Rivista Anarchica Online
In lotta per il verde
di Comitato di lotta per la difesa dell'area del Sieroterapico
Il quartiere Ticinese, da tempo oggetto
di un intenso progetto di ristrutturazione teso a modificarne il
tessuto abitativo e sociale a favore degli interessi della
speculazione edilizia e commerciale, è di nuovo obbiettivo di
un ampio programma di intervento che intaccherebbe ulteriormente la
qualità insediativa e ambientale della zona. Infatti l'area
compresa tra via Argelati, via Segantini e viale Liguria sta per
essere completamente modificata e riedificata per far posto ad un
nuovo quartiere residenziale di lusso che si sovrapporrebbe
all'attuale aspetto dell'area cancellandone completamente i caratteri
presenti. Quest'ampia zona è di proprietà
dell'Istituto Sieroterapico "S. Belfanti", ente di
definizione istituzionale "morale" e che fruisce di
considerevoli finanziamenti pubblici. Al suo interno è presente un
vasto territorio verde che avrebbe dovuto essere adibito a parco
pubblico già da tempo, stando ai programmi urbanistici del
Comune di Milano. Adiacente ad esso è presente una
zona di antica utilizzazione produttiva ora inutilizzata visto il
venir meno della sua precedente funzione e che, comunque, contiene
strutture di notevole interesse storico e valevoli di attenzione
conservativa. Tutta questa zona deve essere ora
ceduta dal Sieroterapico agli interessi dell'edilizia residenziale
privata per risanare un inspiegabile deficit di decine di miliardi,
(circa 50), che l'Istituto avrebbe contratto nel corso degli anni
passati in seguito ad una gestione amministrativa che lo stesso
Consiglio di Zona 5 (Verbale della seduta del 23/3/88) ebbe a
definire "incapace". Il tutto supportato dalla compiacenza
e dal favoreggiamento della Pubblica Amministrazione. Il Comune di Milano, infatti, tramite
un'integrazione alla variante al Piano Regolatore Generale approvata
dal Consiglio Comunale nel febbraio del 1985, ha destinato la zona
prospiciente sul lato ovest la via Segantini, ad uso residenziale. Successivamente l'area oggetto di
intervento edilizio è stata progressivamente allargata fino ad
assumere, oggi, proporzioni che rischiano di compromettere
l'esistenza stessa del verde che si estende tra viale Liguria e via
Argelati. In pratica è previsto un incremento di almeno 5.000
abitanti che popolerebbero un nuovo quartiere alto-borghese interno
alla zona di via Segantini e la finalizzazione del vicino spazio
verde a ricreazione privata di questi novelli abitanti del ticinese. I nuovi alloggi, se la convenzione su
tale argomento sarà stipulata, saranno per il 25%
dell'Istituto Sieroterapico e per la quasi restante percentuale della
Società Edilvest che si occuperebbe dell'intero lavoro di
ricostruzione. Chiaramente i profitti derivanti dall'intera
operazione compresa la vendita delle abitazioni ad alti prezzi
saranno enormi. Al Comune di Milano resterebbe una
porzione esigua di tutto il costruito, evidentemente insufficiente a
portare avanti seriamente una politica che volesse far fronte
all'emergenza casa che ogni giorno è più presente,
mentre il risultato finale sarà un'ennesima sudditanza alle
manovre più o meno pulite delle grandi imprese edilizie ed
immobiliari e alla cattiva gestione dei finanziamenti pubblici.
Inoltre la zona verde, che già da anni avrebbe dovuto ospitare
un parco pubblico, ma che mai ha visto la ben minima manutenzione
necessaria a conservare le caratteristiche ambientali, subirebbe
un'ancor più grande svalorizzazione. Attualmente la zona è composta
da circa 350.000 mq. di ex terreno agricolo e boschivo e costituisce
l'unica autentica oasi verde rimasta intatta all'interno della
cosiddetta "Fascia Centrale Urbana Intermedia". Essa è
percorsa dalla Roggia Bonforti, uno dei pochi corsi d'acqua ancora
esistenti del reticolo di vie d'acqua che un tempo percorrevano
Milano. La Roggia è ora ridotta
pressapoco ad una discarica abusiva, tuttavia ha contribuito per anni
ad alimentare e a conformare il particolare equilibrio ecologico del
luogo. Nell'area, inoltre, sulla via Segantini, è rimasta una
grande cascina ottocentesca pressoché intatta che, nei
progetti comunali, dovrebbe essere ristrutturata per servizi di
ricreazione, e diversi percorsi carrozzabili sempre del secolo
scorso. Il nuovo complesso residenziale
altererebbe irrimediabilmente queste caratteristiche ambientali (che
comprendono anche la presenza di particolari tipi arborei e
faunistici unici nell'area milanese) e storici. Inoltre i lotti che dovrebbero essere
rasi al suolo contengono attualmente strutture industriali del secolo
scorso degne di essere tutelate per il valore di testimonianza
all'interno di un discorso di archeologia industriale o che,
comunque, dovrebbero essere oggetto di una considerazione ben più
attenta che non la demolizione indiscriminata che si sta per attuare. Il progetto in atto, dunque, comporterà
incisive modifiche sulla attuale struttura di tutto il quartiere,
che, tra l'altro è uno dei più densamente popolati del
Comune di Milano. Inoltre è previsto
l'abbattimento della Scuola Superiore "Giorgi" per far
posto ad una struttura di servizi al terziario e la realizzazione di
un cavalcavia stradale sul Naviglio Pavese tra via Pavia e via Borsi
che dovrebbe agevolare al massimo l'area di nuova costruzione. E ancora una volta, quindi, un'ampia
porzione di spazio urbano e di verde verrebbe sottratta a chi
legittimamente ne dovrebbe fruire in quanto abitante in una città
che dovrebbe garantire una propria qualificante vivibilità a
tutti, ma che in realtà privilegia i ceti più abbienti
e favorisce la commercializzazione imprenditoriale e finanziaria del
suolo pubblico. Noi proponiamo un'intransigente
opposizione alla privatizzazione del patrimonio pubblico e di un
deciso no alle espropriazioni di ambienti territoriali che potrebbero
essere adibiti ad una migliore qualità del vivere sociale
urbano. Con il progetto in atto sull'area di
competenza dell'Istituto Sieroterapico è per l'ennesima volta
visibile la reale motivazione che spinge grandi immobiliari e
politica comunale ad una precisa connivenza e coincidenza di
interessi sulla base della speculazione edilizia e ristrutturazione
metropolitana al di sopra delle esigenze sociali ed ambientali di chi
non partecipa a questi programmi di larghi profitti economici. E ancora una volta è
verificabile come la disgregazione ambientale e l'inquinamento siano
strettamente connessi ai piani di chi gestisce e legittima la manovre
del profitto immobiliare. Per questo ci proponiamo di impedire
una ulteriore forma di speculazione edilizia nel ticinese; di
salvaguardare e promuovere la fruibilità del verde pubblico e
organizzare forme di utilizzazione sociale del territorio da
sottrarre alle mani dell'imprenditoria privata.
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