Rivista Anarchica Online
Hiroshima per
1000
di Massimo Panizza
La bomba esplosa
in Giappone nel '45 era di 12 chiloton, corrispondente cioè ad una
potenza esplosiva di 12.000 tonnellate di tritolo. Le bombe di cui
si parla oggi, tanto per intenderci, sono centinaia, migliaia di
volte più potenti di quella di Hiroshima. In questo articolo
passiamo in rassegna alcune delle armi di cui più spesso si sente
parlare. E di cui, a parte gli specialisti, poco o niente si sa e si
capisce. Eppure questa nostra curiosità dovrebbe diventare la
curiosità di tutti. Per capire che
cosa ci stanno preparando. E, soprattutto, che dobbiamo opporci a
tutti i loro progetti di armi, di guerra, di sterminio. Prima che sia
troppo tardi.
Ci vuole una buona
dose di curiosità per aver voglia di sapere cosa contiene la bomba
atomica o quella ad idrogeno, cos'è una guerra stellare o una arma
laser. Eppure questa curiosità potrebbe salvare il mondo dalla
catastrofe. Piccola cosa, forse, se rapportata all'universo e alle
sue miriadi di mondi, ma di qualche interesse per noi, poco discreti
abitanti di questo pianeta. Che c'entra la curiosità con un problema
così gigantesco che si stenta a ritenerlo possibile, così complesso
che ci si rifiuta di prenderlo in considerazione? È
fin troppo facile. La curiosità di milioni, di centinaia di milioni
di persone sarebbe dirompente, sveglierebbe l'umanità dal sonno
della ragione, finalmente ci verrebbe una gran voglia di scegliere,
di decidere e le armi le rifiuteremmo tutte in blocco, diventeremmo
quasi pacifisti, credo. Intanto, per me e per i lettori di "A"
ho qui un po' di libri, di pubblicazioni e tanta curiosità quanto
basta per sconfiggere la noia che sicuramente mi assalirà. Dunque,
siamo pronti ad intraprendere questo viaggio, attraverso i più
temibili, i più moderni, i più sofisticati armamenti? Cioè, quelle
armi che dal '45 in poi sono state chiamate nucleari e distinte dalle
precedenti (convenzionali) per l'effetto esplosivo assolutamente
devastante, quelle altre, a laser, a energia cinetica, a
particelle... e quelle che verranno; la ricerca ci promette grandi
cose! Le prime difficoltà
che si incontrano di solito quando si approccia una pubblicazione
scientifica sono relative alle unità di misura. Quando si
confrontano le armi nucleari con le armi convenzionali si usano i
termini "chiloton" e "megaton". Che cos'è un
chiloton? Un chiloton (chilo - mille; ton : tonnellata) è
l'equivalente della potenza esplosiva di mille tonnellate di tritolo.
La bomba che è esplosa a Hiroshima era di 12 chiloton, corrispondeva
cioè a una potenza esplosiva di 12 mila tonnellate di tritolo. La
bomba fatta esplodere a Hiroshima aveva una potenza esplosiva
superiore 12 mila volte a quella di una delle più grandi bombe
esplose nel corso della seconda guerra mondiale. Le bombe moderne
sono centinaia, migliaia di volte più potenti di quella di
Hiroshima. La loro potenza si misura spesso in megaton (1 megaton -
mille chiloton: equivale quindi al potenziale esplosivo di 1 milione
di tonnellate di tritolo). Perché una bomba
nucleare è tanto più esplosiva rispetto ad una convenzionale?
Dipende proprio dal tipo di esplosione. Per capire bisogna scoprire
l'intima conformazione di una sostanza. Perciò immaginiamo un
esploratore di dimensioni minimali. Tra poco parleremo di fenomeni
che avvengono nella centomilionesima parte di un centimetro. Tutte le
sostanze sono formate dalla combinazione di un certo numero di
costituenti più semplici: gli atomi. L'atomo è formato da un nucleo
e da un certo numero di particelle (elettroni) in orbita intorno al
nucleo. Il nostro visitatore suggerisce di pensare al sistema solare
(sole e pianeti).
La A e la H
Il nucleo a sua
volta è costituito da altre particelle, i protoni e i neutroni.
