Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
Mitili FLK «Un giorno si troverà
il modo di risalire le generazioni e ricostruire il cespuglio di incroci che ci hanno
preceduti e, in buona parte, determinati. Scendere da molti innesti sarà allora un titolo e la
nobiltà consisterà
nell'aver trovato nel proprio catasto ancestrale più stirpi, più pelli, più religioni. L'albero
genealogico verrà
allora soppiantato dalla più adatta immagine del canapo al quale si accorpano i militi...» (Erri De Luca).
Riciclando il senso della vita secondo Jannacci e Viola, ci sono «quelli che» imparano a suonare la chitarra
perché così è più facile incontrare delle ragazze, e «quelli che» decidono di
formare un gruppo musicale attratti
dal miraggio di un destino all'insegna del successo e della ricchezza (...sempre meglio che lavorare!).
MITILI FLK (sta per Furlan Liberation Kongress!) è un gruppo di giovani musicisti friulani di
un'altra specie,
di «quelli che» sanno di avere delle cose da dire, e si uniscono per dirle tutti insieme e per farle sapere in giro.
Proprio come un vino pregiato (il luogo comune è venuto da sé...), dopo qualche tempo di
fermentazione in
cantina ecco pronta da poco una serie di loro registrazioni: una cassetta ben realizzata dal titolo «Ratatuie».
Sono canzoni «popolari» fatte però di musica come si usa di questi tempi, le parole sono tutte in
lingua friulana.
E come il vino buono queste canzoni sono frizzanti, dolci e dal sapore deciso: sanno aprire il cuore e far volare
la mente. Pescando qua e là dalle informazioni che ho ricevuto, ecco un ritratto sforbiciato del
gruppo, dei suoi perché
e dei suoi come. «(...) Siamo linguaggi. L'essere umano è linguaggi. Tutto ciò che
è stato fatto dagli uomini, anche i loro crimini,
DICE. Barthes ha scritto che tutti i delitti legalizzati iniziano quando si cambia il linguaggio ad un popolo, nel
nome stesso del linguaggio. Come dire che la cancellazione di una lingua e di una cultura, linguaggio anch'essa,
corrispondono ad un meccanismo di dominanza e ad un'impossibilità di liberazione. Desideriamo avere
la
possibilità di mettere in divenire la nostra cultura. Sappiamo che se una lingua ed una cultura vivono,
non se
su di loro si scrive, ma se le si scrive, se le si parla, se le si fa respirare (...). Crediamo non ci sia alcuna
contraddizione nel rivendicare la propria cultura ed operare contro le chiusure ed i confini, parlare la propria
lingua ed essere internazionalisti, contro le guerre di ogni tipo. Cantiamo in friulano perché non
vogliamo essere
paragonati ai leghisti. Non vogliamo che possano prendere le nostre parole per farne degli slogans. Non abbiamo
bisogno di giustificazioni per cantare in friulano. Da mille anni la nostra gente parla questa lingua. Non lo
facciamo per non essere capiti, lo facciamo perché siamo diversi (...) Vogliamo far capire che essere
diversi,
unici, è il primo passo per essere parte della confraternita di un'umanità senza limiti.
Un'umanità infinita (...).
Dove le lingue non siano confini, ma porte verso l'interiorità profonda dell'essere uomo. La nostra
musica ha
un senso, non un fine (...)». In chiusura, alcuni brevi commenti personali sulle musiche ed i testi. Pur non
essendo mai stato attratto da
espressioni musicali di questo tipo, non sono riuscito a rimanere indifferente (...ma che dico, via! Mi sono
letteralmente emozionato, e questa cassetta «Ratatuie» è ormai frequentatrice abituale del mio
walkman). Mitili FLK è un puzzle di originalità brillante frammisto a citazioni sonore che,
finalmente, sembrano
innamoramenti sinceri e non banalità e scimmiottamenti: tracce di Area e Mano Negra, ricordi frequenti
di
musiche e melodie popolari, gusto forte di certa musica «di barricata» degli anni Settanta, capita persino
qualcosa che ha come il gusto dei conterranei Detonazione. In copertina tutte le note essenziali e le
traduzioni in italiano dei testi: vere e proprie poesie minime, o fiabe
brevi appena inventate. Citando a caso, come raccogliendo fiori da un prato: «...Più in alto, sopra
le nubi, il vento accerchia Varsavia / I germogli di cenere sulle mani dei lavavetri / (...)
Metti che tuonino i cannoni sopra Mostar / Che lustrino in un «amen» i cortili di Sarajevo: non a me, Signore,
non a me / Risparmiami la guerra fino a mezzodì / Se il rumore ci condanna, il silenzio fa paura / (da
«Ratatuie»). «...Vorrei piegarmi come un albero, bere l'aria e far rumore / Stringere la terra con le radici
/ Riempire di foglie
tutto il paese / ( ... ) Bersi tutto, ma tutto d'un fiato / E che il fiato puzzi di verità / Quella verità
che non si ferma
come l'acqua corre via svelta / Non sta in parata nella caserma / Tiene la follia per mano / Chi fa finta di non
capire / Mette in tasca e non ha niente da dire / Veste divise di tela grigia e rompe i coglioni per rubare
cenere...» (da «Stravint») E ancora girotondi di parole e sogni (ad occhi chiusi e ad occhi aperti, con i piedi
per terra o con la testa chissà
dove...) che raccontano di un mondo colorato e bellissimo nel quale, domani o chissà quando, forse,
finiremo
col risvegliarci una mattina. Chissà ... Informazioni, contatti per concerti e per richiedere la cassetta:
scrivete
a Mitili FLK c/o Alessandro Montello, corso Italia 64, 33050 Ronchis (Udine) o spedite un fax a Radio Onde
Furlane al numero 0432-530801.
Utopia Dopo la recente seconda edizione
dello Stimmenfestival (la rassegna internazionale dedicata all'uso della voce,
di cui si era accennato su queste pagine qualche tempo fa), l'UTOPIA KULTURZENTRUM di Innsbruck
(Austria) organizza dal 3 all'11 Novembre prossimo il suo primo Percussionfestival. Tra i partecipanti, il
duo PAVEL FAJT e JIM MENESES (Cecoslovacchia/USA), ed i gruppi LI ZHENGHUI
ENSEMBLE (Cina) e LAL SINGH RAMBERAAN (Trinidad). Confermandosi come spazio aperto a 360°
in tutte le direzioni per incontri, musiche ed altre forme
d'espressione, l'UTOPIA propone tra Ottobre e Novembre anche alcuni concerti: un programma eclettico che
spazia in zone sonore lontane. Alcuni esempi? A qualche sera di distanza l'uno dall'altro si possono
incontrare sul palco dell'Utopia il
cantautore innovativo statunitense SAM BENNET, uno del pionieri del punk inglese come CAPTAIN
SENSIBLE, il chitarrista MARC RIBOT e la SAHARA ROCKCARAVAN di Hamid Baroudi. Altre
informazioni: scrivete o telefonate all'Utopia Kulturzentrum, Tschlamerstr. 3, A-6020 Innsbruck (Austria),
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