Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 16 nr. 137
maggio 1986


Rivista Anarchica Online

Tre pareri su "A"

Tre componenti del Circolo Trobar Clus (c.p. 97, 18012 Bordighera, IM) ci hanno inviato il loro parere sulla nuova veste della rivista.

La nuova veste grafica di "A" e la richiesta di un parere mi danno lo spunto per chiacchierare un po' intorno alla rivista.
Premesso che non amo molto star a criticare chi fa del suo meglio per fare un "prodotto" qualitativamente adeguato, capisco che le "critiche" sono necessarie per far cogliere sfumature che a volte sfuggono ai redattori, e per rendere più aperta e rispondente ai lettori la rivista stessa.
La nuova veste grafica è, nel suo insieme, un risultato positivo, anche se il numero delle pagine è forse insufficiente per permettere un amalgama di articoli e un dossier; in effetti in questi due primi numeri sembra un po' monca, anche se sia il dossier "America", sia quello su Spezzano Albanese danno finalmente un taglio diverso alla rivista. Insomma più pagine!
Però non è questo il vero nodo, le critiche in questo senso non mancheranno e gli elementi che se ne potranno ricavare saranno senza dubbio presi in seria considerazione.
Quello che mi appare "mortifero" è la posizione di parecchi, fra anarchici e libertari, nei confronti della rivista: questo strano metodo di giudizi che ci si riserva fra libertari, questa strana divisione interna, che se da un punto di vista squisitamente politico può sembrare giustificabile, diventa demenziale sul piano etico. Il boicottaggio assurdo fra chi pur avendo il nostro stesso scopo deve essere sgambettato perché non vada più avanti di noi: No! Non c'è questione politica che tenga, in un mondo interamente coalizzato contro ogni forma di libero pensiero, è impensabile che i difensori della libera espressione non trovino niente di meglio che ostacolarsi l'un l'altro.
Lo so che leggendo questo articolo molti lo troveranno assurdo e falso: probabilmente saranno gli stessi che nella pratica fanno di queste cose, ma ognuno crede che il proprio dito basti a nasconderlo.
Io sono diffusore di "A", come di altre riviste e giornali, mi piacerebbe insieme ad altri compagni diffondere tutti gli scritti libertari. Non è facile: la gente ha delle preferenze, non riusciamo a far andare tutte le pubblicazioni allo stesso modo di "A", però ci abbiamo provato e ci proveremo ancora. Questo va al di là degli apprezzamenti individuali che si possono fare su queste e altre pubblicazioni (...).
Sarei lieto, e con me molti altri, di sapere come e perché nascono queste divisioni per parrocchie che riportano alla mente situazioni note per essere patrimonio dell'arco costituzionale.

Franco



La nuova veste grafica di "A" è sicuramente eccellente rispetto a quella precedente, ma questo sforzo rimane insufficiente se non avviene lo stesso sforzo sul piano dei contenuti. Il numero di pagine andrebbe portato a 60, aumentando lo spazio della posta, della musica e soprattutto delle micro-realtà giovanili metropolitane e non.
Per quanto concerne la teoria libertaria e anarchica propongo l'unificazione di "A" con "Volontà" in modo tale da rendere più corposa "A", eliminando "Volontà" che è ormai una rivista teorica letta da una stretta cerchia di compagni che rischiano sempre più di estraniarsi dalla realtà.
In sintesi apprezzo lo sforzo innovatore, ma ritengo opportuno un saluto qualitativo che vada oltre le 44 pagine, i nostri dogmi e le nostre paure.

Momo



Questa esposizione rende più scorrevole la lettura e senza dubbio aumenta la curiosità in chi ne viene a contatto, in quanto il nuovo rapporto fra immagine/spazio/scritto è senz'altro meglio congegnato. Nel complesso il mio giudizio è positivo.
Ritengo però necessario potenziare la parte visiva, senza volere forzatamente inseguire la moda dell'immagine al di sopra di tutto, in quanto foto, disegni, collage e disposizioni estroverse e curiose di queste aumenterebbero l'interesse soprattutto fra i nuovi lettori, senza per questo limitare il contenuto: anzi la buona qualità di queste amplierebbero e rafforzerebbero il contesto.

Giovanni