L'esplosione del tritolo o della dinamite è una reazione chimica con
emissione di calore. In una reazione chimica avvengono trasformazioni
solo nella fascia più esterna dell'atomo, quella relativa agli
elettroni. Mentre le esplosioni nucleari si basano su processi che
avvengono nel nucleo stesso dell'atomo con emissione di energia molto
più intensa. Le bombe che distrussero Hiroshima e Nagasaki (bomba A)
erano bombe a fissione (scissione). Per la fissione sono necessari
elementi con un nucleo "pesante", cioè formato da un alto
numero di particelle come l'uranio che ne ha 235. Il nucleo pesante
viene "spaccato" e forma frammenti più leggeri emettendo una
quantità di energia milioni di volte superiore a quella liberata in
una combustione chimica. Quindi anche gli effetti distruttivi di una
esplosione nucleare sono milioni di volte più potenti di una
esplosione tradizionale. La rottura del
nucleo si può ottenere con l'urto di un neutrone. Poiché nel corso
della fissione si liberano alcuni neutroni, questi possono a loro
volta "spaccare" altri nuclei ed il processo si propaga
rapidamente con una cosiddetta "reazione a catena". Il
processo di fusione è, in un certo senso, l'inverso di quello di
fissione: due nuclei leggeri si uniscono in uno più pesante e anche
in questo caso parte della materia si trasforma in energia in
quantità ancora più elevata di quella liberata nella fissione. Per
innescare il processo di fusione è necessaria una grande quantità
di calore che in pratica viene ottenuta facendo esplodere una bomba A
collocata all'interno della bomba a fusione (bomba H). I nuclei da
"fondere" possono essere quelli del deuterio e del trizio, due
isotopi dell'idrogeno. Ah! Gli isotopi;
cosa sono? Semplice, sono nuclei di uno stesso elemento che
differiscono per il numero di neutroni. La bomba a neutroni (bomba N)
si basa anch'essa sul processo di fusione. A differenza della bomba
H, la bomba a neutroni viene costruita in modo tale da assicurare un
minore potere esplosivo accompagnato da una più intensa emissione di
neutroni, micidiali per gli esseri viventi. L'esplosione nucleare
produce tutti gli effetti amplificati di una qualsiasi esplosione più
gli effetti collaterali prodotti dalla ricaduta del materiale
radioattivo. Ma quante sono oggi
le testate nucleari a disposizione delle due superpotenze? Esse
equivalgono ad oltre un milione di bombe simili a quella fatta
esplodere a Hiroshima. Per molti anni l'ampliamento degli arsenali
nucleari è stato giustificato come deterrente per prevenire l'uso di
armi nucleari per mezzo della dissuasione. Lo stallo che si è venuto
a creare con l'equilibrio del terrore non ha dissuaso dalla
preparazione di una guerra nucleare. Le cose hanno cominciato a
cambiare: numerosi sistemi di armi nucleari sono stati creati per
poter essere usati, per poter combattere una guerra nucleare, magari
in maniera "limitata" o come parte di una risposta
"flessibile" anche ad un attacco convenzionale. La stessa
costruzione su vasta scala di rifugi antiatomici, o la recente
proposta di Teller di costruire enormi riserve di cibo per far fronte
alle conseguenze dell'"inverno nucleare", si basano sul
presupposto che una guerra nucleare possa essere affrontata e vinta
con costi accettabili. E in questo nuovo clima si inserisce il
programma chiamato "Strategic Defense Initiative" o SDI,
più comunemente noto con il nome di "guerre stellari". L'SDI
è stato presentato il 23 marzo 1983 dal presidente Reagan come la
creazione di un enorme ombrello protettivo, uno "scudo spaziale"
destinato a proteggere la popolazione civile dalla minaccia nucleare
e a rendere impotenti e obsolete le armi nucleari. In cosa consiste?
