Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 24 nr. 207
marzo 1994


Rivista Anarchica Online

Prove e ipotesi

Cara redazione,
dall'ampia e interessante intervista di Pietro Adamo a Cesare Mannucci («A» 206) e dalle pur preziose note a margine si potrebbe evincere che Jesus and the Zealots di Samuel G.F. Brandon non sia stato tradotto e pubblicato in lingua italiana. Nel 1982, invece, sacrificando il sottotitolo (A study of the political Factor in Primitive Christianity) e recando in copertina una significativa affermazione («Non sono venuto a portare la pace, ma una spada»), è stato pubblicato dalla Rizzoli Editore, per la cura di Giuliano Boccali e nella traduzione di Furio Jesi e Maria Cristina Vidi. Faccio notare l'inesattezza soltanto perché ritengo il libro di Brandon veramente degno di essere letto. Alla voce «cristianesimo delle origini», credo che raramente possa capitare di leggere un'opera tanto suggestiva e scientificamente corretta.
E già che ci sono dico la mia su una questione di fondo accennata da Mannucci nell'intervista. Ad un certo punto Adamo rileva che «il problema è ovviamente la figura storica di Gesù» e cita, giustamente, Brandon. Mannucci risponde ricordando che gli avversari attaccano Brandon argomentando che lui costruirebbe «un quadro coerente», ma senza «prove». E che Brandon risponde all'accusa dicendo che, in materia, non si possono fornire «prove», ma soltanto «ipotesi».
In proposito vorrei fare un paio di considerazioni:
1 - chi introduce un «evento» nella Storia, accetta per ciò stesso i modelli esplicativi che costituiscono questa storia. Se no, si guardi bene dal farlo - lasci l'evento fra il fiabesco ed il leggendario. La pretesa di quei cattolici che vorrebbero lo storico del cristianesimo animato dalla fede in Dio ed in Gesù, come garanzia per la correttezza del suo lavoro di storico, è, dunque, una pretesa, oltre che bizzarra, del tutto contraddittoria. Il modello è quello della botte piena e della moglie ubriaca: lo piazzo nella Storia, ma con altre regole (non meglio specificate);
2 - quando Ageno (in Dal non vivente al vivente; Theoria, Roma 1991) cerca di individuare e descrivere le condizioni fisiche che potrebbero aver prodotto la vita nel nostro pianeta premette che qualsiasi ricostruzione del passato ha da intendersi come una «costruzione del pensiero, legittimata dal fatto che attribuisce unità e coerenza al nostro modo attuale di pensare il mondo» (pag. 23). Il che significa, per farla molto breve, che tanto le concezioni realistiche quanto quelle idealistiche della Storia sono parimenti da buttare. Parlare di «prove» e di «ipotesi», beninteso, si può anche a proposito di Storia, ma dopo essersi liberati degli assunti implicitamente realisti (un impossibile confronto con i «fatti») che spesso tali parole si portano dietro. Il che vale in egual misura per lo scienziato e per l'integralista cattolico, perché a nessuno dei due dovrebbe essere concesso di sproloquiare sulla Storia per assecondare il padrone di turno. Grazie dell'ospitalità e scusami dello spazio che ti rubo.

Felice Accame (Milano)