Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
Explora Le relazioni tra Alessandro Pizzin
ed il fatto musicale durano da molti anni, e bisogna innanzitutto dire che si è
sempre trattato di un rapporto complicato, o per lo meno schizofrenico, nel senso che è stato
caratterizzato da
attività contemporanee in generi musicali ben distinti, nonché in obiettivi "di mercato" assai
lontani, quando non
addirittura antitetici tra loro. Musica ben suonata ma di piuttosto facile consumo da una parte (alla fin fine non
era che questa la proposta dei Ruins, gruppo co-fondato alla fine degli anni Settanta da Pizzin, in cui sono
convissute grandi contraddizioni di stile, banalità pop-rock e felici intuizioni e arrangiamenti) e certe
altre ricerche
su sonorità ed atmosfere elettroniche, ben più difficili e sofisticate, dall'altra. E ancora,
prospettive di lavoro con
etichette discografiche di una certa consistenza (che poi siano naufragate è un altro discorso) portate
avanti
parallelamente ad attività assolutamente e rigidamente indipendenti. Non sarebbe corretto
dimenticare che i Ruins degli esordi (e Pizzin in prima persona nella quasi totalità della
propria produzione da solista) furono tra i pionieri dell'auto-produzione e dell'autogestione, e che è
possibile
rintracciare con frequenza in tutta o quasi la storia del gruppo ideologie, atteggiamenti e metodi di diffusione
propri dell'estremismo punk più integralista, nonostante la diversità di linguaggio sonoro.
Explora, adesso, è
l'ennesima reincarnazione artistica di Alessandro Pizzin, musicista veneziano autodidatta e, non
secondariamente,
individuo perennemente in cerca di nuove strade artistiche e nuovi equilibri d'espressione, e carico di voglia di
affrontare problemi ed elaborare strategie di comunicazione. Il suo è un progetto articolato, con un
programma
impegnativo e difficile, che in teoria è "un'ipotesi di collaborazione, di possibile laboratorio (...) fuori,
dentro e
tra le righe di ogni possibile pentagramma musicale" (questo si può leggere nel comunicato di
presentazione di
Explora), e nella pratica è un'etichetta discografica, microscopica ed indipendente e da lui fondata e
gestita, con
un catalogo ricco, per adesso, solo di due titoli. "Explora è un archivio, una raccolta di materiale
che documenta (...) l'esistenza di un'arte tanto 'marginale' quanto
importante (...). L'anello mancante tra artisti dell'area 'colta' e sperimentatori lontani dalla prassi accademica
(...)":
si potrebbe continuare a saccheggiare il comunicato ma, meglio della presentazione "scritta" del progetto (in
tutta
sincerità, un po' troppo decadente, esagerata e sofferta per sembrare sincera...) sanno fare, da soli, i due
CD
prodotti, che si lasciano ascoltare volentieri e per certi versi si rivelano molto interessanti. Il primo CD è
"Insieme" di Roberto Scarpa e Alessandro Bedendo, entrambi giovani musicisti veneziani anche loro, e presenta
un'ora di musica "suonata" con una certa informalità (piuttosto che "composta" ed "eseguita"), e quindi
praticamente attrae all'ascolto perché possiede davvero una buona dose di quel cosiddetto "fascino"
dell'immediato. Se Scarpa viene da studi classici ed esperienze di musica contemporanea, Bedendo è
autodidatta
e appassionato di musica classica Indiana. Entrambi hanno in comune innamoramenti jazz e la partecipazione
all'ensemble Keptorchestra. Della loro opera erano già noti due piccoli frutti, presenti nell'album "No
EXPO!".