Lo scudo di
Reagan
La traiettoria di
un missile si può suddividere in quattro fasi: 1) fase di spinta,
accensione dei razzi principali; 2) fase di bus, raggiungimento della
traiettoria suborbitale; 3) fase intermedia, traiettoria vera e
propria; 4) fase terminale, rientro nell'atmosfera. Per attaccare i
missili nella prima fase le armi devono operare nello spazio esterno
e colpire alla velocità della luce o poco meno. Armi di questo tipo
sono chiamate sistemi ad energia diretta e si suddividono in laser di
vario tipo ed armi a fasci di particelle neutre, non facilmente
disponibili, che si possono porre permanentemente in orbita oppure
lanciare al momento dell'attacco. Le armi laser sono
però difficilmente installabili in orbita, poiché per l'energia
richiesta hanno bisogno di una enorme quantità di combustibile e
quindi pesano troppo. Si è pensato pertanto di ricorrere ad armi
laser con base a terra. Il bersaglio si troverebbe fuori dal loro
campo visivo, ma potrebbe essere egualmente raggiunto collocando in
orbita specchi riflettenti. Ma considerando che i missili balistici
intercontinentali da distruggere potrebbero essere più di mille e
provenire da punti distribuiti su un enorme territorio, ci vorrebbe
una miriade di piattaforme spaziali per un'intercettazione efficace. Le difficoltà
connesse alla realizzazione di questa flotta spaziale e la sua grande
vulnerabilità sono evidenti. In un altro sistema apparentemente più
semplice, l'intercettore viene rapidamente innalzato nello spazio non
appena viene segnalato il missile da colpire. L'oggetto da lanciare
nello spazio deve dunque essere di dimensioni ridotte e trovarsi più
vicino possibile all'obiettivo. L'unico dispositivo
sufficientemente leggero e potente per adempiere a questo compito
sembra essere il cosiddetto laser a raggi X. Il laser a raggi X viene
portato in quota da un sistema di propulsione a razzi e orientato
verso il bersaglio con un telescopio di puntamento. L'energia
necessaria per "caricare" il laser è fornita da una
testata nucleare da 40 chilotoni. Questi sofisticati sistemi possono
essere efficacemente neutralizzati con opportune contromisure. Una
delle più semplici consiste nell'"indurimento" della
superficie del missile per proteggerlo dagli effetti dei raggi laser.
È possibile, ad esempio,
rivestire il missile con uno strato di materiale riflettente. Una
superficie del missile sufficientemente lucida obbligherebbe ad
utilizzare un fascio laser di intensità tale da poter mettere fuori
uso lo "specchio da combattimento" prima di incrinare la
corazza del missile. Assolutamente necessarie per il funzionamento
del sistema SDI sono le tecnologie informatiche.
Il ruolo
dell'informatica
Anche il controllo
degli attuali sistemi d'arma nucleari si vale del supporto di
complesse reti di computer che permettono di analizzare rapidamente
un ampio spettro di dati offrendo soluzioni alternative ai capi
politici e militari, ma sino ad oggi, il giudizio umano è stato
decisivo per individuare con metodi artigianali gli errori del
sistema di controllo. Le scelte proposte dai computer hanno potuto
essere bloccate o modificate perché i tempi disponibili, pur
riducendosi ormai a pochi minuti, sono stati sufficienti per
l'intervento dell'uomo. Se i progetti di
armi spaziali saranno perseguiti, si dovrà compiere il salto. La
rete informatica SDI dovrebbe infatti basarsi sul presupposto che i
piani di battaglia scattino entro pochi secondi dall'allarme. Questi
piani sarebbero programmati in anticipo e l'operatore non potrebbe
che selezionare l'uno o l'altro delegandone l'attivazione e
l'esecuzione al sistema di computer. Decisioni di carattere militare
sarebbero così interamente automatizzate sulla base di ipotesi
elaborate molto tempo prima della loro attuazione. Non sarà possibile
provare i sistemi informatici in condizioni realistiche prima del
loro uso effettivo. Poiché non
disponiamo di pianeti di riserva, su cui combattere guerre nucleari
di prova, è impossibile una verifica operativa globale dell'intero
sistema. Il sistema dovrebbe essere in grado di funzionare sin dalla
prima volta. Non è mai esistito e non è possibile esista un sistema
informatico, anche di dimensioni molto inferiori a quello necessario
per l'SDI, che funzioni alla perfezione sin dall'inizio del suo uso
operativo. Ancora meno
attendibili saranno i risultati che potranno essere ottenuti con
simulazioni globali svolte sui calcolatori. Le prove di simulazione,
in condizioni ordinarie, richiedono che gli analisti forniscano al
computer parametri iniziali la cui incertezza deriva sia dalla
ignoranza dei dati relativi a numerosi processi da simulare, sia dal
fatto che gran parte dei parametri saranno scelti dall'avversario
solo al momento dell'uso. Dicevo prima, la
curiosità di milioni, di centinaia di milioni di uomini può vincere
questa follia. Forse, sarà possibile quando riusciremo a guardare il
cielo allontanando il nostro sguardo da questa scheggia di pietra
nell'infinità dell'universo.
|