutti coloro che, pedoni e atri non-automobilisti (ma alla fine anche gli automobilisti), sono vittime di un sistema che produce auto sempre più veloci (la velocità è tra le più importanti aggravanti in caso di incidente) ed erode e rende insicuri gli spazi di gioco e d'incontro per grandi e bambini.
Giannozzo Pucci, tra i curatori dei "Quaderni d'Ontignano", ha parlato della perdita e dell'annullamento del villaggio, che un habitat realizzato a misura d'automobile ha provocato. Dare quindi nuova vita alla "vicinanza", al villaggio, al rione, scoprendone dove è ancora possibile le radici, eliminando il distacco tra la casa e il luogo di lavoro. Una proposta e un impegno per il diritto a realizzare, in città e in campagna, spazi di vita dove il rapporto tra l'uomo e il territorio, le sue relazioni con lo spazio e o spostarsi, avvenga senza l'intervento dell'automobile.
A conclusione del convegno, che ha visto la partecipazione di esponenti delle liste verdi, degli "amici della bicicletta", di esponenti del MIR e di esponenti del movimento nonviolento, è stato approvato un documento di sintesi delle tematiche affrontate, con l'impegno di intraprendere una serie di iniziative pubbliche contro il dominio dell'impero automobilistico, attraverso la costituzione di un sindacato dei pedoni, l'intensificazione dei mezzi di trasporto pubblico non-motorizzato, nonché la pubblicazione di tutti i dati esistenti circa le vittime e le invalidità provocate dalle emissioni di sostanze tossiche e dagli incidenti.

Giuseppe Gessa

Caso Sabattini / Modena come Mosca

A Modena lo conoscono in molti e sanno tutti benissimo che è sano di mente. La sua "fama" non è infatti dovuta al suo stato cerebrale, ma all'intensa e vivacissima attività di controinformazione ecologica e di contestazione delle autorità portata avanti da molti anni, alla luce del sole.
Eppure Carlo Sabattini, socialista libertario e nonviolento (per le amministrative del 12 maggio è in lista con i verdi, l'anno scorso però aveva riempito i muri cittadini con scritte astensioniste), si trova rinchiuso nel manicomio giudiziario di Castiglione dello Stiviere.
Secondo una perizia impostagli dal pretore Persico, sarebbe "paranoico" e "pericoloso a sé e agli altri". E così i carabinieri sono andati ad arrestarlo a Nonantola, mentre era intento a lavorare il suo pezzetto di terra.
Contro questo fatto gravissimo hanno già preso posizione in molti, a Modena e altrove.
Nell'esprimere la nostra solidarietà a Carlo (ricordiamo, tra l'altro, la sua partecipazione, con due anarchici, all'occupazione simbolica del Comune di Modena, in solidarietà con la lotta dell'anarchico bolognese Sandro Galli contro l'obbligo del giuramento di fedeltà allo Stato da parte degli insegnanti), vorremmo che la lotta contro quelle strutture allucinanti che sono i manicomi giudiziari non si esaurisse nella battaglia per la sua liberazione.