A nome di Roberto Scarpa (e con la collaborazione, tra gli altri, di Bedendo e Pizzin) era anche uscito qualche
tempo prima un altro disco, intitolato "Oplà". Tornando a "Insieme", le strade percorse dalla musica
dei due sono numerose e a volte sembrano un
proseguimento d'ispirazione d'altri (il Keith Jarrett di "Spiritis" per fare un nome senza comunque voler
scandalizzare nessuno). Più semplicemente, la sensazione che ricorre frequente è che questa
musica sia un
qualcosa difficile da descrivere, una sensazione, un'impressione che entra dalla finestra durante un viaggio in
un
paese lontano, o meglio che sia sapore e odore di musica di posti lontani che ti raggiunge dalla "finestra
elettronica" della radio o della televisione. Quello offerto da "Insieme" è quasi un prodotto di
laboratorio, a mezz'aria tra acustica ed elettronica, tradizione
ed innovazione. Un progetto simile a "Samsara e zenzero" della Joel Orchestra, recensito su questa rubrica
qualche tempo fa, anche se francamente dubito ci siano stati contatti di qualche genere fra le due produzioni,
e
che le affinità siano solo casuali. "Insieme", proprio per la sua curiosa spontaneità e
naturalezza, non sembra comunque un prodotto del genere
world-music-da-laboratorio, nonostante - visti i tempi - i sospetti siano leciti ed affiorino copiosi. Restando
all'impressione descritta qualche riga fa, si può leggere questo lavoro come un altro di quei viaggi sonori
in giro
per il mondo, fatto però restando chiusi in uno studio di registrazione. Questo è forse un po'
meno artificiale
d'altri, ma l'aria che vi si respira è sì straniera ma sintetica, di provenienza non facilmente
localizzabile se non al
di fuori della finestra (vera, o elettronica, o immaginaria non importa) da cui siamo soliti guardar
fuori. Molto diverso l'ambiente, il contesto e conseguentemente il discorso per l'altro CD, "Spettri", che
contiene alcune
composizioni di Pizzin utilizzate come arredamento sonoro di alcune particolari situazioni artistiche. "Spettri"
è una specie di "Shutov assembly" in formato ridotto: tappezzeria musicale per installazioni
suono/immagine
concepite come eventi multimediali, dove quindi il contributo sonoro è parte (fondamentale, ma
comunque parte)
di un discorso di comunicazione globale ben più articolato e complesso. Il paragone con Brian Eno
è certo azzardato: nominare i mostri sacri è sempre una mostruosa bestemmia... Va
comunque detto, a scanso di equivoci, che non risultano somiglianze evidenti tra i due (l'uso di sintetizzatori
ed
altre meraviglie dell'elettronica non è sufficiente a giustificare dei sospetti di plagio), come pure mi
sembra
onestamente dubbio che Pizzin abbia dall'opera di Eno tratto ispirazione. "Spettri" è e resta una raccolta
di
proposte e suggerimenti musicali di difficile ascolto, che "(...) pone il problema di dover essere ascoltata,
rivendicando questo necessario aspetto dell'arte del suono che oggi sembra essere sempre più
disatteso". Considerata la scarsa frequenza delle sue uscite discografiche, nonché l'esagerata
consistenza del suo archivio
personale, sarebbe stato per molti versi più logico aspettarsi da Pizzin (che, mi ripeto, è
musicista di talento e
brillanti intuizioni) un'antologia più accessibile. Niente da fare, per adesso. Non ci resta che aspettare,
e sperare
che molti suoi lavori, di buon livello e ostinatamente tuttora inediti, riescano ad essere pubblicati in versione
almeno non condominiale... Sarebbe un peccato, un'altra occasione mancata, che Explora non riuscisse a
sopravvivere solo perché nessuno
sa che esiste. La distribuzione commerciale dei suoi titoli è inesistente: restano le occasioni di contatto
nelle rare
performance e le richieste dirette: rivolgetevi a Explora, via Calabria 8/6 30030 Chirignago (Venezia).
Artware Audio Dalla Germania è
arrivato un incredibile catalogo di vendita per corrispondenza di materiali audio/video/stampati.
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