Rivista Anarchica Online
Al di là della democrazia
di Amedeo Bertolo
Con questo titolo si è svolto lo scorso ottobre a Barcellona un dibattito, nell'ambito dell'Incontro
internazionale
anarchico. Ecco l'intervento del coordinatore di quella sessione, Amedeo Bertolo, tra i promotori delle Edizioni
Elèuthera e del Centro studi libertari di Milano
Al di là della democrazia, ovviamente dal punto di vista anarchico. Al
di là della democrazia. In che senso? Nel
senso di un di più (quantitativo) di democrazia o di qualcosa
d'altro (qualitativo) rispetto alla democrazia? La risposta può essere l'una cosa o
l'altra, ed anche, forse qualcosa di intermedio: dipende dalle definizioni di
democrazia e di anarchia. Le definizioni, si sa, possono essere tante ... Ma perché il discorso di oggi
funzioni bisogna, mi pare, che le definizioni di democrazia e di anarchia siano
accettabili da democratici e da anarchici. O quanto meno la definizione di democrazia sia accettabile dai
democratici e quella di anarchia dagli anarchici. Per esempio, se definissimo l'anarchia come caos, ogni
discorso sarebbe chiuso. Così, anche se definissimo la
democrazia come oligarchia capitalistico-borghese ogni discorso sarebbe chiuso. E' vero che l'una e l'altra delle
suddette definizioni sono giustificabili, l'una sul piano del vocabolario e del linguaggio comune, l'altra sul piano
storico-effettuale degli ultimi due secoli ... Ma, oggi, qui, sono definizioni non utili.
Un altro ostacolo possibile al confronto critico tra democrazia ed anarchia può essere
costituito dai diversi livelli
cui si pongono i due termini ed i relativi significati. La democrazia è primariamente (pur se non solo)
termine
e concetto dell'ambito della politica. L'anarchia è invece, a mio avviso, primariamente (pur se non solo,
anzi
con fortissime «ricadute» politiche) termine e concetto dell'ambito della filosofia. Semplifichiamo, allora,
e in questa sede intendiamo per anarchia la forma politica o le forme politiche
compatibili con l'anarchia intesa come principio etico-filosofico. Ritorniamo all'argomento di questo
incontro («Al di là della democrazia») ed al quesito iniziale che ho posto:
un «di più» o un'«altra cosa»? E proviamo a rispondere con due definizioni reciprocamente accettabili
e
compatibili di democrazia ed anarchia. Due fra le diverse possibili, sia chiaro, due che scelgo perché
le ritengo
utili per il dibattito odierno. Due definizioni, per altro, banalmente etimologiche o quasi. Dunque: 1)
democrazia come potere del popolo; 2) anarchia come assenza di potere. Facciamo un'ulteriore
precisazione: il potere di cui al punto uno ed il potere di cui al punto due possono essere cose diverse e
precisamente: il potere della democrazia, il potere del popolo, può essere inteso come funzione sociale
istituente
e regolativa. Il potere negato dell'anarchia non è quella funzione (socialmente
necessaria), ma la sua
appropriazione/espropriazione da parte di una minoranza della società. In questo caso meglio sarebbe
parlare
di dominio anziché di potere e di anarchia come negazione del dominio. A questo punto - sul piano
teorico - nihil obstat, nulla si oppone a che la democrazia come forma politica sia
compatibile con l'anarchia come negazione radicale del dominio. Se il popolo di cui si parla tende
ad
identificarsi con tutti, il potere di tutti è anche il dominio di
nessuno. Sul piano politico. Sul piano filosofico
(e sociale e personale) il discorso è diverso. Non a caso, Socrate è stato mandato a morte da un
regime
democratico, cioè dal potere del popolo, nella Atene del 399 avanti Cristo. Ma qui si tratta del
piano politico. Cioè del sistema di norme e sanzioni che regolano lo spazio pubblico. E su
questo piano non è un caso che spesso gli anarchici abbiano parlato di democrazia diretta
come o quasi come
sinonimo di anarchia possibile. Come forma politica libertaria. Ora, che cosa significa democrazia diretta?
Significa una struttura politica che privilegia il processo decisionale diretto, assembleare, ma che non si
esaurisce in esso. Significa che le inevitabili articolazioni politiche successive all'assemblea, alla democrazia
faccia-a-faccia (le articolazioni federali e confederali) siano costituite da delegati revocabili in ogni momento
e, per quanto possibile, investiti di mandato imperativo ... Democrazia diretta, democrazia decentrata,
federale. Democrazia di uguali, non dimentichiamo. Cioè anche
democrazia economica e, più ampiamente, sociale. Democrazia libertaria,
potremmo chiamarla. E questa democrazia libertaria in che senso è un al di là
della democrazia, così come questa si è affermata negli
ultimi due secoli? E' un di più quantitativo. Cioè è
più democrazia, nel senso che vi è un maggiore, molto
maggiore potere del popolo (cioè, concretamente, di tutti gli individui che lo costituiscono, si badi, non
di un
popolo-astrazione). Ed è nel contempo un'altra cosa, qualitativamente,
rispetto alla democrazia rappresentativa
(così come la libertà degli anarchici, rispetto alla libertà dei liberali, è
più libertà, ma anche libertà diversa). Qualitativamente
diversa ma, sul piano teorico, concettuale, non incompatibile. L'una e l'altra comprendono
elementi di partecipazione diretta e di delega decisionale, ma in misura non solo quantitativamente
bensì
qualitativamente diversa. Epperò entrambe, eccetera ... Non fingiamo di non
sapere che comunque una società
che vada oltre qualche centinaia di membri ha bisogno di ricorrere alla delega-rappresentanza. Cioè alla
democrazia. E che qualunque processo decisionale che implichi più di un ristretto gruppo di
persone molto affini per gusti,
convinzioni, interessi, deve affidarsi a meccanismi diversi dall'unanimità, ad esempio al meccanismo
della
maggioranza. Cioè, di nuovo, alla democrazia. Mi resta un'ultima osservazione. Quanto detto
finora, come del resto avevo premesso, riguarda la dimensione
politica dell'anarchia. Non quella filosofica, né quella sociale. L'anarchia è irriducibile a
qualunque dimensione
politica. Nessuna maggioranza, neppure una maggioranza assoluta, potrà stabilire per l'anarchico
ciò che è
giusto e ciò che non lo è. Ma, per l'appunto, ciò che una certa maggioranza, in un certo
tempo e luogo, ha deciso
essere meglio. Anche, per esempio, la condanna a morte di Socrate. E allora «Al di là della
democrazia», per l'anarchico, può significare al di là della dimensione politica. Al di là
del politico. La dimensione etica (con i suoi valori, con i nostri valori di
libertà, uguaglianza, solidarietà,
diversità) e la dimensione sociale (la concreta realizzazione, storicamente possibile, di quei valori) sono
al di
là della politica. Così come sono al di là dell'economia. Ma, attenzione. L'anarchia
può ben essere - anzi probabilmente deve essere - al di là della
politica così come
dell'economia. Consapevolmente al di là. Non, ingenuamente, al di qua. «Al
di qua», cioè come se l'economia
e la politica non fossero già state pensate e realizzate come dimensioni autonome del sociale. Troppo
anarchismo (non tanto quello dei «classici», quanto quello della «vulgata») è stato ingenuamente,
primitivamente, rozzamente, al di qua della politica e dell'economia. E' tempo - se
già non è tardi - di essere,
di pensare e anche di agire (per quanto possibile) al di là.
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