Rivista Anarchica Online
Una proposta da
Torino
di Arte & Anarchia
Mentre nel secolo
scorso l'artista d'ispirazione libertaria viveva senza fratture la
propria condizione, che esprimeva sia nella propria opera che
partecipando personalmente agli avvenimenti politici, nel nostro
secolo lo stretto legame tra l'artista ed il suo tempo viene meno.
L'artista è spesso l'interprete di una crisi di valori che investe
sia la fede nella struttura sociale esistente sia quella nella
possibilità di una palingenesi rivoluzionaria. Un'approfondita
riflessione sui rapporti che sono intercorsi ed intercorrono tra arte
e anarchia, quindi, può efficacemente contribuire ad arricchire il
dibattito in corso sul senso di una mutazione culturale libertaria. Ha oggi un gran
peso il problema della comunicazione. La cultura della libertà,
infatti, nasce e si sviluppa in un terreno socio-culturale e
linguistico informato dalla cultura del dominio. Essa tenta di dire
se stessa con parole e codici impregnati da tale cultura. Accade così che il
linguaggio che parliamo ci parli più di quanto noi non riusciamo a
parlarlo. La sua apparente vicinanza ce lo presenta come inoffensivo,
quotidianamente familiare, per cui diviene impossibile prendere le
distanze da esso. L'artista al contrario si accosta al linguaggio
come ad un che di sconosciuto, inventato, non naturale. Per l'artista
la parola, il suono, il colore sono forieri di meraviglia, di
stupore. In tal modo avviene che nell'opera d'arte quel che è
usualmente vicino paia lontano e, di contro, quel che è remoto si
appropinqui. Oggi l'estetico ha
travalicato la propria dimensione di riflessione specifica sull'arte
per investire di sé campi apparentemente affatto estranei. Il
consenso sociale non si realizza più attraverso argomentazioni
ideologiche ma grazie alla proposta di modelli estetici che si
manifestano attraverso la continua produzione di immagini, spesso
effimere ma di volta in volta assai efficaci. Il potere suasorio
della parola recede di fronte alla seduzione dell'immagine. Oggi il cambiamento
si presenta come dislocazione, spostamento, non come metamorfosi.
Assistiamo al paradosso di una continua caccia alla novità senza che
nulla di nuovo appaia; la nostra società è senza futuro, non perché
non sia in grado di perpetuarsi, ma perché vive nel segno della
ripetizione. Al contrario, una mutazione culturale di segno
libertario è l'unica che possa postulare un cambiamento radicale,
fornendo una valenza etica alla dimensione puramente estetica. In
questo contesto acquista interesse l'indagine sul ruolo che l'arte ha
svolto, svolge o può svolgere. Arte libera è
sinonimo di arte libertaria? Esistono contenuti
libertari nelle arti e nelle estetiche contemporanee? Quali rapporti sono
intercorsi ed intercorrono tra gli artisti e la cultura libertaria? Queste ed altre
questioni vorremmo affrontare nel corso di un incontro, della durata
di una settimana, da tenersi a Torino prevedibilmente nel mese di
maggio. È
nostro intento trattare le tematiche qui succintamente accennate (ed
altre ad esse riferibili) sia in chiave più specificamente artistica
(mostre, rappresentazioni teatrali, letture di poesie, musica
ecc...). Chi
è interessato a questa nostra proposta è invitato a mettersi in
contatto con noi.
Arte&Anarchia c/o
Edizioni Antistato via
G. Reni 96/6 10136
Torino
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