Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 16 nr. 140
ottobre 1986


Rivista Anarchica Online

Anarchismo & futurismi

Cari amici di "A",
sorprende vedere rilanciato da un periodico anarchico (cfr. Anarchismo & futurismi, "A" 139) lo squallido tentativo di riabilitare Marinetti e i futuristi allineandosi così con l'analoga operazione condotta oggi, con sintomatica unità di intenti, da fascisti, democristiani, e alcuni comunisti.

È inconcepibile tacciare di "sbrigativo accostamento tra futurismo e fascismo" e ricordare fatti e circostanze che invece dimostrano senza possibilità di equivoci la collusione con il fascismo di Marinetti e di molti tra i principali pittori e poeti futuristi.
Scrivere poi che "dopo il colpo di stato i futuristi e lo stesso Marinetti non faranno più dichiarazioni politiche o ideologiche dando per scontato le loro divergenze" è a dir poco un controsenso. Mi limito a ricordare due casi esemplari (evocarli tutti occuperebbe parecchi numeri di "A").
Marinetti fu volontario in Africa e in Russia, repubblichino seguì Mussolini a Salò, ne esaltò l'opera in molti testi e scrisse persino un inno alla decima Mas. Sironi non fu da meno e anche dopo il '45 non perse occasione per riaffermare la sua adesione al fascismo.
Se si vuole analizzare con obiettività il rapporto tra futurismo e fascismo è necessario distinguere la posizione di Marinetti, che fin dall'inizio precorre l'ideologia fascista, da quello dei pittori futuristi; e inoltre distinguere tra il contributo all'arte degli artisti futuristi tra il 1910 e il 1915 e quello posteriore.
Il 22 febbraio 1909 Marinetti pubblica a pagamento sul quotidiano di destra "Le Figaro" il primo dei suoi manifesti che contiene già in nuce la sua ideologia: "Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo -, il militarismo, il patriottismo".
Prendendo le distanze da queste farneticazioni Boccioni enuncia in tre manifesti (dal 1910 al 1912) la posizione dei pittori futuristi, molti dei quali, invece, erano influenzati dalle idee libertarie. A queste due fasi segue il terzo momento, dal 1915 in poi, che vede l'involuzione politica e artistica dei futuristi e il loro graduale coinvolgimento con il fascismo.
Conforta constatare che il momento aureo della pittura futurista coincide con il secondo periodo durante il quale Balla, Boccioni, Carrà, Russolo e Severini sono influenzati dall'ideale anarchico e ne esprimono i generosi aneliti, in alcune opere che sono tra i capolavori della pittura del nostro secolo.
Fraterni saluti.

Arturo Schwarz (Milano)

P.S. Colgo l'occasione per fare un'altra precisazione. Sul numero 1/1986 di "Volontà" Enrico Baj afferma che Picabia non fu collaborazionista e non si interessava di politica. Picabia dipinse un ritratto apologetico di Hitler (ebbi occasione di esaminare l'opera datata 1940 alla Gallerie des Quattre Mouvements a Parigi) e durante l'occupazione denunciò dei vicini ebrei.


Rispondono Marina Padovese e Fabio Santin, autori dell'articolo.

Ribadiamo il concetto: il futurismo è "l'unico movimento artistico italiano del '900 di levatura europea, con ripercussioni in tutto il mondo".
A nostro avviso l'accostamento tra futurismo e fascismo è tra le cause che hanno impedito un'analisi obiettiva del "fenomeno futurista".
Noi non abbiamo mai sostenuto che Marinetti, e con lui gli altri, furono pacifici poeti, letterati o pittori che s'occupavano unicamente di "fare dell'arte". Anzi: "alcune componenti del futurismo diventeranno patrimonio, e saranno fra le caratteristiche, del nascente fascismo".
Ma, ripetiamo, "futurismo e fascismo non sono la stessa cosa".
Ci fa d'altro canto piacere che Schwarz sottolinei che la pittura futurista del primo periodo, cioè fino al 1915, sia stata influenzata dall'ideale anarchico, cosa da noi riportata fin dall'apertura dell'articolo.